All'IC Lanza di Carini Rsu e dirigente vogliono obbligare i docenti a pagarsi la formazione nella loro scuola
Data: Giovedì, 17 settembre 2015 ore 02:00:00 CEST
Argomento: Comunicati


Leggiamo con sorpresa e un pizzico di ilarità sul sito dell'IC Laura Lanza di Carini (PA) la proposta fatta dalle RSU e dal dirigente scolastico ai docenti dell'istituto. Il dirigente scolastico scrive: "a seguito dell'avvio in data odierna della contrattazione di istituto, le Parti hanno concordato l'inserimento di un articolo specificamente dedicato alla Formazione dei docenti. Qui di seguito il testo concordato sul quale i docenti sono chiamati ad esprimere un parere da restituire direttamente alle RSU, entro il 21/9/2015, qualora intendessero suggerire modifiche o integrazioni. In caso di silenzio si intende assenso, stante l'obbligo di consultazione del sito ricadente in capo alla funzione docente.

Testo per l'integrazione del CI:  Il Piano delle attività per l'aggiornamento e la formazione viene elaborato dai docenti. A tal fine viene predisposto dai capi dipartimento che recepiscono indicazioni e suggerimenti da parte dei colleghi nel periodo compreso tra il 1 settembre e il 5 ottobre. I capi dipartimento predispongono la bozza del suddetto Piano entro il 15 ottobre. La sottopongono al DS per la definizione di compatibilità organizzativo-gestionale. Successivamente viene proposta al Collegio Docenti per l'approvazione formale. Per la realizzazione delle attività di cui al Piano, i docenti utilizzano proprie risorse derivanti dal bonus di 500 euro annui previsti dal MIUR. Tutti i docenti, in quanto componenti di una medesima comunità professionale, concorrono al Piano formativo e vi contribuiscono con le proprie risorse, fatto salvo il diritto di provvedere col proprio fondo anche ad altra attività di aggiornamento di interesse individuale".

Ricordiamo al dirigente scolastico e alle RSU che il comma 121 della legge 107 afferma che la Carta, dell’importo nominale di euro 500 annui per ciascun anno scolastico, può essere utilizzata (e non deve) essere utilizzata per "l'acquisto di libri e di testi, anche in formato digitale, di pubblicazioni e di riviste comunque utili all'aggiornamento professionale, per l'acquisto di hardware e software, per l'iscrizione a corsi per attività di aggiornamento e di qualificazione delle competenze professionali, svolti da enti accreditati presso il Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca, a corsi di laurea, di laurea magistrale, specialistica o a ciclo unico, inerenti al profilo professionale, ovvero a corsi post lauream o a masteruniversitari inerenti al profilo professionale, per rappresentazioni teatrali e cinematografiche, per l'ingresso a musei, mostre ed eventi culturali e spettacoli dal vivo, nonchè per iniziative coerenti con le attività individuate nell'ambito del piano dell'offerta formativa delle scuole e del Piano nazionale di formazione di cui al comma 124".

La norma chiarisce che l'uso della card(la cui attivazione non avverrà quest'anno) rientra nelle scelte individuali del docente e che quindi compete ai docenti farne l'uso che ritengono opportuno, di conseguenza qualora la scuola decida di avviare un piano di formazione nessuno può obbligare (e neanche invitare) i docenti a "contribuire con le proprie risorse" o ad utilizzare una parte delle risorse per le attività individuate nell'ambito dell'offerta formativa delle scuole.

Ci chiediamo come mai le RSU siano così solerti ad inserire nella contrattazione d'istituto un elemento che non è parte della contrattazione, legittimando le richieste del dirigente scolastico. Non vorremmo che la buona scuola abbia già individuato nelle RSU di alcune sigle sindacali uno strumento per coadiuvare scelte autoritarie dei dirigenti scolastici, trasformando la scuola in un caserma o in un centro di riscossione "tasse per la formazione".
Invitiamo i colleghi a rifiutare questa proposta e non lasciarsi estorcere il proprio diritto di provvedere col proprio fondo ad altra attività(e non "anche" come scrive il caro dirigente) di aggiornamento di interesse individuale, chiedendo alle RSU le immediate dimissioni.

USB Scuola Palermo
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