Cassazione: mobbing – risponde per colpa il datore di lavoro
Data: Venerdì, 22 maggio 2015 ore 00:45:00 CEST Argomento: Istituzioni
Con
sentenza n. 10037 del 15 maggio 2015 la Cassazione ha affermato che
attività vessatorie, che sforano nel mobbing, commesse da un superiore
gerarchico nei confronti di un sottoposto, non liberano la
responsabilità del datore di lavoro qualora quest’ultimo non dimostri
di aver adottato tutte le misure necessaria ad eliminare il compimento
delle iniziative vessatorie.
I giudici della Suprema Corte, evidenziano il fatto che qualora le
azioni persecutorie e la condotta mobbizzante siano talmente gravi, non
possono non essere a conoscenza del datore di lavoro; il quale, se
rimane inerte di fronte a tale comportamento diventa colpevole, alla
stregua del soggetto che ha commesso materialmente gli atti vessatori,
al fine del risarcimento dei danni sul piano psico-fisico sopportati
dal dipendente.
Dottrinalavoro.it
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