Da venerdì 28 a
domenica 30 agosto dalle ore 21 i “Paesaggi contemporanei” di I
ART approdano (e concludono il loro viaggio) a Palazzo Biscari e
Palazzo Platamone. Entrare nel più sontuoso palazzo barocco della
Catania antica e, come per magia, dentro il silenzio misterioso del suo
cortile, diventare parte di una straordinaria installazione di luce e
colori. Dall’altra parte della strada, il rigore claustrale dell’ex
convento San Placido si accende nuove ombre e schiude le porte a
scaloni monumentali, altarini, lunghi corridoi da percorrere per gioco,
nottetempo, come fosse un nascondino, prima di raggiungere il grande
terrazzo dove insieme alla musica, riecheggiano i rintocchi del
campanile che svetta sui tetti della città barocca. Performance,
teatro, musica, danza, videomapping, proiezioni: è la terza ed ultima
tappa del progetto di Pino Di Buduo e del Teatro Potlach che si è già
sviluppato ai Cantieri della Zisa di Palermo e nelle antiche purrere,
le cave di tufo di Sambuca.
Nato in collaborazione con artisti e associazioni locali (oltre 140 tra
musicisti, ballerini, performer, voci bianche ed artisti visivi),
“Paesaggi contemporanei” si è sviluppato in seno al Festival I ART,
finanziato con fondi europei, ideato e diretto dall’associazione I
WORLD, con capofila il Comune di Catania. Un’immersione totale nel
mondo dei beni immateriali, come è già stato nelle due tappe
precedenti: il “patrimonio culturale vivente” è la chiave per leggere
le performance che prendono vita nelle due storiche residenze
nobiliari. E’ lo stesso Pino Di Buduo a spiegare che “il percorso degli
spettatori partirà da via Biscari, dove si presenteranno gli artisti e
introdurranno il viaggio che proseguirà in via Landolina, nel cortile
di palazzo Platamone; dai portici si salirà ai terrazzi al primo piano,
si entrerà negli uffici (antiche celle monastiche) per poi ridiscendere
nel cortile e, lungo i porticati, arrivare ai lati asimmetrici della
struttura da dove si passerà a palazzo Biscari”.
Un totale di oltre venti performance, degli artisti del Teatro Potlach
e di altri scelti sul territorio, senza contare proiezioni,
videomapping e installazioni che prendono le mosse – come anche gli
spettacoli – dal lungo lavoro documentario sui beni immateriali,
condotto dal fotografo Melo Minnella e dall’antropologo Ignazio
Buttitta. Coinvolti - oltre agli artisti del Potlach: Daniela
Regnoli, Nathalie Mentha, Zsofia Gulyas, Mikhailo Snisarenko, Irene
Rossi, Matteo Antonucci, Edoardo Cirone, Vincenzo Sansone, Agnese
Giglia, Rosaria Abello, Alice Sanzillo e la Pixelorchestra con Luca
Cristiano e Francesco Bruno – diversi gruppi e artisti locali:
l’associazione Mandara Ke di Lucia Sardo e Marcello Cappelli; i
Siculish, Fabbricateatro, Graziana Allegra, Valeria Geremia - Sicula
Butoh, la Vocal band “Insolitenote”, il coro di voci bianche “Vincenzo
Bellini” di Catania, diretto da Daniela Giambra; GravinArte,
Vuotoperpieno di Milano, il centro Studio Danza, la scuola di danza
Arabesque; la scuola di scenografia dell’Accademia di Belle Arti
(coordinamento dei docenti Aldo Zucco, Carmelo Mangione, Umberto Naso)
e ZEN ART. “Mi ha meravigliato, e continua a farlo – dice il regista
Pino Di Buduo - la straordinarietà e la diversità delle architettura
siciliane: dall’archeologia industriale dei Cantieri della Zisa di
Palermo, ai vicoli saraceni di Sambuca, ora i palazzi barocchi di
Catania.
Qui stringiamo anche un bellissimo rapporto con il mare e la lava
dell’Etna. La forza di questa isola sta nella sua continua rinascita,
nella profondità delle tradizioni e dei cicli agroalimentari con tutti
i loro derivati”. "Paesaggi Contemporanei rappresenta uno dei
momenti apicali del progetto I ART, proprio per la sua capacità di
interpretarne la poetica. Un grande evento spettacolare e carico di
poesia che in ogni città ha saputo esaltarne le specificità e creare
una magica simbiosi tra il contesto urbanistico e le componenti
identitarie che lo caratterizzano" dice Lucio Tambuzzo, ideatore e
direttore generale del progetto I ART Uno spettacolo
coinvolgente, totale, itinerante, multidisciplinare e multimediale in
cui lo spettatore ha un ruolo fondamentale: insieme agli artisti, si
trasforma in un viaggiatore-esploratore dei paesaggi contemporanei
della propria memoria e della propria città. Il tutto secondo la linea
del Teatro Potlach, fondato nel 1976 da Pino Di Buduo e Daniela
Regnoli. Da allora utilizza torce, luci colorate, giocoleria,
videomapping, tessuti bianchi per ridisegnare gli spazi.
Redazione