Dopo Parigi, libertà, valori e ... falso rispetto
Data: Mercoledì, 18 novembre 2015 ore 02:30:00 CET
Argomento: Redazione


I recenti fatti di atroce violenza e di morte che hanno colpito la Francia nella tragica sera del 13 novembre pongono tanti interrogativi e seminano paura e terrore.
Stiamo attraversando un momento storico difficile e profondamente triste. Sembra quasi di raccogliere i frutti di una cattiva semina che, all'insegna del "rispetto" e dell'accoglienza ha determinato la presenza di tanta zizzania in mezzo al buon grano.
Quando nei locali parrocchiali è stato tolto il crocifisso per "rispetto" dei profughi, appartenenti ad altra religione, si è abdicato alla propria dignità cristiana, vanificando i segni dei valori che animano la fede e anche la carità.
Il non fare il presepe a scuola, per "rispetto" delle altre religioni, ha fatto perdere il senso delle tradizioni cristiane e dei significati valoriali del Natale.
L'aver annullato una visita scolastica alla mostra perché il Crocifisso potrebbe turbare i bambini di altre confessioni religiose, vuol dire, ancora una volta svendere i propri valori e appiattirsi ad una generica omologazione che mortifica la propria identità.
Il consiglio d'interclasse della scuola elementare "Matteotti" di Firenze, alcuni giorni fa, ha deciso di annullare la visita degli alunni alla mostra "Bellezza divina", allestita a Palazzo Strozzi e dedicata alla raffigurazione del sacro nell'arte moderna e contemporanea, nella quale è possibile ammirare opere di Picasso, Van Gogh, Fontana, Munch e Chagall, con la generica motivazione di "venire incontro alla sensibilità delle famiglie non cattoliche verso il tema religioso della mostra".
Come si fa a differenziare l'arte dalla religione che per la gran parte ne è diventata ispirazione e finalità comunicativa?
Non è possibile, infatti, parlare di arte glissando l'argomento religioso. Questo è un dato di fatto, a prescindere dalle proprie convinzioni religiose e comunicare e consentire l'incontro con il fenomeno religioso, anche attraverso l'arte, è azione didattica pulita e trasparente.
"Se esiste una disciplina che davvero aiuta l'inclusione e l'incontro tra le civiltà, questa è la storia dell'arte, - afferma Irene Baldriga, presidente dell'Associazione Nazionale Insegnanti di storia dell'arte (Anisa)-  una disciplina che davvero aiuta l'inclusione e l'incontro tra le civiltà,  e non si presta a compromissioni ideologiche o confessionali".
L'arte occidentale, almeno fino al XVIII secolo, è in gran parte storia dell'arte sacra: essa appartiene al nostro patrimonio estetico e culturale, è intrisa della nostra storia e certamente assume un valore fortissimo nella definizione della nostra identità di Italiani
Per "rispetto" delle altre religioni dovremmo distruggere le chiese e i capolavori di Michelangelo, Caravaggio, Raffaello?
Quanto accaduto a Firenze potrebbe avviare una riflessione su questi temi e quello che è stato un episodio infelice per la scuola italiana potrebbe essere il punto di partenza per un rinnovato interesse verso un patrimonio che troppo spesso abbiamo ignorato o sottovalutato.
La sana tradizione siciliana del ricordo dei defunti è stata soppiantata dalla banalità e consumistica festa di Halloween, dolcetto, scherzetto e gioco con i demoni, quegli stessi demoni che venivano cantati nella discoteca Bataclan di Parigi la sera del 13 novembre al momento dell'orribile strage.
La laicizzazione uccide le tradizioni ed oggi assistiamo alla deriva di una società sconsacrata.  Si sta perdendo il senso del trascendente, si barattano i valori cristiani, dimostrando che non si è profondamente convinti della propria fede come invece dimostrano i musulmani che non hanno alcun timore e condannano lo stile di vita dell'Occidente, senza regole e senza principi morali, colpendo Parigi "capitale dell'abominio e della perversione''.
Il sempre più dilagante relativismo, condannato da Papa Benedetto XVI riaffiora in ogni evento che dimostra come la geopolitica conduce verso uno scontro, anziché un incontro di civiltà.
Tutto ciò non avviene sostenendo la tesi della maestra che rassicura la mamma musulmana dicendo: "Il Natale nel nostro programma didattico non avrà assolutamente nessuna implicazione religiosa", mentre poi si rinnova in maniera indolore la liquidità dello scambio dei doni, dei regali, della letterina a Babbo natale.
Sappiamo bene che «l'esperienza del sacro è indissolubilmente legata allo sforzo compiuto dall'uomo per costruire un mondo che abbia un significato» e proprio i cristiani che hanno la fortuna di avere una storia, una tradizione, una cultura religiosa, "per rispetto" si mettono da parte e cedono il passo al male che avanza.
Il"rispetto per l'altro" diventa così un paravento di fronte ad un mondo sempre più laicizzato e sconsacrato.
La nostra società riconosce il cattolicesimo come parte integrante del proprio patrimonio o lo espunge in modo ideologico dal proprio contesto culturale? La scuola riesce a fare un'opera di sintesi fra le espressioni della cultura cristiana e le altre espressioni culturali presenti nel nostro Paese?
Sono questi alcuni interrogativi che lasciano perplessi nel constatare come la violenza dell'ISIS in nome di Allah uccide vittime innocenti nei luoghi della vita ordinaria, il caffè, la pizzeria, il teatro, la discoteca, il Mc Donald.
La lezione di Parigi possa far aprire gli occhi e raddrizzare il senso di marcia, quasi un forte schiaffo che possa aiutare a svegliarsi dalla sonnolente assuefazione omologante del "fanno tutti così" e che rende norma e regola ciò che non corrisponde ai principi sani dell'uomo  e della sua dignità.

Giuseppe Adernò
g.aderno@alice.it





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