Il movimento della scuola a Civati: 'Stop al referendum solitario'
Data: Domenica, 19 luglio 2015 ore 02:30:00 CEST Argomento: Rassegna stampa
Un referendum
per abrogare la riforma Renzi della scuola tira l’altro. Dopo quello
contro il «preside-manager» depositato da Pippo Civati, insieme ad
un pacchetto di sette quesiti che riguardano gli aspetti più
svariati delle politiche governative, ne arriva un altro. È stato
depositato in Cassazione dal «comitato nazionale Leadership
alla scuola» che vuole «abrogare in toto la riforma». Sempre ammesso
che la Corte giudichi ammissibili queste proposte, i promotori
dovranno raccogliere 500 mila firme rispettivamente entro il 30 e
il 25 settembre.
Tutto questo accade nella settimana più calda dell’anno, dove i
colpi di sole sono numerosi, dopo che il presidente della
Repubblica Sergio mattarella ha firmato il testo della legge
approvata in maniera definitiva dalla Camera il 9 luglio scorso. La
confusione è arrivata al punto che, dopo una serie di confronti con
i soggetti organizzati del movimento della scuola, Civati ha
annunciato che non raccoglierà le firme sul quesito della scuola.
Un’indecisione prodotta anche da un fuoco di fila di comunicati,
documenti e blog con i quali il movimento ha criticato l’ex
deputato Pd alla prima prova politica da outsider. La tentazione
del referendum contro la «Buona Scuola» di Renzi si è impadronita
anche di Maurizio Landini che l’ha ribadita in un intervento
all’assemblea nazionale della Fiom della settimana scorsa, ma con
una postilla decisiva: «È importante partire dalle persone che
lavorano nella scuola» ha detto.
Il movimento teme uno sfilacciamento dell’azione politica che, per
la prima volta da anni, ha riunito tutti i sindacati della scuola,
creando un pluralismo tra associazioni e organizzazioni
studentesche. Il rischio è anche quello della proliferazione di
proposte referendarie incerte nella formulazione, ingestibili
per la tempistica a scuole chiuse, dannose per la ripresa di una
lotta all’inizio dell’anno scolastico. Già domenica 12 luglio
l’assemblea nazionale del movimento della scuola aveva preso le
distanze da questo approccio (Il Manifesto, 15 luglio).
«Il referendum – conferma Bruno Moretto, esponente del movimento
bolognese – deve partire dal mondo della scuola per allargarsi alla
società con l’obiettivo di farne una battaglia generale, culturale
e di civiltà che parli trasversalmente a tutti». La proposta è
incontrarsi in un’assemblea a Bologna il prossimo 6 settembre per
decidere sulle modalità del referendum. Il sindacato Gilda ha
lanciato un appello per costituire un comitato promotore a
settembre. «Questi referendum possono affascinare una platea
frustrata dal senso della sconfitta, ma è necessario evitare
iniziative velleitarie – ha scritto ieri sul suo blog su
MicroMega Marina Boscaino, una delle voci del movimento – Ogni azione
dovrebbe nascere da un contatto allargato con il mondo della scuola
per poi collegarsi ad altre iniziative referendarie. Occorrono
riflessione e ponderazione».
Il quesito referendario di Civati «rischia di depotenziare un
dispositivo articolato e ricco di virtuali (per ora) ingiurie
alla Costituzione — aggiunge Boscaino — Affidargli una funzione
risolutiva rischia di configurare un inganno di spendibilità
mediatica, ma di scarsa efficacia politica». Il referendum,
dunque, potrebbe essere uno degli strumenti per attaccare la legge
Renzi all’inizio dell’anno, non l’unico. «A Civati — conclude Boscaino
— chiediamo di prendere davvero le distanze dalle pratiche
autoreferenziali e interventiste del suo ex alleato Renzi,
dimostrando concretamente che “è possibile” che un’idea
democratica possa alimentare l’istruzione italiana».
Autonomia, pluralismo, collegialità. Sono i temi del movimento
della scuola sui quali potrà riflettere, oggi e domani, la
convention di «Possibile» a Firenze.
Roberto Ciccarelli -
Ilmanifesto.info
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