Contro la buona scuola in corteo verso la festa dell'Unità di Palermo
Data: Giovedì, 24 settembre 2015 ore 01:30:00 CEST Argomento: Comunicati
Dal 24 Settembre al 4
ottobre si svolgerà (dopo cinque anni) ai
Cantieri Culturali della Zisa, la Festa dell'Unità, ovviamente targata
PD. Il tema della manifestazione, "Il Sud decolla", vorrebbe
incentrarsi su una possibile riqualificazione del Mezzogiorno. Di
sicuro, dopo un'estate di bombardamento mediatico sull'arretratezza del
sud come carrozzone d'Italia, come "il" fattore di rallentamento della
nostra economia nella crisi, questa tappa palermitana del PD appare
abbastanza scontata nella strategia di governamentalità in cui un
oculato uso linguistico e comunicativo in salsa populista e mitizzante,
su un sud "arretrato" in tal caso, assumono la centralità.
Intanto, mentre l'opinione pubblica è indotta a rintracciare sempre un
nuovo nemico o capo espiatorio (i meridionali fannulloni, gli
immigrati, etc) il partito-nazione, in grado di farsi opposizione da
solo a palazzo Chigi, sappiamo bene come stia distruggendo, pezzo dopo
pezzo, il sistema di welfare e garanzie sociali, dal mondo della
formazione a quello del lavoro (Buona scuola e Jobs Act). Di sicuro
poi, proprio il sud, proprio la Sicilia, sembra ancor più diventata la
pattumiera d'Italia; dove disoccupazione e precarietà diventano la
norma di vita e dove le autostrade si spezzano in due e i territori
sono continuamente violentati e depredati (impianti militari,
trivellazioni, devastazione ambientale, etc).
Le politiche del governo Renzi si sono infatti poste in continuità con
quelle dei governi precedenti, continuando nei tagli ai servizi e nello
smantellamento dei diritti, dal Piano Casa all' imminente riforma della
sanità, ultimo atto del processo di deregolamentazione e
privatizzazione del Sistema Sanitario Nazionale pubblico.
Dietro ai proclami di cambiamento e di rottamazione in salsa
riformista, si sta ora dispiegando un attacco sempre più deciso al
settore della pubblica amministrazione dietro la retorica degli
sprechi. Dopo il "Jobs Act" che si è tradotto in ulteriore
precarizzazione, ricattabilità, riduzione dei salari e di ogni garanzia
per i lavoratori del privato (cancellando l'articolo 18 si elimina
difatto, anche "la sicurezza del contratto a tempo indeterminato"),
nuovi decreti stanno tracciando una totale perdita di posti di lavoro,
diritti e garanzie lavorative anche nel settore pubblico. Per
intenderci: In Sicilia, nel primo trimestre del 2015 si è registrata la
scomparsa di 29 mila posti di lavoro rispetto all'ultimo trimestre del
2014, 19 mila rispetto allo stesso periodo dello scorso anno e la
disoccupazione è salita al 23 (quasi al 60% sotto i 35 anni) per cento
contro il 22,1 dell'ultimo trimestre del 2014.
La riforma della Buona Scuola poi, con i sui stage e tirocini (lavoro
gratuito!) per gli studenti ci parla proprio di come verrà colmata la
drastica riduzione della forza lavoro nel mondo del pubblico post
tagli. Una riforma, quella sulla Scuola pubblica, che oltre a dare una
forte accelerazione al processo di aziendalizzazione del comparto della
formazione accentrando il potere nelle mani del "preside manager",
precarizza enormemente la figura del docente. La cancellazione delle
graduatorie per supplenze e corsi extracurriculari e la creazione di un
personale organico disposto a svolgere ruoli non necessariamente
d'insegnamento, in relazione al potere e alla discrezionalità dei
presidi manager, non potrà che scatenare una feroce competizione tra
insegnanti, svilendo lavoro e qualità d'insegnamento. In Sicilia la
Buona Scuola significa edifici fatiscenti, lavoro gratuito e
soprattutto la vera e propria deportazione di circa 15.000 docenti
precari costretti ad emigrare verso altre regioni pur avendo vinto un
Concorso nazionale: soltanto nella provincia di Palermo si contano
circa 5mila precari, in quella di Catania oltre 4mila, a Messina quasi
2mila, a Siracusa circa 1400 che dovranno affrontare tale destino. Il
piano assunzioni previsto dalla Buona Scuola penalizza dunque
enormemente i precari del sud che dovranno trasferirsi al nord dopo
anni di precariato per l'immissione di ruolo.
Lo smantellamento del welfare e il totale disinvestimento nella e della
spesa pubblica messo in atto dal PD al governo passa anche dalla
cancellazione degli enti locali delle Province in favore di "mega aree
metropolitane". Passaggio per cui, in base alla "necessità" del pari
bilancio della legge di stabilità, si assisterà a un taglio netto di 1
miliardo nel 2015, 2 miliardi nel 2016 e 3 miliardi nel 2017; tagli per
complessivi 8 miliardi da qui al 2017 imposti a regioni ed enti locali
e 1,2 miliardi di tagli per i comuni.
Più che un riordino delle competenze e dei servizi tra i vari enti, in
vista di una gestione più adatta e aderente alle esigenze del
territorio e dei cittadini, i risultati immediati in Sicilia sono stati
l'impossibilità per gli enti locali di garantire l'erogazione di
servizi essenziali per i cittadini (sanità e trasporti su tutti), e la
perdita di migliaia di posti di lavoro. I primi ad essere fatti fuori
saranno probabilmente i precari, Lsu, Asu, Pip, etc, lavoratori e
dipendenti di società partecipate nei Comuni e nelle Province con i
contratti in scadenza. Negli anni il bacino dei precari degli enti
locali è cresciuto e ha superato quota quarantamila. La stabilizzazione
sembra essere sempre più un miraggio per tutti quei lavoratori degli
enti locali che finanziaria dopo finanziaria si trovano sempre più
poveri e sempre più in difficoltà, mentre il governo targato PD di
Crocetta continua a promettere tagli, vendita degli immobili e di
società, riforma della spesa sanitaria e riduzione del numero dei
forestali per coprire un buco già quantificato in un miliardo e 750
milioni nella Finanziaria del 2016. Rischiano di rimanere senza
stipendio (circa 2000 hanno già perso il lavoro) e senza nessun
sostegno al reddito anche migliaia di lavoratori della formazione
professionale in Sicilia, in seguito alla decisione adottata lo scorso
anno dal ministero del Lavoro di escludere gli enti di formazione dai
beneficiari della cassa integrazione in deroga. Per questi lavoratori
anche la CIGD del 2014 non è stata erogata e non è stato predisposto
nessun piano che possa garantire copertura economica per tutti i
lavoratori fino all'avvio delle nuove attività.
Miseria su miseria, ecco quello che il governo targato Renzi é
riusciuto a produrre in Sicilia, in un territorio tra i più sfruttati
ma su cui si investe meno (persino nelle infrastrutture indispensabili
come le autostrade!), e in cui il liberismo e la svendita territoriale
succhiano più risorse e fanno più profitti. Un territorio in cui il
decreto "Sblocca Italia" semplificherà la svendita e la privatizzazione
di servizi, patrimonio culturale e ambientale (come le imminenti
trivellazioni nel Canale di Sicilia). Un territorio in cui il paradigma
esistenziale, dal lavoro nero e disoccupazione endemica, alla continua
rincorsa di un rinnovo di contratto nelle amministrazioni pubbliche, è
l'intermittenza di reddito e la precarietà di vita. Ed è proprio questa
ormai incredulità nel potersi costruire un vita qui, che spinge
moltissimi giovani, appena diplomati o neolaureati a lasciare "casa e
affetti" per emigrare altrove in cerca di maggior fortuna.
Di fronte a tutto ciò non crediamo la risposta sia emigrare, come già
tantissimi giovani siciliani, e non siamo neppure disposti a farlo.
Quello che crediamo è invece che gli spazi di dignità e di
riappropriazione delle nostre vite e dei nostri territori vadano
conquistati proprio qui, dove vogliamo continuare a vivere, e dove
bisogna ribaltare quel costruito immaginario di arretratezza con la
lotta per una vera autodeterminazione dei siciliani. Iniziamo proprio
respingendo il governo Renzi!
Costruiamo una giornata di mobilitazione all'altezza dell'attacco
governativo; cominciamo ad agitare una vera opposizione dal basso al
"riformismo" da macelleria sociale del governo Renzi; costruiamo una
mobilitazione determinata contro il partito della nazione.
- CONTRO LA DEPORTAZIONE DEI SICILIANI VERSO IL NORD
- CONTRO PRECARIETA' E DISOCCUPAZIONE
- CONTRO LO SMANTELLAMENTO DELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE
- CONTRO TAGLI E AUSTERITA'
- CONTRO L'ART. 5 E IL PIANO CASA
- CONTRO LA DISTRUZIONE DELLA SCUOLA PUBBLICA e la Riforma
RENZI-GIANNINI
- PER LA STABILIZZAZIONE DI TUTTI I PRECARI DELLA PUBBLICA
AMMINISTRAZIONE IN SICILIA
- PER IL SALARIO GARANTITO AI DISOCCUPATI
CORTEO CITTADINO SABATO 26 SETTEMBRE
ORE 16:00 - PIAZZA VERDI
Associazione Arca
Booq
Rifondazione Comunista Palermo
Centro Sociale Ex Karcere
Centro Sociale Anomalia
Collettivo Universitario Autonomo
Coordinamento Studenti Medi Palermo
Studentato Occupato Malarazza
Teatro Mediterraneo Occupato
Comitato di Lotta Prendocasa Palermo
Partito Comunista
USB Scuola Palermo
USB federazione di Palermo
FIOM Palermo
Fp CGIL Medici
Cobas Scuola Palermo
Cobas Pubblico Impiego Formazione
palermo.scuola@usb.it
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