Capitolo III – Quanta ignoranza trasuda dalla legge 107!
Data: Domenica, 18 ottobre 2015 ore 00:30:00 CEST Argomento: Opinioni
La finalità del
sistema scolastico è enunciata nel comma d'apertura della legge 107/15:
"Per affermare il ruolo centrale
della scuola nella società della conoscenza e innalzare i livelli di istruzione e le competenze delle studentesse e degli
studenti, rispettandone i tempi e gli stili di apprendimento, per ..".
Istruzione
[Treccani.it]: termine sotto il quale si è soliti comprendere tre
significati distinti:
1. Una serie di attività volte a far apprendere un insieme coordinato
di conoscenze;
2. Il risultato riscontrabile nel soggetto dell'insegnamento a lui
impartito;
3. L'insegnamento istituzionalizzato entro strutture scolastiche ed
extrascolastiche.
La ratio del comma d'apertura fa coincidere il significato di
"istruzione" col punto 2).
Competenza
Termine non primitivo: descrive il comportamento di un soggetto che
affronta un compito.
Le sue componenti elementari sono
a) "la conoscenza" che costituisce l'ambito operativo;
b) "le capacità e le abilità", qualità individuali percepibili
attraverso l'osservazione del percorso risolutivo.
Il testo del comma della legge esige l'elisione dei punti 1) e 3) e la
scelta del campo semantico che i due termini condividono: più esteso
quello di "competenza" per la presenza di aspetti legati a qualità
umane. Una considerazione che il legislatore non è stato in grado di
cogliere perché il significato di "competenza" gli è sconosciuto.
Carenza comprovata dal comma 7 della legge che elenca gli obiettivi
formativi prioritari: il 53% dei traguardi non ha la natura di
"competenza".
Un'anomalia che ha condotto alla banalizzazione di "innalzare i livelli di istruzione e le
competenze delle studentesse e degli studenti": l'espressione
"competenza" è stata fagocitata da "istruzione" che, in conformità al
senso comune, è stata fatta corrispondere, specularmente, a
"insegnamento".
L'errata riformulazione del problema formativo/educativo ha
sterilizzato la scuola e occultato, nel contesto dinamico e complesso
contemporaneo, la sua ragion d'essere: nessuna ipotesi sulle modalità
di promozione delle competenze è stata formulata. Una strategia
risolutiva era stata elaborata dal Miur, sintetizzata in "La promozione
delle competenze", visibile in rete.
Enunciate le finalità il legislatore, come un imbonitore che
attribuisce ai suoi prodotti qualità fantasiose, asserisce: "Per i fini di cui al comma 1, le
istituzioni scolastiche garantiscono la partecipazione alle decisioni
degli organi collegiali e la loro organizzazione è orientata alla
massima flessibilità, diversificazione, efficienza ed efficacia del
servizio scolastico".
La struttura decisionale, infatti, non possiede:
- Flessibilità. Il modello organizzativo che la legge introduce ha
natura gerarchico - lineare, è rigido, è valido solo in situazioni
statiche e di dimensioni ridotte. Un'introduzione al corretto disegno
organizzativo è visibile in rete: "Coraggio! Organizziamo le scuole",
applicazione delle scienze dell'amministrazione alla scuola; "Quale
formazione per il dirigente scolastico?" colloca la figura del preside
all'interno di un apparato scolastico razionalmente costituito.
- Diversificazione. La legge 107 appiattisce la gestione
scolastica:
- Il consiglio di Istituto è espropriato delle responsabilità
strategiche;
- "la programmazione
dell'azione educativa", spazio vitale del Collegio dei docenti,
è tacitamente abrogata;
- Il Consiglio di classe, il cui compito è l'identificazione dei
traguardi cui tutti gli insegnamenti devono convergere, non ha più
ragione d'essere.
- Efficacia. Un'utopia: il sistema scolastico non è stato
correttamente orientato.
Enrico Maranzana
zanarico@yahoo.it
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