Scuola, ok definitivo della Camera. Nel Pd 5 no, 24 non votano - Dalle assunzioni dei precari alla valutazione dei prof ecco le novità
Data: Giovedì, 09 luglio 2015 ore 14:57:51 CEST Argomento: Rassegna stampa
Riforma scuola, ok
definitivo della Camera. Dal Pd 5 no, 24 non votano
Via libera definitivo della Camera al disegno di legge di riforma della
scuola. I sì sono stati 277, i no 173, gli astenuti quattro. Hanno
votato a favore Pd, Ap, Sc. Contrari Lega, Fi, M5s e Fdi. Ieri l'aula
aveva respinto tutti gli emendamenti presentati dalle opposizioni
(circa 150). Durante le dichiarazioni di voto finali non sono mancati
momenti di tensione e proteste di Sel, Lega e M5S fortemente critici
sul Ddl; Fratelli d'Italia, con Giorgia Meloni, che ha accusato il
premier «umiliare le istituzioni scolastiche». No anche da Forza Italia.
Bersani, Speranza e Cuperlo non
votano. Sì di quattro “verdiniani”
In casa Pd sono cinque (Alfredo D'Attorre, Carlo Galli, Angelo
Capodicasa, Vincenzo Folino, Giuseppe Zappulla) gli esponenti della
minoranza che hanno votato contro la riforma della scuola; 24, invece,
le assenze “non giustificate”, ovvero i deputatid che al momento del
voto finale non erano in Aula per ragioni politiche . Tra questi
Pierluigi Bersani, Roberto Speranza e Gianni Cuperlo. Sono stati
quattro i deputati di Forza Italia “verdiniani” che hanno votato a
favore della riforma della scuola, contrariamente al resto del gruppo.
I quattro azzurri, vicini al senatore toscano Denis Verdini, che hanno
dato il loro voto favorevole al ddl sono d'Alessandro, Faenzi, Parisi e
Mottola.
Giannini: riforma non è atto
finale, ma iniziale
«Questo non è un atto finale» ma «l'atto iniziale di un nuovo
protagonismo della scuola». Così il ministro dell'Istruzione, Stefania
Giannini, dopo l'approvazione in via definitiva della riforma della
scuola. Quanto ai numeri ristretti per la maggioranza, con soli 277
voti favorevoli, Giannini ha commentato: «Dipende dalle assenze più che
dal dissenso», ma la riforma della Scuola ha avuto «un percorso che ha
sempre visto il governo compatto». E ha ricordato i «tre miliardi a
regime dal prossimo anno per la scuola» con il ddl approvato oggi.
Protesta Lega e Sel in Aula,
seduta sospesa
Stamattina è andata in scena la protesta della Lega nell'Aula della
Camera durante le dichiarazioni di voto sulla riforma della scuola. I
deputati del Carroccio hanno esposto cartelli con la scritta «giù le
mani dai bambini» contro la norma sull'educazione di genere. La seduta
è stata sospesa per pochi minuti e il capogruppo Massimiliano Fedriga è
stato espulso dall'Aula. Proteste anche dei deputati di Sel, che hanno
esposto in Aula cartelli con i colori della bandiera greca e la
scritta: “Oxi (No, ndr) alla buona scuola di Renzi”. I parlamentari
hanno appoggiato i cartelli di protesta sui banchi, per poi mostrarli
-richiamati all'ordine dal presidente di turno Roberto Giachetti- al
termine della dichiarazione di voto in cui hanno annunciato il voto
contrario al ddl.
M5S legge in coro articoli
Costituzione
Diversa la modalità scelta dal M5s per esprimere il proprio dissenso
sulla riforma. Tutti i deputati di M5S hanno letto, in coro ed in
piedi, i tre articoli 3, 33 e 34 della Costituzione dedicati alla
Scuola ed alla ricerca. La lettura è andata avanti anche dopo la fine
del tempo a disposizione di M5S in dichiarazione di voto finale sulla
riforma della scuola, nonostante i richiami del vicepresidente Roberto
Giachetti, che chiedeva a Simona Malpezzi del Pd di avviare il suo
intervento. Ma i M5S non si sono fermati fino alla fine dell'art. 34
della Carta, esplodendo poi in una applauso.
Brunetta: se referendum su riforma
scuola, pronti a abrogarla
No alla riforma anche da Forza Italia. «Questa riforma della scuola è
una mescolanza di clientelismo di sinistra, cigiellino, e di
velleitarismo liberal, il tutto male assortito» ha dichiarato in una
nota Renato Brunetta, capogruppo azzurro alla Camera. E ancora: «Non
c'è merito, c'è semplicemente l'occupazione del potere. Penso che si
arriverà anche ad un referendum e noi al referendum voteremo sì, per
l'abrogazione di questa cattiva legge».
Malpezzi (Pd): menzogne da
opposizione
Simona Malpezzi (Pd) in Aula alla Camera per le dichiarazioni di voto
finali, ha difeso la riforma dalle «menzogne» delle opposizioni. «Sulla
scuola - ha detto - esiste un testo chiaro, ma ci siamo resi conto che
ci siamo esposti a un dialogo basato sulla menzogna, che ha insistito
sul preside-sceriffo che non esiste, sulla chiamata diretta che non
esiste. Menzogna è quella della scuola `governativa´, che l'opposizione
vorrebbe suddita del governo: noi potenziamo l'indipendenza delle
scuole; menzogna è anche quella sugli albi territoriali, che sono
propedeutici per un lavoro finalmente in rete tra le scuole. Menzogna è
quella della teoria del gender: noi siamo contro ad ogni tipo di
discriminazione», e nel testo «il gender non c'è».
Cgil: pagina nera per democrazia.
Cisl: pessima giornata per istruzione
I sindacati hanno ribadito tutta la loro contrarietà al ddl. «Oggi è
stata scritta una pagina nera per la democrazia del nostro Paese» ha
dichiarato il segretario generale della Flc Cgil, Domenico Pantaleo,
per il quale «questa legge riporta l'istruzione indietro nel tempo,
toglie diritti, non risolve il problema della precarietà». Non solo.
«L'inizio dell'anno scolastico - ha avvertito Pantaleo - sarà molto
problematico, anche perche' la mobilitazione proseguirà». Di «brutta
legge, che non risolve ma aumenta i problemi della scuola, ridotta
ancora una volta a pretesto per giochi politici fini a sè stessi» ha
parlato invece il segretario generale della Cisl Scuola, Francesco
Scrima.
Dalle assunzioni dei precari alla
valutazione dei prof ecco le novità delle riforma
L'Aula della Camera ha approvato in via definitiva il disegno di legge
di riforma della scuola. Il provvedimento porterà in cattedra a
settembre 47mila docenti precari, a cui se ne aggiungeranno altri
55mila nel corso del prossimo anno scolastico; introdurrà un inizio di
chiamata diretta (ma solo dal 2016) da parte dei presidi, rafforzerà
l'alternanza scuola-lavoro e avvierà l'era della valutazione degli
insegnanti per distribuire 200 milioni legati al merito. Ecco l'Abc del
provvedimento.
1. Riforma scuola/Assunzioni per
100mila precari
Via libera a un piano straordinario di stabilizzazione di oltre 100mila
(102.734) docenti precari. I primi 47mila - che arriveranno da Gae
(Graduatorie a esaurimento) e vincitori dei vecchi concorsi -
occuperanno i posti da turn over, quelli disponibili e quelli
aggiuntivi sul sostegno. Dio questi, poco più di 36mila saranno immessi
in ruolo entro metà agostom mentre gli altri 11mila saranno
stabilizzati a settembre. Il secondo contingente di 55mila posti andrà
a potenziare l'offerta formativa e costituirà il cosiddetto organico
dell'autonomia. Questi docenti saranno immessi in ruolo nel corso
dell'anno scolastico 2015-2016. Il maxi-piano di assunzioni costa a
regime poco più di 2 miliardi di euro, che verranno coperti con 3
miliardi l'anno, dal 2016, stanziati con la legge di Stabilità 2015.
2. Riforma scuola/Concorso per
60mila abilitati
Entro il 1° dicembre sarà bandito il concorso da 60mila posti riservato
agli abilitati: quelli con Tfa (Tirocinio formazione attivo) e Pas
(Percorsi abilitanti speciali) avranno diritto a un punteggio
aggiuntivo. Come spiega il Miur, grazie alle assunzioni la scuola avrà
l'8% di docenti in più, per una media di 7 per ogni istituto. Sono
fissati limiti alla reiterazione dei contratti a termine: non si potrà
andare oltre i 36 mesi, anche non continuativi, per evitare la
creazione di nuovi bacini di precari e rispettare le normative Ue. Il
tetto dei 36 mesi per la stipula di contratti a termine non sarà più
retroattivo, bensì varrà solo per le supplenze stipulate dopo il 1°
settembre 2016.
3. Riforma scuola/Autonomia
La riforma prova a rendere operativa l'autonomia scolastica. Ogni
scuola dovrà predisporre un piano triennale (Pof), rivedibile
annualmente, con le priorità didattiche e organizzative che s'intendono
realizzare. Nascerà anche, ma dal 2016, un organico dell'autonomia,
aggiuntivo rispetto a quello di diritto, che dovrà realizzare le novità
individuate dall'istituto
4. Riforma scuola/Nuovi poteri dei
presidi
Per la prima volta i presidi potranno scegliere direttamente una parte
dei docenti. La novità arriverà dall'anno scolastico 2016/2017 quando
decollerà l'organico dell'autonomia. I poteri dei presidi sono stati
ridimensionati rispetto al ddl originario. I dirigenti scolastici
potranno infatti assegnare i fondi premiali agli insegnanti meritevoli,
in base però a criteri indicati da un comitato di valutazione. Poteri
ridotti anche sul fronte del Pof, che sarà “collegiale”, perché il
preside sarà affiancato dal collegio docenti e dal consiglio
d'istituto. I dirigenti saranno valutati ogni tre anni. Tra le novità
introdotte a Palazzo Madama, la specificazione nel ddl dei criteri per
valutare i dirigenti scolastici: competenze gestionali e organizzative,
valorizzazione dell'impegno e dei meriti professionali, apprezzamento
del proprio operato nella comunità, contributo al miglioramento del
successo formativo e scolastico degli studenti, direzione unitaria
della scuola.
5. Riforma scuola/Valutazione
Gli insegnanti dal 2016 saranno valutati, ma si partirà in via
sperimentale (in attesa delle linee guida nazionali del Miur). Il ddl
stanzia 200 milioni che serviranno a premiare i docenti individuati dal
dirigente scolastico sulla base dei criteri fissati da un comitato di
valutazione formato, oltre che dal preside, da tre docenti, un
rappresentante di genitori, uno degli studenti, e un membro esterno
scelto dall'Usr (che può essere un professore, un preside, un ispettore
tecnico)
6. Riforma scuola/School bonus
Nella versione originaria le erogazioni dei privati avevano caratteri
di totale liberalità. Ora, è stato introdotto un tetto massimo di
100mila euro. Non è cambiato il meccanismo del credito d'imposta al 65%
per i primi due anni, che scende poi al 50%. Ma si prevede un fondo
perequativo: il 10% dei finanziamenti erogati è preso dal Miur che lo
distribuisce nelle scuole che hanno avuto meno fondi rispetto alla
media nazionale
7. Riforma scuola/Detrazioni per
le paritarie
Per chi iscrive i figli a una scuola paritaria è prevista una
detrazione Irpef del 19% per ogni alunno fino a un tetto di 400 euro
per le rette per elementari, medie e superiori. Viene varata una
stretta sui “diplomifici”. Entro 120 giorni partirà un monitoraggio a
tappeto del Miur sulle scuole private per verificarne gli standard.
8. Riforma scuola/Potenziata
alternanza scuola-lavoro
Il disegno di legge porta a 400 negli istituti tecnici e professionali
(a partire dal terzo anno) le ore di alternanza scuola-lavoro. Che
sbarcano anche nei licei fino a un massimo di 200 ore. L'alternanza si
potrà svolgere non solo in azienda ma anche presso gli ordini
professionali o gli enti partecipati dal Coni. Una parte dei fondi che
lo Stato stanzia per gli istituti tecnici sarà legata (per il 30%) agli
esiti dei diplomati nel mondo del lavoro. Altri 90 milioni (che
diventeranno 30 all'anno dal 2016) sono destinati subito per
l'innovazione didattica e la creazione di laboratori territoriali,
aperti anche nel pomeriggio, per orientare i giovani al lavoro.
9. Riforma scuola/Novità per gli
Its
Dal 2106 sale dal 10% al 30% la quota premiale per i migliori istituti.
Per il riconoscimento, poi, le fondazioni dovranno essere dotate di un
patrimonio, uniforme in tutt'Italia, non inferiore a 50mila euro. Dopo
il pressing delle imprese, si riconosce la possibilità che un singolo
Its possa attivare corsi in due diversi settori tecnologici. Con un
vincolo: avere un patrimonio di 100mila euro
10. Riforma scuola/Voucher da 500
euro per i docenti
Con il ddl arriva la Carta elettronica per l'aggiornamento e la
formazione dei docenti: si tratta di un voucher di 500 euro l'anno da
spendere in aggiornamento professionale attraverso l'acquisto di libri,
strumenti digitali, corsi, mostre ed eventi culturali. La formazione in
servizio diventa obbligatoria, finanziata con uno stanziamento
strutturale di 40 milioni di euro l'anno, e coerente con il Piano
dell'offerta formativa della scuola e con le priorità indicate dal
ministero.
Andrea Gagliardi
Il sole24ore.com
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