'Dio è morto per i peccati degli altri', regia di Maria Arena
Data: Lunedì, 06 luglio 2015 ore 02:30:00 CEST
Argomento: Redazione


"... confezionato per i Cinestudio sinistrorsi progressisti internazionali a cui piacerà senz'altro un film a sfondo sociale, decadente, cattocomunista, radical chic che rigidamente si attiene a tutti i più frequentati clichès di genere, con velleità di denuncia, che ripesca nel trito folclore delle festività Agatine l'identità che diversamente non avrebbe affatto -

Fatto salvo il suo valore 'storico', a me il film "Dio è morto per i peccati degli altri" della regista catanese Maria Arena non è piaciuto proprio. Mi convince poco il taglio documentaristico stravisto, e meno ancora la pretesa di raccontare un intero quartiere attraverso pochissimi personaggi tipi (qui naturalmente non si discute delle 'persone' per le quali nutriamo massima umana simpatia). San Berillo è davvero molto di più. È la prostituzione, la droga, la malavita, ma è anche le famiglie, i bambini che giocano, gli extracomunitari, le case espropriate, i progetti di molti operatori che lavorano sul territorio.

Né il film mi sembra metta del tutto a fuoco la condizione dei transessuali che non sono affatto i mostri di bruttezza e sfacelo fisico su cui l'obiettivo indugia con morboso compiacimento da epigono del più becero neorealismo, ma quasi sempre dotati di corpi scultorei da fare invidia a una donna. Quello che ci dovrebbe indignare non è né il 'mestiere', non è l'omosessualità e non è manco l'emarginazione dei benpensanti.

Personalmente lo scandalo casomai è la miseria, la povertà. Che però non è condizione del trans.
Che c'entra? Non parliamo poi del binomio Religione/Prostituzione come da vangelo.

E giù lunghe tirate di trans che parlano di Gesù, che pregano in chiesa o fanno la processione dietro alla statua della Vergine Maria. Visto. Stravisto. Il solito modo di raccontare le solite cose. L'impressione è quella di un prodotto confezionato per i Cinestudio sinistrorsi progressisti internazionali a cui piacerà senz'altro un film a sfondo sociale, decadente, cattocomunista, radical chic che rigidamente si attiene a tutti i più frequentati clichès di genere, con velleità di denuncia, che ripesca nel trito folclore delle festività Agatine l'identità che diversamente non avrebbe affatto.

Un film fatti così o lo ambienti a Catania o lo ambienti nella periferia di Buenos Aires è praticamente la stessa cosa. Dopo Pasolini, Fellini, Almodovar, cosa aggiunge questo film sempre uguale da trent'anni a questa parte?

Marta Aiello





Questo Articolo proviene da AetnaNet
http://www.aetnanet.org

L'URL per questa storia è:
http://www.aetnanet.org/scuola-news-24878347.html