Luci e ombre sul nuovo anno scolastico. Una scuola che cambia
Data: Martedì, 01 settembre 2015 ore 11:00:00 CEST
Argomento: Redazione


Inizia il nuovo anno scolastico che porterà il marchio della Legge 107/2015 "Riforma del sistema nazionale d'istruzione e formazione" con l'appellativo di "buona scuola". L'anno scolastico che si apre a settembre è pieno d'incertezze in quanto l'avvio della Buona scuola apporta una serie di novità di merito e di metodo nella vita scolastica e, se possibile, alle vecchie criticità di un sistema elefantiaco pieno di contraddizioni, somma quelle di una complessa riforma alle sue battute iniziali.
Mettendo al posto giusto gli aggettivi si potrà anche avere una "scuola buona" o una "scuola alla buona". Tutto dipende da come si evolveranno gli eventi che annunciano un autunno tempestoso, dopo la calda estate che ha descritto l'esodo e la "deportazione dei docenti", termini inappropriati per caratterizzare la mobilità professionale, l'assegnazione dei posti di ruolo e l'incremento delle cattedre che farà aumentare di circa sette unità di docenti per ogni scuola.

Il divario tra Nord e Sud si sente ancor di più nel constatare che nelle scuole del Nord il mercato lavorativo scolastico offre delle opportunità da cogliere, mentre al Sud la disponibilità dei posti è ridotta e ciononostante alcuni insistono a voler restare in attesa di una sistemazione "accomodata" vicino casa.
Alle contestazioni e richieste di referendum abrogativo della Legge 107 risponde l'urgenza di mettere in atto le riforme e le prime innovazioni che prevedono la redazione di un piano triennale della progettazione didattica e l'ottimizzazione delle risorse umane e finanziare che pare saranno definite in maniera adeguata.
La cultura del merito, l'interazione scuola-lavoro, le prospettive di miglioramento della didattica anche attraverso la pratica linguistica (CLIL per tutte le materie) , sono alcuni dei segnali innovativi di una scuola che cambia.

La legge 107, premiando i singoli docenti, mentre incentiva la motivazione, introduce una struttura parcellizzata, che potrebbe degenerare in forme di individualismo e di competitività, non sempre efficaci per un produttivo lavoro di equipe pedagogica.
L'auspicio di una "scuola che cresce" valorizza le innovazioni e le incanala verso una didattica efficiente e produttiva di conoscenze e di competenze per gli studenti, arma vincente e garanzia di successo per una società da migliorare.
La mission della scuola finalizza il servizio scolastico al "raggiungimento di elevati livelli culturali e di sviluppare le capacità e le competenze, attraverso conoscenze e abilità, generali e specifiche". e non solo le competenze specifiche necessarie per entrare in azienda.

La formazione scolastica ha, infatti, un respiro più ampio ed una visione completa che coinvolge in maniera integrale tutta la persona. I contenuti disciplinari scolastici sono, infatti, il mezzo e non il fine dell'azione educativa della scuola.
Restano sempre emergenti nell'ottica di una scuola efficace e ed efficiente le difficoltà economiche, la carenza di strutture, attrezzature e risorse, mentre la presenza di un maggior numero di docenti dovrebbe apportare notevoli benefici e che non si riduca il tutto a "fudda e mala vinnita".
Lo studio e la regolarità delle lezioni sono alla base del successo di un anno scolastico che, se ben fatto, contribuisce alla formazione dell'uomo e del cittadino.
Eccessivi scioperi e distrazioni producono una negatività irreversibile che riesce difficile recuperare e compensare nel tempo.

Giuseppe Adernò
g.aderno@alice.it





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