Le 6.243 assunzioni Ata dirottate alle province.
Data: Sabato, 08 agosto 2015 ore 03:00:00 CEST Argomento: Sindacati
Ultimatum Anief al Miur:
se entro lunedì non arriva la smentita, parte class action e scriviamo
alla Commissione UE - Marcello Pacifico (Anief-Confedir-Cisal): senza
avere nulla contro il personale perdente posto degli enti locali,
ricordiamo che sono oltre 28mila le immissioni in ruolo ad oggi ancora
fattibili. Il turn over rappresentava il minimo sindacale. Chiediamo al
Miur di ripensarci: se ciò non avverrà entro il 10 agosto, faremo
partire le procedure per dei ricorsi comuni, finalizzate alle
assunzioni su tutti i posti vacanti. Inoltre, scriverò io stesso una
lettera alla Commissione di Bruxelles, a cui spiegherò che a distanza
di più di cinque anni dalla prima nostra denuncia all’UE, malgrado le
infrazioni in atto, l’Italia continua a disattendere le indicazioni
europee sul precariato. Oltre che a contraddire quelle nazionali,
formulate anche dallo stesso Governo in carica.
Se Governo e Miur hanno intenzione di beffarsi del personale Ata della
scuola, sbagliano grosso: non assumere nemmeno un assistente
amministrativo, tecnico e ausiliario, a fronte di quasi 28mila posti
liberi, rappresenterebbe uno smacco non tollerabile. E poco importa che
al loro posto, l’amministrazione scolastica ha detto ai sindacati di
voler collocare il personale delle province perdente posto. Se le cose
stanno così, se veramente l’Italia vuole continuare a calpestare le
indicazioni dell’Europa sul precariato, ignorando sia le posizioni
della Curia di Lussemburgo, sia la procedura d'infrazione 2124/10 della
Commissione UE, Anief è pronta ad avviare una class action e a
sollecitare di nuovo alla stessa Commissione europea.
“Anief reputa il comportamento del Miur inammissibile – commenta
Marcello Pacifico, presidente Anief, segretario organizzativo Confedir
e confederale Cisal –, perchè ci sono quasi 5mila posti che si
libereranno per effetto delle domande di pensionamento, a cui si
aggiungono circa 1.300 Ata che termineranno il servizio per via della
pensione di vecchiaia: le circa 6.200 assunzioni rappresentavano il
minimo sindacale sulle immissioni in ruolo. Chiediamo al Miur di
ripensarci: qualora ciò non avvenga entro lunedì 10 agosto, faremo
partire le procedure per una class action finalizzata alle assunzioni
su tutti i 30mila posti vacanti”.
“Inoltre, scriverò io stesso una lettera alla Commissione di Bruxelles–
continua Pacifico –, a cui spiegherò che a distanza di più di cinque
anni dalla prima nostra denuncia per la mancata osservanza della
direttiva 70/99, che tutti i Paesi avrebbero dovuto adottare proprio
per combattere l’abuso di precariato, si continuano a tenere nel limbo
decine di migliaia di docenti, come tutti gli abilitati magistrali e
dopo il 2011, e altrettanti supplenti Ata. Per i quali quest’anno si
prospetta addirittura la beffa della sottrazione di 6mila posti come
supplenti annuali”.
Anief non può non ricordare che dirottare le assunzioni del personale
Ata già previste sui pensionamenti, andrebbe ad inficiare anche delle
leggi dello Stato italiano. Ad iniziare dalla Legge n. 128 dell’8
novembre 2013, nella quale, all’articolo 15, è stato “definito un piano
triennale per l'assunzione a tempo indeterminato di personale docente,
educativo e ATA, per gli anni 2014-2016, tenuto conto dei posti vacanti
e disponibili in ciascun anno, delle relative cessazioni del predetto
personale”. Per la copertura delle immissioni in ruolo, tra l’altro, il
Governo italiano ha provveduto di recente attraverso la Legge 190 del
2014, la cosiddetta Legge di Stabilità, che al comma 5 dell’unico
articolo ha previsto lo stanziamento di un apposito fondo nazionale
“finalizzato all'attuazione degli interventi di cui al
medesimo comma 4, con prioritario riferimento alla
realizzazione di un piano straordinario
di assunzioni, al potenziamento dell'alternanza
scuola-lavoro e alla formazione dei docenti e
dei dirigenti”.
Ricordiamo che sitiamo parlando di una professionalità molto estesa nel
mondo della scuola, perché in Italia vi sono oltre 200mila assistenti
amministrativi, tecnici e ausiliari. Per i quali ancora una volta chi
ci governa continua a mostrare mancanza di rispetto, malgrado il loro
operato – di supporto alle segreterie, alle amministrazioni, alle
classi e ai laboratori – sia fondamentale per il regolare svolgimento
delle lezioni tenute nelle scuole pubbliche da 700mila insegnanti nei
confronti di oltre 7 milioni di studenti.
Ora, dopo i 47mila posti cancellati in soli tre anni, ed gli altri
2.020 eliminati dalla Legge di Stabilità 2015, il Miur sembrava aver
ottenuto dal Tesoro la copertura dei 6.243 posti che dal 1° settembre
2015 si libereranno a seguito dei pensionamenti. Nelle ultime ore,
invece, è arrivata l’ennesima doccia fredda: le unità di personale che
andranno a sopperire alle vacanze di posti non verranno estrapolate
delle graduatorie dei precari della scuola, ma verranno utilizzate per
ricollocare il personale in soprannumero delle Province destinate alla
sparizione.
Senza avere nulla contro il personale perdente posto delle province, il
giovane sindacato ricorda che sono 22.261 le immissioni in ruolo ad
oggi ancora fattibili: si tratta della somma di 3.643 posti al 31
agosto 2015, 12.735 posti per supplenze annuali al 30 giugno e dei
6.243 di posti che, appunto, con il nuovo anno scolastico si renderanno
disponibili a seguito dei pensionamenti. Cui si aggiungono i 5.182
derivanti dall’adeguamento previsto dal Miur attraverso la circolare
della direzione del personale di Viale Trastevere n. 22173, del 27
luglio scorso, relativa all’organico di fatto Ata del prossimo anno
scolastico. Ora, a fronte di quasi 30mila posti liberi e 40.000 precari
Ata che potrebbero essere stabilizzati dai giudici del lavoro,
l’amministrazione che fa? Congela quei posti per darli ad un altro
comparto.
Come se l’Italia non fosse sotto procedura d'infrazione 2124/10 della
Commissione UE, proprio per la recente attività legislativa adottata
(Decreto Legge 70/2011) che deroga all’applicazione della direttiva
1999/70/CE (relativa all’accordo quadro CES, UNICE e CEEP) sul lavoro a
tempo determinato del personale ATA: è una procedura motivata da
esigenze imprescindibili di erogazione del servizio scolastico e
compensata da un piano di immissioni in ruolo - che si è trasformata il
20 novembre scorso in parere motivato. E che potrebbe portare ad una
condanna per il nostro Stato con risarcimenti sino a 8 milioni di euro.
Senza dimenticare l'applicazione della sentenza della Corte di
Giustizia europea del 26 novembre scorso, da parte dei giudici
nazionali nel caso di ricorsi seriali ai tribunali del lavoro.
Ricordiamo, inoltre, che sempre a livello nazionale, il Tar del Lazio
ha già condannato il Miur, proprio per aver utilizzato i posti
destinati al personale Ata ad altro personale, stabilizzando quello di
altri enti sono ad allora contrattualizzato come Co.Co.co..
“L’assurdo di questa situazione – commenta ancora il presidente Anief -
è che ad avviare la causa giudiziaria europea è stata proprio una
denuncia per tutelare il personale Ata della scuola: le 102mila
assunzioni di cui tanto si vanta il Governo, non sono altro che un atto
dovuto, anche se parziale, di sentenze e procedure provenienti
dell’Europa che mettono in guardia il nostro Paese. Per questo diciamo
basta. Se entro lunedì, il Miur non torna sui suoi passi, avvieremo la
class action per tutti i precari Ata in possesso di titolo adeguato e
36 mesi di servizio svolto. E informeremo l’Europa dell’ennesima
infrazione”.
Anief, nel frattempo, ricorda che sono ancora aperte le adesioni sul
Portale Anief ai ricorsi del personale ATA per ottenere l’immissione in
ruolo, tutti gli scatti stipendiali, anche per il periodo pre-ruolo, e
l’estensione contratti dal 30 giugno al 31 agosto.
Anief.org
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