Ci dimostri ora, sulla questione del trasferimento forzato dei docenti precari, dove sta il rispetto della Certezza del Diritto da parte del suo governo!
Data: Mercoledì, 16 settembre 2015 ore 01:30:00 CEST Argomento: Opinioni
Quello che sta
avvenendo in questi giorni agli insegnanti della cosiddetta 'fascia B',
conferma, ancora una volta, che l'Italia non è il paese del
Diritto e, in particolare, del principio della "Certezza del
Diritto" che sta e che dovrebbe stare alla base dello Stato Moderno e
della Democrazia stessa (l'ipocrita Matteo Renzi, quando si scagliava
contro i giudici e la questione delle ferie, tweettava "Italia, paese
del Diritto e non delle ferie" Bene: ci dimostri ora, sulla questione
del trasferimento forzato dei docenti precari, dove sta il rispetto
della "Certezza del Diritto" da parte del suo governo!). A dispetto,
infatti, di quanto affermano coloro che vivono fuori dalla scuola e già
da ora iniziano con lo scontato dire che gli insegnanti si lamentano
sempre anche quando hanno il ruolo, non tutti sanno (e dovrebbero
essere meglio informati) che nell'autunno del 2006, lo Stato entrò
nelle vite dei precari e pretese da essi di fare, riflettendoci in un
pugno di mesi, un'autentica scelta di vita che andava formalizzata
nell'arco dei 30 giorni, previsti dal bando di iscrizione alle
cosiddette 'GAE', dall'11 marzo 2007 all'11 aprile 2007.
Il docente precario, secondo la legge 296/2006, doveva scegliere
DEFINITIVAMENTE una provincia ed ancorare ad essa la propria vita, fino
a quando non fosse diventato di ruolo mentre, in parallelo, si avviava
il piano di assunzioni, previsto dall'allora ministro Fioroni, che in
tre anni avrebbe dovuto assumere 150.000 docenti.
Nel frattempo, le graduatorie da 'permanenti' diventavano 'ad
esaurimento' e venivano 'congelate' fino al loro smaltimento. Una volta
effettuata tale scelta di vita, molti docenti si trasferirono per
l'ennesima volta e visto che la legge era chiara, sicuri di poter,
finalmente, anche se precari, trovare un minimo di stabilità o,
comunque, di sicurezza, iniziarono a, come nella natura di ogni essere
umano, progettare la propria esistenza, strutturandola, appunto, sulla
base della suddetta 'scelta d vita chiesta dallo Stato'. In questi
anni, in diversi si sono sposati, hanno acquistato una casa,
messo al mondo figli etc. La legge, in fondo, era quella, era dello
Stato e si poteva avere fiducia ... probabilmente i suddetti pensarono!
Per ben due volte, però, con la riapertura delle GAE lo Stato, non
avrebbe rispettato la sua stessa legge, tradendo quelli che dovevano
essere considerati realmente come dei diritti quesiti e, con essi, la
sua stessa base democratica ovvero, - ripetiamolo fino alla
nausea! - la 'Certezza del Diritto'.
In questi giorni, il principio basilare della Democrazia moderna non è
semplicemente poco rispettato: è del tutto oltraggiato e messo alla
stregua di uno straccio da polvere. Irritano alquanto le parole del
signor Faraone che dice che, finalmente, i docenti potranno farsi un
mutuo (frase che deve caratterizzare uno che inevitabilmente “ignora”:
sono in tanti che, con l’aiuto di un parente che ha fatto da
garante, se lo son già fatto ed ora, trasferendosi, dovranno
pagare mutuo e affitto contemporaneamente!). L'avere, inoltre,
predisposto delle Graduatorie Nazionali (che, se andiamo a vedere,
avrebbe avuto senso istituire nel 2006, quando, appunto, si chiedeva la
famosa scelta di vita e non ora, a distanza di anni che la scelta di
vita è stata fatta) dove, una volta presentata la domanda, per poterla
inviare telematicamente al MIUR, bisognava scegliere OBBLIGATORIAMENTE
tutte e 100 le provincie italiane senza dare la possibilità, a chi
avesse particolari condizioni, di selezionare una parte di esse, ha, di
fatto, costretto la gente ad affidare il proprio destino ad un
algoritmo frettolosamente elaborato, ad un computer che è somigliato,
ci accorgiamo tutti, più ad una sorta di roulette o di ruota della
fortuna che non ad un piano razionale (è sarcasticamente buffo vedere
gente, nella stessa materia, trasferita dalla Sicilia alla Sardegna e,
in contemporanea, dalla Sardegna alla Sicilia quando, a questo punto,
potevano stare ciascuno a casa propria, continuando a pagare
magari il mutuo, e con la propria famiglia ed i propri affetti).
Da più parti si lamenta il fatto che le famigerate graduatorie
nazionali non siano state pubblicate, che non si conoscano i criteri
adottati, che non si sappia chi abbia creato l’algoritmo che ha deciso
il destino di molti e con quali modalità il medesimo sia stato
predisposto, che le informazioni necessarie siano mancate e la gente,
ignara di tutto, specie di cosa sarebbe accaduto se non l’avesse
spedita, abbia inviato una domanda che poteva essere considerata
facoltativa, che abbia avuto davvero poco tempo per decidere cosa fare
della propria vita e di prendere tutte le dovute informazioni (sarebbe
questa l’Efficienza della PA nell’era Renzi? Questa l’Efficacia?) etc.
Consiglio vivamente a tutti i colleghi e colleghe, soprattutto a quanti
si trovano in situazioni difficili (mutuo + affitto da pagare, per fare
solo un esempio) ad inviare in massa al MIUR contratti e ricevute di
affitto (oltre che di mutuo) e di pretendere, con un ricorso (ci sarà
un giudice a Berlino o...a Bruxelles?) che lo Stato risarcisca o,
come minimo, come ha suggerito uno scrittore docente di Merano, specie
considerato che vi sono tanti immobili inutilizzati, provveda ad
istituire delle foresterie per docenti, al pari di come esistono le
caserme per i militari e considerato che, dopo aver preteso la scelta
di vita 'forzata', ora lo Stato esige il suo opposto ovvero la mobilità
forzata.
gianlucamungo@hotmail.com
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