La mostra 'La Sicilia alla Grande Guerra' resterà aperta fino a tarda sera - 24 Maggio a Sutera
Data: Lunedì, 18 maggio 2015 ore 08:16:18 CEST
Argomento: Istituzioni


Nelle prime ore del 24 maggio le truppe italiane varcarono il confine e giunsero a Caporetto. La conquista accese di orgoglio il tenente Pietro Mormino, un eroe morto poche settimane dopo, che inviò ai familiari di Sutera una cartolina di Kobarid, come ricordo di una impresa storica. Aveva ragione. Caporetto non l’avremmo più dimenticata: tra le prime ad essere raggiunta, la prima ad essere perduta.
Due giorni prima, la neutralità era giunta alla fine e non c’era più nulla da nascondere al nemico, che comunque aveva capito. Quindi il tenente Lomi del distretto militare di Caltanissetta può procedere senza finzioni, come gli altri in Italia, alla chiamata alle armi dei militari di terza categoria, non istruiti, con un manifesto pubblico. Dovranno presentarsi al distretto il primo giugno, due settimane dopo l’inizio della guerra. Al fronte c’erano già gli altri.
Il tempo di cominciare e già arrivano i profughi dai paesi di confine. Romans, raggiunto insieme a Caporetto il primo giorno, è il paese da cui Ungaretti, nella frazione di Versa, scriverà una decina di poesie. Ma anche Monfalcone, Marano di Valpolicella, Asiago, Àlleghe. Sono contadini, braccianti, fabbri, falegnami, domestici, commercianti, casalinghe. Per gli uomini la guerra è cominciata da un pezzo, in Galizia, forse anche già prigionieri dei russi; per gli altri cominciano i bombardamenti.
Una quindicina arrivano a Sutera subito, ma anche ad Acquaviva, distribuiti in tutto il territorio nazionale. Le ricevute di una lira a giornata, firmate nei Comuni per contributo governativo di mantenimento, permettono di ricostruire sia i nomi e le famiglie che i luoghi di partenza. A volte si trattò di una emigrazione di ritorno al proprio paese. Ed a guerra finita alcuni, come i Buzzanca, proseguiranno verso gli USA, mettendo su una discreta attività commerciale.
Dopo Caporetto il numero dei profughi crebbe in modo esponenziale ma il sussidio, pur diventato molto gravoso, fu sostanzialmente confermato: con la notazione che se una famiglia risultava molto numerosa, a partire dal sesto componente veniva ridotto a 50 centesimi. Nel corso di un loro censimento una circolare dell’ufficio provinciale di pubblica sicurezza della prefettura di Caltanissetta informava che erano state già raggiunte le 350.000 unità e che il database si accresceva ad una media di oltre quattromila al giorno (25 maggio 1918). In tal modo il Commissariato all’emigrazione era in grado di rintracciare e mettere in comunicazione parenti e dispersi residenti in Italia o anche, attraverso i canali diplomatici, i familiari rimasti nei territori occupati.
Per loro venne anche istituito in ogni comune, su sollecitazione della prefettura, un comitato di assistenza ed a tal fine venne fatta, almeno a Sutera, una riunione preliminare di cittadini influenti, anche religiosi, che suggerì dei nomi. Quando la prefettura lo costituì il 1° marzo 1918, le indicazioni furono solo in parte confermate.
La mostra di Sutera sul centenario mette in luce anche l’organizzazione messa in piedi per dare una risposta locale o regionale a problemi di portata nazionale: l’individuazione in Sicilia di campi di concentramento per i prigionieri austroungarici e tedeschi (ventidue nei primi mesi del 1917, tra cui Piazza Armerina, allora parte della nostra provincia) ed il loro impiego da parte dei privati che ne facevano richiesta. Ma anche i sussidi giornalieri che spettavano alle famiglie bisognose dei militari al fronte, quello concesso dagli americani alle famiglie dei nostri emigrati; dove erano internati i prigionieri italiani e le monete speciali che circolavano nei campi, i festeggiamenti dopo la vittoria. Sono esposti documenti originali, lettere e diari, materiale proveniente dai campi di battaglia e, non ultima, la famosa circolare telegrafica che diffuse il bollettino di guerra n. 1267 del gen. Diaz sulla fine della guerra.
Domenica 24 maggio la mostra sarà visitabile dalle ore 9,30 alle 22,00 con interruzione per pranzo fra le 13,00 e le 15,00. Numeri di contatto: ufficio turistico 0934 954929; oppure 3206226661 –3290639822.
Didascalia foto: chiamata alle armi del distretto militare di Caltanissetta nell’ultimo giorno di neutralità ufficiale. Il 23 maggio la dichiarazione di guerra, nelle prime ore del 24 l’esercito passa la frontiera.

Mario Tona





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