Renzi-Pirro ha vinto una battaglia, ma perderà la sua guerra contro la scuola
Data: Domenica, 28 giugno 2015 ore 02:00:00 CEST Argomento: Sindacati
Renzi-Pirro, nella
sua guerra totale contro il popolo della scuola,
vince la prima battaglia, facendo strame della democrazia e della
sedicente "opposizione" interna che vota a favore della fiducia o
vigliaccamente esce dall'Aula. Ma come successe al proverbiale re
dell'Epiro, lui e il suo PD
pagheranno amaramente gli effetti della corale indignazione del mondo
della scuola. In vista per loro batoste elettorali ancora più forti,
mentre a settembre ogni scuola sarà una barricata contro il Ddl. La
mobilitazione non va in vacanza: proteste nei prossimi giorni in
tante città e il 7 luglio, in occasione del voto finale alla Camera,
manifestazione a Roma (P. Montecitorio, ore 17)
Come era purtroppo prevedibile, il ducetto Renzi ha imposto, con la
forza e con le procedure più antidemocratiche della storia parlamentare
del dopoguerra, la "fiducia" sul Ddl-cattiva scuola. Malgrado lo stesso
Senato avesse votato l'anticostituzionalità della legge, la fiducia è
stata concessa sul Ddl e su nove deleghe che intendono
sconvolgere totalmente la scuola pubblica; né i brontolii di
Grasso-Ponzio Pilato né quelli dell'invisibile (cfr.Crozza) Mattarella
lo hanno minimamente frenato. E tantomeno lo ha fatto la sempre più
grottesca e sedicente "opposizione" interna al PD che in massa ha
votato a favore o, con somma ipocrisia, è uscita dall'Aula per non
votare NO: come quello sventatamente sciagurato Corradino Mineo, che ha
avuto non solo la faccia tosta di venire a vantarsene tra i
manifestanti infuriati, ma che ha pure insultato i "sindacalisti" che
lo hanno salvato dalla pur sacrosanta rabbia popolare.
Ma se è vero che, nella sua guerra totale contro il popolo della scuola
pubblica, Renzi ha vinto la prima battaglia, la sua vittoria rimanda
esemplarmente al proverbiale Pirro, che vinceva tante battaglie qua e
là ma nel frattempo dissanguava e impoveriva il suo regno, l'Epiro, che
alla fine crollò miseramente. Continua a sorprenderci, in tal senso,
l'incredibile sottovalutazione dell'intreccio tra la grandiosa
mobilitazione del popolo della scuola pubblica e i clamorosi e ripetuti
tracolli elettorali del PD. Vista anche ieri la furia nelle piazze
contro il PD, la speranza che il popolo della scuola pubblica
dimentichi l'ignobile misfatto della "cattiva scuola" è pura follia:
quei protagonisti dell'istruzione pubblica, collegati ad un vastissimo
"indotto" sociale che ha sempre votato in larga maggioranza per il
centrosinistra e che hanno già punito drasticamente il PD togliendogli
un paio di milioni di voti nelle recenti elezioni, lo faranno ancora
più nettamente nelle prossime, e nel frattempo provocheranno un
ulteriore crollo dei consensi per Renzi e il PD.
Ma soprattutto Renzi-Pirro dovrà affrontare ben altro tipo di scontro
da settembre in poi: si passerà dalla battaglia campale ad un conflitto
di "guerriglia vietnamita", ovviamente non-violenta ma altrettanto
pervasiva, diffusa, continua e logorante per i corifei della
scuola-azienda: ogni scuola costituirà una barricata contro
l'applicazione del Ddl. I docenti non accetteranno mai di perdere la
libertà di insegnamento, di essere assunti e licenziati da un
preside-padrone che dovrebbe sceglierli follemente da Albi di migliaia
di persone, di essere premiati o puniti da un "gran Giurì" composto
dallo stesso "padrone", da alcuni colleghi, più uno studente e un
genitore (o due genitori) che nulla sanno per valutarli, e che
instaurerebbero un potere assoluto, alla Marchionne, in ogni istituto.
Si romperà ogni collegialità, lo scontro interno diverrà la norma
quotidiana, il preside-padrone dovrà affrontare non solo l'ostilità dei
non-premiati ma dotarsi anche di un buon ufficio legale.
Comunque, qui ed ora, la protesta non va in vacanza. Iniziative di
lotta si svolgeranno nei prossimi giorni in tutta Italia, con Palermo
in primo piano, che accoglierà oggi e domani ,come meritano, Giannini e
Faraone in tournée. E in occasione del voto finale alla Camera, il 7
luglio manifesteremo, insieme alle scuole, alle RSU e agli altri
sindacati, a P.Montecitorio (ore 17) per esprimere ancora una volta, e
con ancora maggior forza, la nostra indignazione e rabbia contro la
sciagurata arroganza governativa.
Piero Bernocchi - portavoce
nazionale COBAS
cobasscuolapa@fastwebnet.it
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