Capitolo II - Quanta ignoranza trasuda dalla legge 107
Data: Giovedì, 08 ottobre 2015 ore 02:00:00 CEST Argomento: Opinioni
La finalità
della legge di riforma del servizio scolastico è
enunciata nei commi iniziali: "Il
ruolo centrale della scuola nella società della conoscenza", deriva da
"l'innalzamento dei livelli di istruzione e le competenze delle
studentesse e degli studenti .. per realizzare una scuola aperta, quale
laboratorio permanente di ricerca, sperimentazione e innovazione
didattica".
Se ne focalizzino i nuclei portanti:
1) L'odierna società della conoscenza
si caratterizza per
- La velocità di crescita del sapere che evolve per
ristrutturazioni e non per accumulazione;
- L'aumento della dimensione dei problemi che conduce alla
levitazione della relativa complessità;
- Il superamento del lavoro individuale con l'introduzione di
processi di scomposizione del compito e con l'individuazione dei
soggetti cui affidare i sottoproblemi individuati;
- L'aggregazione dei saperi intorno a problemi, non alle
discipline;
- L'annullamento dello spazio: il mondo è un villaggio;
- La cultura informatica che si sostanzia nella modellazione, nella
descrizione e nel controllo di processi, nel testing.
2) Competenze
- Le competenze sono i comportamenti che esibiscono le persone
quando affrontano un compito.
- Le competenze rendono visibili capacità, abilità e conoscenze.
- Le competenze, essendo comportamenti, non possono essere
insegnate: si promuovono con l'esercizio.
3) Laboratorio permanente di ricerca,
sperimentazione e innovazione didattica
- La finalizzazione del sistema scolastico "all'innalzamento dei
livelli d'istruzione e di competenza" implica la dilatazione del
significato di "conoscenza".
- Conoscere, quando la società era statica, corrispondeva al
possesso e all'articolazione della struttura concettuale delle
discipline.
- In una società dinamica e complessa, in cui la scuola mira a
promuovere competenze, in cui il sapere è funzionale al loro sviluppo,
è essenziale valorizzare l'aspetto vitale delle discipline. Queste sono
da concepire come folletti che saltellano per il mondo: le tracce che
lasciano sono gli inerti argomenti disciplinari. Il loro spirito vitale
risiede nell'energia, nella curiosità, nella determinazione e nella
vivacità del loro carattere: quale meraviglia manifestano quando
percepiscono nuovi problemi, quanta attenzione dimostrano quando ne
circoscrivono l'ambito. E che dire della loro precisione nello scavare
per trovarne soluzioni, dei trilli di gioia che accompagnano la cattura
di nuove questioni.
I documenti di riordino della scuola elaborati dal Miur nel 2010 fanno
propria tale visione. Il profilo culturale, educativo e professionale
dei licei, ad esempio, "fissano alcuni punti fondamentali e
imprescindibili che solo la pratica didattica è in grado di integrare e
sviluppare". Tra questi "la pratica dei metodi di indagine propri dei
diversi ambiti disciplinari", "lo studio delle discipline in una
prospettiva sistematica, storica e critica".
In questo quadro è da collocare l'ipotesi operativa indicata dalla
legge 107 per "perseguire la piena realizzazione del curricolo della
scuola .. mediante le forme di flessibilità dell'autonomia didattica e
organizzativa .. in particolare attraverso":
a) L'articolazione modulare del monte orario annuale di ciascuna
disciplina, ivi compresi attività e insegnamenti interdisciplinari;
b) Il potenziamento del tempo scolastico anche oltre i modelli e i
quadri orari, nei limiti della dotazione organica dell'autonomia di cui
al comma 5, tenuto conto delle scelte degli studenti e delle famiglie;
c) La programmazione plurisettimanale e flessibile dell'orario
complessivo del curricolo e di quello destinato alle singole
discipline, anche mediante l'articolazione del gruppo della classe".
L'assenza di sensibilità e la mancanza d'attenzione per le
problematiche formative e per le dinamiche educative sono sufficienti
per soppesare, senza l'ausilio di commenti, la validità del modus
operandi formulato dal legislatore.
Enrico Maranzana
zanarico@yahoo.it
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