Il buon padre di famiglia, prima di ogni sostituzione, ricerca e individua le cause dei malfunzionamenti
Data: Mercoledì, 05 agosto 2015 ore 01:00:00 CEST Argomento: Opinioni
I
professionisti della scuola sono soggetti che progettano, che
realizzano o che progettano e realizzano processi volti al
conseguimento dei risultati attesi [In rete: "Insegnare matematica dopo
il riordino"]
Un indirizzo di pensiero suffragato dalla norma sull'autonomia
scolastica che "si sostanzia nella
progettazione e nella realizzazione di interventi di educazione,
formazione e istruzione mirati allo sviluppo della persona umana",
prescrizione cestinata dalla legge 107/15 [In rete "La vena reazionaria
de La buona scuola"].
Una definizione fondata su "progettazione" che è
- ideata all'interno d'un contesto;
- finalizzata al conseguimento di specifici risultati;
- la caratteristica delle organizzazioni che, capitalizzando il
vissuto, apprendono.
L'ambito
in cui nasce il problema educativo
Il vorticoso cambiamento del mondo contemporaneo, l'incontrollabile
dilatazione del campo dei problemi, l'esplosione delle conoscenze,
rendono imprevedibile lo scenario con cui interagirà lo studente che
accede alla scuola secondaria.
Un'incertezza che implica l'individuazione di variabili non soggette
all'usura del tempo, la cui determinazione consente di fissare la
finalità del sistema scolastico.
L'art. 2 della legge 53/2003, in conformità a tale presupposto, recita:
"È promosso l'apprendimento in tutto l'arco della vita e sono
assicurate a tutti pari opportunità di raggiungere elevati livelli
culturali e di sviluppare le capacità e le competenze, attraverso
conoscenze e abilità, generali e specifiche, coerenti con le attitudini
e le scelte personali, adeguate all'inserimento nella vita sociale e
nel mondo del lavoro, anche con riguardo alle dimensioni locali,
nazionale ed europea" .
Ne discende la strumentalità di conoscenze e abilità: rappresentano
opportunità per la messa a punto di occasioni d'apprendimento [Il
significato di apprendimento è circoscritto in "All'origine della
dispersione scolastica", visibile in rete].
La buona scuola banalizza il problema educativo ancorandolo al presente:
Art. 33 - "Al fine di incrementare le opportunità di lavoro e le
capacità di orientamento degli studenti, i percorsi di alternanza
scuola-lavoro sono attuati, negli istituti tecnici .. e professionali,
per una durata complessiva, nel secondo biennio e nell'ultimo anno del
percorso di studi, di almeno 400 ore e, nei licei, per una durata
complessiva di almeno 200 ore nel triennio".
Art. 40 - "Il dirigente scolastico individua, gli enti pubblici e
privati disponibili .. e stipula apposite convenzioni anche finalizzate
a favorire l'orientamento scolastico e universitario dello studente".
Un appiattimento confermato dall'art. 56: "Al fine di sviluppare e di
migliorare le competenze digitali degli studenti e di rendere la
tecnologia digitale uno strumento didattico di costruzione delle
competenze in generale, il Ministero dell'istruzione, dell'università e
della ricerca adotta il Piano nazionale per la scuola digitale, in
sinergia con la programmazione europea e regionale e con il Progetto
strategico nazionale per la banda ultralarga", norma decodificata
in "La scuola regredisce. Dal Piano Nazionale Informatica al Piano
Nazionale Scuola Digitale", visibile in rete.
I
risultati attesi
Al termine dell'obbligo scolastico e della secondaria superiore le
commissioni d'esame devono certificare le competenze che gli studenti
hanno esibito: la valutazione del grado di conseguimento della finalità
istituzionale.
Razionalità avrebbe voluto che gli estensori de La buona scuola, prima
di elaborare il testo del provvedimento, avessero ricercato e
identificato il contenuto di tale parola; si sono limitati a
aggettivarla: linguistiche, logico-matematico e scientifiche, digitali,
in materia di cittadinanza attiva ... i principi fondanti la prassi
progettuale sono elusi.
Un primo raffinamento della problematica è in rete: "La professionalità
dei docenti: un campo inesplorato".
L'organizzazione
che apprende
La complessità dei problemi si domina procedendo per raffinamenti
successivi: il problema principale é scomposto in sottoproblemi che, se
non elementari, sono a loro volta smembrati.
I decreti delegati del 74 sono una puntuale applicazione dei dettami
delle scienze dell'organizzazione: a soggetti diversi è affidato un
preciso mandato che esplicita, puntualizzando, i traguardi da
conseguire. Questi, una volta ottenuti i risultati, consentono di
capitalizzare gli scostamenti rilevati e migliorare l'incisività del
servizio scolastico. In rete: "Coraggio! Organizziamo le scuole"
tratteggia la via risolutiva, esplicitando i nodi di feed-back.
La legge 107/15 non riconosce la dimensione del problema
educativo, lo semplifica, snaturandolo. Le responsabilità
strategiche sono attribuite al dirigente scolastico. Il Consiglio di
Circolo/d'Istituto è esautorato: il TU 297/94 gli aveva affidato la
responsabilità di "Elaborare e adottare gli indirizzi generali" e
quella di deliberare "I criteri generali della programmazione
educativa" al fine di orientare il lavoro del Collegio dei Docenti,
prerogative confermate e rinforzate dal DPR sull'autonomia delle
istituzioni scolastiche.
Il buon padre di famiglia, prima di ogni sostituzione, ricerca e
individua le cause dei malfunzionamenti.
Nella presentazione alle Camere de La buona scuola si afferma, senza
portare alcun argomento a sostegno della tesi: "Il testo unico infatti,
risalente al 1994, non risulta più coerente con la legislazione
vigente". [CFR. in rete "I responsabili del disservizio scolastico sono
premiati"].
Enrico Maranzana
zanarico@yahoo.it
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