I posti per le assunzioni al sud ci sono e non bisogna inventarli!
Data: Giovedì, 06 agosto 2015 ore 02:00:00 CEST Argomento: Sindacati
Leggiamo da
un'intervista al leader maximo del gruppo virtuale facebook "Gae in
ruolo - non uno di meno", che "bisogna rimanere nell'ottica di
affrontare il problema per quello che è: i posti al sud non si possono
inventare. Tutti i lavori statali prevedono la mobilità, è un modo,
finalmente, per abbattere il precariato, il nostro precariato. La
tragedia non è andare in altra parte d'Italia, ma la disoccupazione. Il
piano non poteva essere fatto diversamente". Tralasciando l'analisi
spicciola della questione precariato e del problema disoccupazione, non
possiamo non rilevare come il leader maximo di "Gae in ruolo - non uno
di meno" non abbia nessuna conoscenza del funzionamento del sistema
scuola e probabilmente la sua condizione di precario deve essere molto
recente se afferma che al sud i posti non ci sono. I precari delle Gae
del Sud Italia da 15-10 anni ricoprono cattedre con contratti
continuativi al 30 giugno e al 31 agosto, in più se si parlasse con
cognizione di causa si saprebbe che in relazione al sostegno queste
cattedre risultano vacanti e disponibili, senza alcun titolare.
Legittimare le proprie posizioni a favore della riforma e delle
politiche di distruzione della scuola statale del PD di Renzi, facendo
credere all'opinione pubblica che al Sud i posti non si possono
inventare e che la mobilità coatta al Nord rappresenti l'unica
possibilità di lavoro, testimonia la campagna di disinformazione in
atto, che vuole "asfaltare" le storie di migliaia di precari del Sud
che da anni garantiscono il normale funzionamento della scuola pubblica
statale, in nome dell'assuefazione alle logiche del potere.
Chiariamo a tutti che le cattedre al sud non bisogna inventarle perché
ci sono da anni e sono coperte da migliaia di supplenti al 30 giugno e
al 31 agosto. Sarebbe bastato stabilizzare i precari su quelle stesse
cattedre in organico di fatto che ricopro continuativamente da anni
anziché inventarsi una graduatoria nazionale che condanna migliaia di
lavoratori della scuola a scegliere tra lavoro e famiglia, nonostante
nella propria terra lavorino da più di dieci anni.
Invitiamo il leader maximo di "Gae in ruolo - non uno di meno" a
partecipare con noi ad una delle tante convocazioni in uno dei
provveditorati del sud, potrebbe scoprire che le sale stracolme di
persone non sono il pubblico di qualche convention di associazioni
professionali, ma l’effetto di tante storie di uomini e donne,
lavoratori e lavoratrici, in attesa per l’ennesimo anno di lavorare su
posti reali ed essere sfruttati da uno Stato che oggi gli restituisce
solo umiliazioni e denigrazioni.
USB Scuola Palermo
palermo.scuola@usb.it
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