Le iniziative dopo lo straordinario successo del blocco scrutini
Data: Martedì, 16 giugno 2015 ore 00:30:00 CEST Argomento: Sindacati
Si è concluso
(con l'eccezione dell'Alto Adige) il blocco degli scrutini, diffuso tra
il 3 giugno (scrutini anticipati) e il 14 a seconda delle regioni, con
un successo straordinario che ha superato le più ottimistiche
previsioni, nostre e degli altri organizzatori. Oltre
centocinquantamila classi sono state bloccate, con punte plebiscitarie
soprattutto alle superiori: e nel 40% degli istituti lo sciopero è
stato totale, "a zero scrutini". Ricordiamo a stampa e TV che il
paragone tra il numero di scioperanti del 5 maggio e quello attuale non
ha alcun senso, visto che per bloccare uno scrutinio è sufficiente lo
sciopero di un solo docente e che in moltissime circostanze, per non
sprecare soldi, un singolo insegnante ha bloccato anche cinque o sei
scrutini, venendo rimborsato con le Casse di resistenza finanziate da
tutti i docenti che sostenevano la lotta. Certamente è stata di grande
importanza per tali strepitosi risultati la convocazione unitaria, e
senza precedenti (solo i COBAS in passato avevano convocato scioperi
degli scrutini, a partire da quello oceanico che segnò la nostra
nascita e affermazione nazionale), da parte di tutte le organizzazioni,
ma non va dimenticato che il 62% della categoria non è legato ad alcun
sindacato: e dunque il successo è in primo luogo dovuto alla totale
ostilità che il ddl "cattiva scuola" e la distruttiva proposta di
consegnare gli istituti a presidi padroni hanno ricevuto in tutto il
popolo della scuola, a partire da docenti ed Ata.
Constatazione che a noi sembra lampante, ma che non fa recedere il
governo dal tentativo di trovare mediazioni truffaldine all'interno del
PD - malgrado gli schiaffoni elettorali e la batosta della
"incostituzionalità" del Ddl votato in Commissione- con emendamenti che
costituirebbero una pezza peggiore del buco. Come ad esempio quello che
obbligherebbe i presidi a cambiare sede ogni tre anni (o al massimo
ogni sei), e che è un'ammissione eclatante del fatto che i presidi, una
volta resi padroni stabili della scuola, diverrebbero corruttibili e
controllabili solo con il trasferimento coatto. Ma piuttosto che
introdurre il veleno e poi cercare l'antidoto, è il caso di eliminare
il veleno! Insomma, il PD e il governo devono ritirare il Ddl: i
superpoteri vanno cancellati, in quanto distruttivi della collegialità
e dell'autonomia del lavoro docente, e del buon funzionamento della
scuola; mentre va emanato un decreto che riguardi solo l'assunzione
stabile dei precari.
Affinché questo avvenga, la mobilitazione non può conoscere pause. La
Commissione cultura dovrebbe votare gli emendamenti mercoledì 17.
Perciò, in tale giornata, si svolgeranno iniziative unitarie di
protesta in tutta Italia. In particolare a Roma, con inizio alle 17, si
terrà al Pantheon una manifestazione promossa dalle scuole, con la
partecipazione dei COBAS, degli altri sindacati che hanno indetto lo
sciopero degli scrutini, di tante RSU, comitati e strutture
studentesche e di genitori, con la presenza di numerosi senatori/trici
che si oppongono al nefasto Ddl e ad una scuola dominata da presidi
padroni. Ci auguriamo che il ddl venga bocciato nuovamente in
Commissione: ma se dovesse arrivare in Aula per il voto finale -
sembrerebbe tra il 23 e il 25 giugno - promuoveremmo giornate di
mobilitazione nazionale con manifestazioni cittadine per la bocciatura
del disegno di legge.
Piero Bernocchi portavoce
nazionale COBAS
cobasscuolapa@fastwebnet.it
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