Ddl Scuola: grane a raffica e norme dubbie. Le proteste, le ipotesi di soluzione ad alcune questioni, le richieste della Commissione Finanze del Senato
Data: Sabato, 06 giugno 2015 ore 08:25:25 CEST
Argomento: Rassegna stampa


Restano in situazione di stallo i 1.960 emendamenti depositati al Ddl Scuola almeno fino a quando, la prossima settimana, la direzione del Partito democratico non farà chiarezza si rapporti (=equilibri) con la minoranza interna.
Intanto alla fiaccolata “La cultura in piazza” di ieri, organizzata da Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola, Snals Confsal e Gilda Unams, hanno aderito anche Sel e il M5S per solidarizzare con il mondo della scuola, i genitori, gli studenti e le stesse OO.SS., in una forma irrituale, quanto efficace.
Con questa manifestazione le organizzazioni sindacali, i lavoratori della scuola, i genitori e gli studenti hanno lanciato un ulteriore segnale forte e chiaro all’esecutivo e soprattutto al Premier, che sta assumendo un atteggiamento ondivago con un tira-e-molla che non depone a favore della stessa credibilità del provvedimento.
I rimedi di Renzi
Prima che martedì si cominci a votare in Commissione Cultura del senato, il Premier vuole chiarezza sulle varie posizioni del suo partito, registrando anche che la “sua” corsa della riforma s’è rallentata parecchio: doveva essere votata in Aula entro il 15 giugno, ed invece slitterà al 26 giugno, per poi passare a Montecitorio e concludere la sua corsa a luglio inoltrato, in piena “zona rossa” per assicurare le immissioni in ruolo dal 1° settembre prossimo.
A tanto si aggiunge che il Servizio Bilancio di Palazzo Madama sta leggendo attentamente il ddl sotto il profilo finanziario perché alcune affermazioni general-generiche (“senza nuovi oneri a carico della finanza pubblica”) per i tecnici di Piero Grasso non sono sufficienti trattandosi di “mere affermazioni di principio, prive di dimostrata fondatezza” (p.e. le nuove discipline da inserire nel Pof e l’ampliamento dei docenti di sostegno).
I tempi prefissati, che si sono allungati, con approdo in Aula fissato al 26 giugno per poi tornare a Montecitorio per il passaggio finale che potrebbe arrivare solo a luglio inoltrato, inducono a pensare che si possa arrivare ad un decreto d’urgenza per assicurare le immissioni in ruolo, che sarebbe un ennesimo flop politico per i renziani che hanno resistito fino all’ultimo alla proposta – già fatta mesi addietro – di spacchettare le immissioni in ruolo assicurando tempi sereni e certi al Miur per le tutte le operazioni correlate.
Scrutini di notte e nel weekend
Contro i sindacati che hanno programmato un’ora di sciopero nei primi due giorni di scrutinio (Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola, Snals Confsal e Gilda Unams) e due giorni interi (Cobas e Unicobas), atteso che il Garante degli scioperi ha ribadito che l’astensione potrà durare solo nei giorni programmati e che non riguarda le classi terminali di terza media e quinto superiore, alcuni Ds sono corsi ai ripari fissando le riunioni durante i fine settimana e nelle ore serali, col rischio di arrivare alle ore piccole. Si tratta di un provvedimento rischioso perché l’azione di sciopero, secondo il garante, si aggancia all’ora e/o giornata programmata, ma non ha tenuto conto del dì e della notte (circostanza non prevista neppure dalle OO.SS.!) che potrebbe sparigliare ogni tentativo di blocco delle operazioni, sempre che passi indenne da parte dei Collegi dei docenti che sembrano piuttosto infastiditi dal provvedimento suggerito da presunti garanti del diritto ad oltranza (Anp, Confedir e Associazioni affini), soprattutto perché non riguarda le loro cose, perché altrimenti la penserebbero ben diversamente!
Alla direzione Pd molti si aspettano un'apertura ampia di Renzi sia sulla "chiamata diretta" dei docenti che sui super-poteri del Ds, per i quali si ipotizza anche la rotazione triennale a fine contratto, rinnovabile solo per un altro triennio, proprio per evitare quei sospetti di nepotismo e di clientele (“il radicarsi di cattive prassi”) che hanno fatto nascere e crescere molti rumors sull’argomento, ma si parla anche di rinvio al prossimo anno 2016/2017 dell’avvio degli albi territoriali con chiamata diretta da parte dei capi d’istituto. Il che significa che i neo immessi in ruolo sarebbero assunti dagli Uffici Scolastici Regionali e dagli Ambiti Territoriali ed assegnati per un anno alle scuole. Queste due ipotesi verrebbero poste per ottenere il consenso della minoranza Dem e forse anche di parte dell’opposizione nel bilanciamento dei potere dei presidi.
Modifiche in arrivo anche per lo School Bonus, nel senso che verrà riconosciuto solo per le erogazioni liberali alle scuole di ogni ordine e grado statali e paritarie "senza scopo di lucro" e che venga posto un limite complessivo all'erogazione del credito d'imposta, destinando le risorse che avanzano all'erogazione di borse di studio sia per scuole statali che per le paritarie.
Altra richiesta, stavolta della Commissione Finanze riguarda il  coordinamento delle disposizioni sulle detrazioni Irpef delle spese scolastiche (dalle scuole dell'infanzia in poi) con quanto disposto dall'articolo 15 del Tuir (Testo unico delle imposte sui redditi).
Verrà riscritto interamente anche l'articolo 3 del Ddl Scuola che riguarda il Curriculum dello studente da predisporre negli ultimi tre anni della scuola superiore, e che sarà costituito dagli "insegnamenti obbligatori e da quelli opzionali, a scelta dello studente, oltre che da insegnamenti facoltativi.

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