L'unicobas sul (sui) referendum contro la cd. 'Buona Scuola'
Data: Giovedì, 23 luglio 2015 ore 00:30:00 CEST
Argomento: Sindacati


Lo strumento referendario non è l'unico, ma va sicuramente adito di fronte ad una legge che, tanto per cominciare, è palesemente anticostituzionale. Così ha deciso un congruo numero di strutture, comitati, realtà di movimento, presenti anche FLC CGIL ed Unicobas, riunitesi a Roma il 12 Luglio scorso per iniziativa dei sostenitori della Legge di Iniziativa Popolare per una scuola democratica, di qualità e rispettosa della libertà d’insegnamento (poiché la LIP comprende e sviluppa tutto ciò che invece tralascia e distrugge la L. 107).

Ma la tempistica relativa all'approvazione dell'indegno piano-Renzi, le norme generali preposte a regolare le campagne referendarie, nonché la necessità di meditare e redigere quesiti capaci di affermarsi 'politicamente' (e non solo sindacalmente) nel Paese, nonché di superare il vaglio della Cassazione e dell'Alta Corte hanno suggerito riflessione, escludendo campagne affrettate con il rischio di inutili 'protagonismi' senza costrutto, rinviando l'esame operativo della questione a scuole aperte, nell'Assemblea Nazionale prevista per il prossimo 6 Settembre con una riflessione pubblica e collettiva. A quella decisione, convintamente sostenuta, l'Unicobas resta vincolato.

Quella decisione ha valore ‘a priori’, proprio perché assunta nel rispetto e nell’ascolto reciproco, senza la benché minima volontà di 'ostracizzare nessuno'. Non c'è chi non veda la necessità del più ampio coinvolgimento possibile di forze, a partire dalle varie anime che hanno condiviso e fatte maturare le lotte espresse dall'insieme della categoria.
Inutile negarsi che, stante l’attuale situazione, prodotto dell’assenza di interlocuzione da parte del Comitato di Napoli 'Leadership alla scuola' promotore del quesito sull'abrogazione totale, presente ma ‘muto’ all’Assemblea del 12 Luglio, come del tentativo (che parrebbe ‘rientrato’) di ‘fuga in avanti’ solitaria di Civati, ma forse anche di una responsabilità collettiva dovuta ad un’affrettata, generale, riflessione sulla dinamica dei tempi, si sente quanto mai la necessità di senso di responsabilità, di una presa di coscienza 'politicamente laica', alta, ‘terza’, seria ed attenta, presenti tutti, senza preclusioni, assumendosi ognuno le proprie responsabilità: una riflessione estremamente partecipata ed altrettanto condivisa, svolta in primis direttamente dal Movimento plurale e protagonista che ha riempito le piazze e bloccato le scuole ma nella consapevolezza di quanto sia, come sempre, difficile indicare senza errori il percorso da seguire.

Stefano d'Errico (Segretario Nazionale)





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