Scuola, compattare l'orario... si può! Sperimentando una delle idee del Movimento delle Avanguardie educative, la 'Compattazione del calendario scolastico'
Data: Martedì, 04 agosto 2015 ore 02:00:00 CEST Argomento: Rassegna stampa
La "Compattazione del calendario scolastico" è una
delle idee delle Avanguardie educative che a Novembre
2014, quando è stato lanciato il Movimento,
ha destato timidi interessi; ma poi, nel corso dell’anno, ha raccolto
molte adesioni da parte delle scuole adottanti. Partita con 3 scuole
capofila - l’IIS "Luca Pacioli" di Crema (CR), il Liceo Linguistico e
Istituto Tecnico Economico statale "Marco Polo" di Bari e l’IISS
"Ettore Majorana" di Brindisi -, adesso conta 25 scuole che, da
settembre 2015, sperimenteranno questa nuova organizzazione del tempo
scolastico.
La compattazione è un’idea complessa; nell’immaginario collettivo a
volte rischia di essere associata unicamente a una diversa
distribuzione del tempo; si tratta in realtà di una metodologia
didattica che rivoluziona la scuola nelle sue dinamiche organizzative e
relazionali con effetti verso gli
studenti e il loro modo di apprendere, verso i docenti e il loro modo di
insegnare, verso l’istituzione
scolastica e le sue dinamiche di management.
Certamente il primo effetto derivante dall’introduzione della
compattazione è lo scardinamento dell’organizzazione temporale della
giornata scolastica e, per questa ragione, richiede una grande
attenzione nella progettazione dell’orario; a cascata, però, interessa
tutte le dimensioni che fanno parte della scuola.
Robert Lynn Canady e Michael D. Rettig (1995) non a caso l’hanno
definita un vero e proprio vettore di cambiamento («a catalyst for
change»).
In pratica, essa consiste nella distribuzione del numero di ore di una
disciplina in modo non omogeneo nell’arco dell’anno scolastico. Ad
esempio, matematica in una delle scuole capofila viene insegnata solo
nel 1° quadrimestre: anziché avere tre ore di matematica distribuite
nell’arco di tutte le settimane dell’anno, ne vengono svolte sei a
settimana in modo che l’intero corso possa essere completato nel
quadrimestre.
Ci sono quindi materie che vengono insegnate unicamente nel primo
quadrimestre e materie che vengono insegnate solo nella seconda parte
dell’anno, seguendo anche una logica di propedeuticità.
Questa modalità didattica ha radici lontane che risalgono alle
sperimentazioni introdotte in ambito statunitense negli anni Sessanta
come strumento per coinvolgere maggiormente gli studenti e migliorare
il loro rendimento.
Il primo che in USA ha formalizzato una diversa distribuzione
dell’orario scolastico è stato Lloyd Trump (1959). Il Flexible Modular
Scheduling (FMS) o Trump Plan, come è stato chiamato dal nome del suo
ideatore, si basava su moduli di 20 minuti e aveva la finalità, così
come specificato da Trump, di «eliminate the rigid class schedule of
the traditional high school and replace it with instructional sessions
of varying lenght» (Lynn Canady, Redding, p. 14). Massicciamente
sperimentato negli Stati Uniti negli anni Settanta e Ottanta è stato
poi abbandonato. Negli anni Novanta, così come ricostruito in Linsday
(2013), hanno iniziato a diffondersi forme di sperimentazione di
compattazione del calendario scolastico derivanti dall’FMS di Trump.
L’esperienza americana individua attualmente alcune possibili
variazioni (McLeod, Fisher, Hoove 2003):
- 4 per 4 (four-by-four):
l’anno scolastico è organizzato in 2 semestri. Le materie che
generalmente durano un anno vengono completate nell’arco di un solo
semestre;
- giorni alterni
(alternate-day block schedule o A/B): 6 o 8 materie affrontate a giorni
alterni; gli insegnanti fanno lezione ogni giorno a metà dei loro
studenti;
- 2 blocchi più grandi e 3 blocchi
standard per giorno (two large blocks and three standard-sized
blocks per day): l’anno scolastico è diviso in trimestri della durata
di 60 giorni ciascuno. Le materie che occupano i 2 grandi blocchi
cambiano ogni trimestre;
- alcune materie vengono insegnate
tutti i giorni (ad esempio lingue straniere), altre, che
occupano blocchi più lunghi di tempo, vengono affrontate a giorni
alterni;
- sei materie (six
courses): sei materie ogni giorno, tutti i giorni della settimana;
- sette materie (seven
courses): sette materie ogni giorno, tutti i giorni della settimana
(Canady & Rettig 1995).
Fra questi, i modelli più utilizzati sono 4 per 4 e giorni
alterni.
In Italia le scuole capofila dell’idea si muovono su due varianti: 1)
compattazione simmetrica o totale (“Pacioli”, “Marco Polo”,
“Majorana”); 2) compattazione asimmetrica o parziale (“Pacioli”).
La compattazione simmetrica o totale
prevede che alcune discipline del percorso di studi siano svolte solo
nel primo quadrimestre, per un numero doppio delle ore curricolari
previste; al termine del primo quadrimestre viene effettuata una
valutazione finale che viene riportata nello scrutinio di fine anno.
Altre discipline, per un equivalente numero di ore settimanali, vengono
proposte solo nel secondo quadrimestre.
La compattazione asimmettrica o
parziale, prevede invece una suddivisione non equivalente tra il
primo e il secondo quadrimestre del monte ore totale della disciplina
(esempio: 2/3 del monte ore nel primo quadrimestre e 1/3 nel secondo).
Adottare la compattazione del calendario significa per una scuola ridisegnare le coordinate spazio-temporali
della sua organizzazione tradizionale in funzione anche dei bisogni di
apprendimento degli studenti. In generale la compattazione incide sul
“tempo” della didattica, ma a cascata cambia radicalmente il modo in
cui l’attività formativa è organizzata, sia in classe che nel lavoro a
casa di docenti e studenti.
Dal punto di vista del
docente, la compattazione
spinge naturalmente l’insegnante a ripensare il classico modello
frontale di interazione con lo studente. Potendo contare infatti su un
numero maggiore di ore continuative a disposizione, si viene a creare
un ambiente classe più flessibile, in cui gli insegnanti possono usare
stili di insegnamento vari e interattivi. Un’organizzazione di questo
tipo, inoltre, favorisce il dialogo e la collaborazione fra i docenti
che sono spinti a progettare insieme le attività didattiche e a
lavorare anche in interclasse, scomponendo due o più classi e
riaggregandole per livelli omogenei o per fasce d’interesse. Si
assiste, nelle esperienze delle scuole capofila dell’idea, quindi,
all’introduzione e alla sperimentazione di strategie didattiche
diversificate (flipped classroom, contenuti didattici digitali (CDD), debate, spaced learning) e a una maggiore
personalizzazione della lezione in classe, sulla base delle effettive
necessità degli studenti. Infine, scegliendo di affrontare alcune
materie nella prima parte dell’anno e altre nella seconda, la scuola ha
la possibilità di attuare un calendario scolastico che tenga conto di
eventuali propedeuticità.
Dal punto di vista
degli studenti, questa
metodologia favorisce la creazione di un rapporto diretto con il
docente che, trascorrendo un tempo più lungo e “compattato” con la
propria classe, riesce a comprendere meglio i bisogni dei singoli e a
intercettare in modo tempestivo eventuali difficoltà. Inoltre,
l’introduzione di diverse modalità per apprendere una materia riesce a
rendere le ore dedicate allo studio più dinamiche. La possibilità per
lo studente di concentrarsi su un numero inferiore di materie
contemporaneamente, favorisce uno studio più concentrato e
approfondito, riducendo il senso di frammentazione e disorientamento.
Infine, la possibilità di introdurre momenti di verifica degli
apprendimenti più ravvicinati nel corso del quadrimestre e di creare
gruppi classe differenziati per livello di apprendimento o per fasce di
interesse può agevolare il raggiungimento degli obiettivi disciplinari.
Sintetizzando, i principali benefici che la letteratura (Cawelti, 1994)
riconosce alla compattazione del calendario scolastico, e che le scuole
capofila dell’Idea hanno riscontrato nella loro sperimentazione
quotidiana, sono:
- miglioramento delle modalità di
insegnamento e di apprendimento: i docenti dispongono di più
tempo per organizzare le lezioni, per affrontarne i concetti chiave e
verificare l’andamento della classe; gli studenti possono provare
un’ampia gamma di attività finalizzate a intercettare i loro diversi
stili cognitivi;
- riduzione della frammentazione
nel processo di apprendimento e di insegnamento: studenti e
docenti possono concentrare l’attenzione su poche materie, in questo
modo gli insegnanti sono in grado di seguire da vicino gli studenti e
questi ultimi possono assimilare con più facilità i contenuti.
Compattazione significa anche evitare le frequenti transizioni da una
materia all’altra e ridurre il tempo dedicato alle attività di gestione
della classe (come, ad esempio, il momento dell’appello);
- personalizzazione degli
apprendimenti: ogni studente può progredire secondo il proprio
passo;
- miglioramento delle relazioni
interpersonali tra docenti e studenti: il maggior tempo a
disposizione permette loro di conoscersi più in profondità;
- aumento della collaborazione fra
docenti: la compattazione necessita, per una adeguata
implementazione, di una programmazione congiunta delle attività
didattiche (Rettig & Canady 1996);
- miglioramento degli
apprendimenti degli studenti: si registra un generale
miglioramento dei risultati degli apprendimenti degli studenti e si
riduce il drop-out (O’Neil 1995; Eineder & Bishop 1997);
- miglioramento del clima interno:
gli studenti hanno un atteggiamento positivo nei confronti della
scuola, vanno volentieri a lezione;
- il ritmo della scuola rallenta:
la minore frammentazione favorisce l’instaurarsi di tempi più distesi
per affrontare la didattica (O’Neil 1995);
- non occorrono fondi aggiuntivi:
è un cambiamento che può essere messo in atto a costo zero, anche se
può essere utile prevedere dei percorsi di formazione per i docenti
coinvolti (Rettig & Canady 1996).
La compattazione è dunque prima di tutto una metodologia didattica.
Riorganizzare l’orario scolastico sulla base di blocchi temporali più
lunghi di quelli tradizionali implica “la
ricerca di un nuovo modo di insegnare, più vicino e attento alle
esigenze dello studente”. Con la modifica dell’assetto
tradizionale dell’orario e della scansione dell’anno scolastico, si
cerca infatti come fine ultimo di superare le problematicità di
interventi didattici frammentari e, pertanto, dispersivi.
Gli orizzonti di riferimento del Manifesto delle Avanguardie educative ai quali,
nello specifico, si richiama la “Compattazione del calendario
scolastico” sono il n. 4 e il n. 5, ossia: Riorganizzare il tempo del
fare scuola e Riconnettere i saperi della scuola e i saperi della
società della conoscenza.
Stefania Chipa e Lorenza Orlandini
Indire.it
Riferimenti bibliografici
Antinucci, F., La scuola si è rotta. Perché cambiano i modi di
apprendere, Editori Laterza, Roma, 2003.
Calvani, A., Teorie dell'istruzione e carico cognitivo, Erickson,
Trento, 2009.
Cawelti, G., High School Restructuring: A National Study, Educational
Research Service, Arlington, Virginia, 1994.
Canady, R.L., Rettig, M.D., Block Scheduling: A Catalyst for Change in
High Schools, Eye on Education, Princeton, New Jersey, 1995.
Lindsay, J., The case against Block Scheduling,
www.jefflindsay.com/Block3.shtml
Regional Educational Laboratory, Block Scheduling: Innovations with
Time Northeast and Islands, A Program of The Education Alliance at
Brown University, Office of Educational Research and Improvement
(OERI), Department of Education, 1998.
Sharan, S., Shachar, H., Levin, T., The Innovative School: Organization
and Instruction, Bergin & Gravey, West Port, 1999.
|
|