Selezione dei prof, si cambia Classi di concorso tagliate di 1/3
Data: Lunedì, 03 agosto 2015 ore 01:00:00 CEST Argomento: Rassegna stampa
Con la
revisione, passano da 168 a 114. Il rischio di un annacquamento delle
competenze dei prof che così potranno insegnare più materie «affini» -
Il Consiglio dei Ministri ha avviato l’esame del Regolamento di
revisione delle classi di concorso che vengono rese coerenti con gli
indirizzi di studio della riforma delle superiori avviata nel 2010
dall’allora ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini e adeguate ai
titoli universitari dell’attuale ordinamento. Le classi di concorso
indicano, attraverso un codice alfanumerico, l’insieme di materie che
possono essere insegnate da un docente. Ogni classe prevede specifici
titoli di accesso ai percorsi abilitanti. Una giungla di lettere e
numeri. Solo per fare qualche esempio, A59 è la classe di concorso per
chi aspira a insegnare matematica e scienze alle medie (in un caso su
due si tratta di laureati in Biologia). A47 quella per i prof di
matematica nel biennio dei licei e nei 5 anni degli istituti tecnici,
provenienti da una ventina di corsi di laurea diversi (con una
curiosità: un laureato in Ingegneria può insegnare matematica e fisica
al biennio del liceo ma non alle medie). A49 è quella dei prof di
matematica e fisica del triennio (in questo caso valgono solo la laurea
in Matematica, Fisica, Astronomia e Discipline Nautiche).
Rischio annacquamento delle competenze
Con la revisione avviata oggi, vengono accorpate e semplificate quelle
esistenti (che passano da 168 a 114) e ne vengono introdotte di nuove.
Ad esempio vengono accorpate elettronica ed elettrotecnica; la nuova
classe di tecnologie e tecniche della comunicazione ne accorpa ben sei
di quelle attualmente in vigore e le classi di concorso di arte sono
state accorpate per settore produttivo. Lo scopo? «Una maggiore
fungibilità dei docenti: l’accorpamento consente di aumentare il numero
di posti per classe di concorso e il tasso di sostituibilità degli
insegnanti», spiega il comunicato di Palazzo Chigi. In altre parole, lo
stesso docente potrà insegnare ancora più materie di quelle tre o
quattro alle quali già adesso è abilitato dalla propria classe di
concorso. Con il rischio, però, di un annacquamento delle competenze,
soprattutto per le materie tecnico-scientifiche. Non sempre infatti un
prof utilizzato per insegnare una materia affine alla propria ha
davvero le competenze necessarie per farlo.
Nuove classi di concorso
Fra le 11 nuove classi di concorso c’è l’insegnamento nella scuola
secondaria di I e II grado, fra cui la A23, Lingua italiana per
discenti di lingua straniera (il cosiddetto Italiano lingua due di cui
la legge 107 sulla Buona Scuola prevede il potenziamento), e alcune
classi relative a nuovi indirizzi della scuola di secondo grado come
quello musicale e coreutico (Tecnica della danza classica, Tecnica
della danza contemporanea, Tecniche di accompagnamento alla danza,
Tecnologie musicali, Teoria analisi e composizione). Vengono anche
introdotte due nuove classi di concorso che riguardano posti di
insegnante di materie tecnico-pratiche.
Il ministro Giannini: «Primo passo per il prossimo concorso»
«La revisione delle classi di concorso è il primo passo per poter
avviare le procedure del prossimo concorso per insegnanti - dichiara il
Ministro Stefania Giannini - Dopo il Piano straordinario di assunzioni
di quest’anno torneremo infatti a bandire regolarmente concorsi per
entrare nella scuola». Uno ogni tre anni a partire dal prossimo che
verrà indetto entro il primo dicembre 2015.
Laureati in Scienze politica in cattedra
Con l’adeguamento delle classi di concorso ai nuovi ordinamenti
universitari, alcune categorie di laureati finora escluse
dall’insegnamento di materie coerenti con il loro piano di studi
potranno accedere agli specifici percorsi abilitanti. Ad esempio i
laureati in Scienze politiche potranno insegnare discipline giuridiche
ed economiche (diritto ed economia sono anch’esse due materie di cui la
legge 107 prevede il potenziamento). L’iter del Regolamento prevede ora
il passaggio in Conferenza Unificata, al Consiglio di Stato, nelle
Commissioni parlamentari e per il via libera definitivo, nuovamente in
Consiglio dei Ministri.
Redazione Scuola
Corriere.it
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