Recuperata l’educazione nella Buona Scuola
Data: Venerdì, 22 maggio 2015 ore 02:30:00 CEST Argomento: Redazione
Mentre si
completano i mattoni dei diversi articoli del disegno di legge 2994 di
riforma della scuola, che, approvato dalla Camera, passa al Senato in
gran parte modificato rispetto al testo originario, si registra il
permanere degli atteggiamenti di ostilità e di prevenzione verso le
nuove prospettive della scuola italiana.
Nel primo articolo originario del DDL, come è stato
più volte evidenziato, mancava del tutto il termine “educazione”
, nel nuovo testo approvato si evince una radicale differenza e si
parla infatti, di “profilo educativo”, “educazione alla cittadinanza”
ed “educazione permanente”.
FINALITÀ
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FINALITÀ
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Art. 1.
(Oggetto e finalità).
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Art. 1.
(Oggetto e finalità).
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1. La presente legge disciplina
l'autonomia delle istituzioni scolastiche, anche in relazione alla
dotazione finanziaria, allo scopo di garantire la massima flessibilità,
diversificazione, efficienza ed efficacia del servizio scolastico,
nonché all'integrazione e al miglior utilizzo delle risorse e delle
strutture, all'introduzione di tecnologie innovative e al coordinamento
con il contesto territoriale. In tale ambito, l'istituzione scolastica
effettua la programmazione triennale dell'offerta formativa per il
potenziamento della conoscenza e delle competenze degli studenti e per
l'apertura della comunità scolastica al territorio.
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1. Al fine di
innalzare i livelli d’istruzione e le competenze delle studentesse e
degli studenti, di contrastare le diseguaglianze socio-culturali e
territoriali, di prevenire e recuperare l’abbandono e la dispersione
scolastica, di affermare il ruolo della scuola nella società della
conoscenza, di costruire curricoli coerenti con i nuovi stili di
apprendimento, in coerenza con il profilo
educativo culturale e professionale degli ordini di scuola, di realizzare una scuola aperta, quale
laboratorio permanente di ricerca, sperimentazione e innovazione
didattica, di partecipazione e di educazione
alla cittadinanza attiva, di
garantire il diritto allo studio e pari opportunità di successo
formativo per gli studenti ed educazione
permanente per tutti i cittadini,
la presente legge dà piena attuazione all’autonomia delle istituzioni
scolastiche di cui all’articolo 21 della legge 15 marzo 1997, n. 59,
anche in relazione alla dotazione finanziaria.
2. Le istituzioni scolastiche
garantiscono a tali fini la partecipazione alle decisioni degli organi
collegiali e la massima flessibilità, diversificazione, efficienza
ed efficacia del servizio scolastico, nonché l’integrazione e il
miglior utilizzo delle risorse e delle strutture, l’introduzione di
tecnologie innovative e il coordinamento con il contesto territoriale.
In tale ambito, l’istituzione scolastica effettua la programmazione
triennale dell’offerta formativa per il potenziamento dei saperi, delle
competenze di studentesse e studenti e per l’apertura della comunità scolastica
al territorio, con il pieno coinvolgimento delle istituzioni e delle
realtà locali.
3. La piena realizzazione del
curricolo della scuola ed il raggiungimento degli obiettivi di cui
all’articolo 2, la valorizzazione delle potenzialità e degli stili di
apprendimento nonché della comunità
professionale scolastica con lo
sviluppo del metodo cooperativo, nel rispetto della libertà di
insegnamento, la collaborazione e la progettazione, l’interazione con
le famiglie e il territorio, sono assicurati mediante le forme di
flessibilità dell’autonomia didattica ed organizzativa prevista dal
regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica n. 275
del 1999 e in particolare attraverso:
a) l’articolazione modulare del monte-ore annuale di
ciascuna disciplina, ivi comprese attività e insegnamenti
interdisciplinari;
b) il potenziamento del tempo-scuola anche oltre i
modelli e i quadri orari, nei limiti della dotazione organica
dell’autonomia, tenuto conto delle scelte degli studenti e delle
famiglie;
c) la programmazione plurisettimanale e flessibile
dell’orario complessivo del curricolo e di quello destinato alle
singole discipline, anche mediante l’articolazione del gruppo della
classe.
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Certamente non sono le parole che modificano una legge, o fanno
cambiare idea, ma l’esplicitazione intenzionale di avviare un nuovo
percorso di educazione e formazione in maniera organica e completa
offre positive garanzie. Sarà, poi, cura degli operatori rendere dare
concretezza alle parole scritte.
I diversi quadri con i titoli degli articoli approvati costituiscono le
formelle di un mosaico che man pano prende forma e, smussati gli
spigoli e le espressioni pesanti, si comincia ad intravedere il disegno
di una scuola che potrà meglio rispondere alle esigenze dell’oggi.
La progettazione triennale, l’organico funzionale e quindi maggior
numero di posti di docenti e assorbimento dalle graduatorie ad
esaurimento, l’uso delle nuove tecnologie nella
didattica, l’alternanza scuola-lavoro, che contribuisce al curriculum
dello studente, l’interazione con il territorio e quindi un’autonomia
scolastica agita, sono tutti segni di positività che meritano
attenzione e quindi applicazione.
Fra qualche anno si vedrà se le cose nuove hanno apportato buoni
frutti, ma è bene provare e non stare fermi e ancorati al passato di
una tradizione che non ha dato sempre efficaci risultati.
Nell’art. 12 si assicurano ai docenti 500 euro da spendere per la
formazione e aggiornamento personale, è certamente un semplice e
modesto contributo che va interpretato come segno di attenzione per i
docenti.
Come ha affermato il sottosegretario Gabriele Toccafondi con l’art.19
viene riconosciuta la libertà di scelta dei genitori, dando più forza
alle scuole paritarie e non ai diplomifici, mediante la
detrazione fiscale fino a 400 euro di retta l'anno con un risparmio,
per le famiglie, di circa 80 euro ad alunno delle scuole primarie e di
primo grado.
Autonomia, responsabilità,
valutazione, merito: sono alcune delle parole chiave con le
quali si può descrivere il progetto del governo in materia
d’istruzione. Un governo che finalmente ha rimesso al centro la scuola.
E rimettendo al centro la scuola, ha puntato direttamente al futuro. È
un cambiamento rivoluzionario. Perché è un cambiamento di prospettiva e
in prospettiva. Un atto di fiducia nella scuola e nel domani. Alcuni
sostengono sia un azzardo, ma la fiducia comporta sempre dei rischi. Ci
vuole coraggio. E a noi, come anche alla maggior parte di dirigenti
scolastici, insegnanti e studenti, non manca.
Giuseppe Adernò
g.aderno@alice.it
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