Liceo Lombardo Radice di Catania progetto Libriamoci: Incontro con l’autore Danilo Ferrari
Data: Lunedì, 18 maggio 2015 ore 00:30:00 CEST
Argomento: Istituzioni Scolastiche


Danilo FerrariIl suo silenzio è solo apparente, la sua immobilità solo un inganno ottico.
L'incontro con l'autore è una prassi consolidata attraverso cui proporre un'immagine viva e dinamica del libro e favorire la scoperta della lettura come momento di fruizione libera e piacevole. Ma siamo andati oltre e questo si è rivelato uno dei momenti magici di cui tutti abbiamo bisogno.
Di Danilo Ferrari conosciamo già quasi tutto. Nel suo libro Il coraggio è una cosa (Neon edizioni) si è svelato, senza compiacimento e senza retorica.
Danilo ha dei limiti - che sarebbero insuperabili per molti - ma proprio il suo esserne consapevole lo rende illimitato, infinito.
In teoria, Danilo, mancando di parola e con un corpo disubbidiente, dovrebbe essere condannato al silenzio e all'immobilità. Invece no: Danilo parla, scrive e recita.  La parola come logos, manifestazione dell'intelligenza, umida e  secca, ha  bisogno di un corpo. Danilo insegna che questo può essere un dettaglio.
Danilo e Maria Stella, la sua traslatrice, che a lui dedica il suo tempo, hanno dimostrato che esiste un codice parallelo di messaggi. Ovviamente, questo codice ha una sua grammatica che a molti scettici può apparire talmente ermetica da far nascere il sospetto della dissimulazione.  Una cosa è certa: l'onda delle emozioni che suscita è travolgente come è indiscutibile il segno indelebile del suo seducente sguardo, e riecheggia Bufalino nella sua preghiera dietro le quinte:

Tu, poca, misteriosa vita, che posso dire di te?
Se m'hai sempre esibito quest'aria di bambolina truccata;
se non hai fatto mai nulla per persuadermi d'essere vera.
Odiabile, amabile vita! Crudele, misericordiosa.
Che cammini, cammini.
E sei ora fra le mie mani: una spada, un'arancia, una rosa.
Ci sei, non ci sei più: una nube, un vento, un profumo...
Vita, più il tuo fuoco langue più l'amo.
Gocciola di miele, non cadere. Minuto d'oro, non te ne andare.
(da Argo il cieco, Sellerio)

L'emozione ha fermato il tempo; siamo perplessi, dopo due ore, nell'abbandonare l'aula magna e tornare alle nostre classi, reduci di cotanto affetto.
Ma prima si è discusso di tutto partendo dal suo libro. I saluti della preside, prof.ssa Pietrina Paladino e delle due docenti che hanno organizzato la conferenza Patrizia Curatolo e Marcella Labruna hanno aperto le danze.
Anzitutto un breve filmato realizzato dai ragazzi, poi  un video tratto dal Magnificat, uno spettacolo che lo ha visto interprete al teatro antico di Taormina.
Danilo nella sua sedia, con la sua traslatrice, ringrazia ogni studente per le domande e ne sottolinea l'argutezza, la curiosità, l'aspetto filosofico o personale; a tratti ironizza sulla difficoltà di disquisire sui massimi sistemi e chiede quanto tempo ha per rispondere.

Come si può essere sé stessi se si ha bisogno di altri per esprimersi?
"Ecco di cosa c'è bisogno per essere completamente se stessi", dice, con l'espressione priva di retorica di chi mostra un pensiero costruito lentamente con le proprie mani, con quelle di Maria Stella, e riuscito bene, disincagliato dalle considerazioni circolari sulla battaglia tra l'essere uomo e l'essere cosa pensante, "ho bisogno di domande come questa".

Perché reciti?
"Perché voglio sempre cercare e fare altro. Trovare il mio posto nel mondo. Ho sperimentato cosa comporti dipendere dagli altri per tutto, ma a non dipendere dal giudizio altrui. Quello è un ruolo pericoloso. L'unico parametro quindi deve essere interiore: mi sento nella pelle del mio personaggio oppure no? Quella è la domanda. La mia pista, il mio traguardo, sono soltanto io e il mio modo di essere nel mondo".

Come fai a non stancarti mai?
"Sono un uomo che ha sempre bisogno di un compito da svolgere. Che cerca un'impresa. Un uomo che ama raccogliersi in solitudine ma che adora stare tra la gente, sentire la gente anche se su due ruote. E se le circostanze lo permettono, anche su un palcoscenico.

Hai paura della morte?
"Non ci penso spesso. Vivo con gli istinti di sopravvivenza ancora vigili, col bisogno di sporcarmi, di considerare questo un passaggio naturale".

Per quanto tempo sei in grado di stare sdraiato su un divano a non far nulla?
"Pochi minuti, al massimo. Poi devo attivarmi: leggere, pensare, nutrirmi di parole".

Che eccitazione provi quando fai il giornalista?
"È proprio questa la cosa interessante: provo un senso di pace, di rilassamento, non di eccitazione. Un senso di naturalezza, come toccare la pelle di un essere umano. Quando scrivo, raggiungo uno stato che non saprei come definire meglio, se non di meditazione; è l'apice della felicità come essere qui con voi".

Il fatto di non avere una famiglia tua limita la tua possibilità di essere completamente felice?
"No. Non credo che sia salutare per nessuno chiudersi in un recinto nell'illusione di stare al sicuro. Questa è la mia vita, il mio coraggio. Ne ho consapevolezza".

Il tuo sogno proibito qual è?
"Sperimentare nuove emozioni e raggiungere il prossimo obiettivo".

Ti piace essere speciale e se nascessi in altro modo cosa saresti?
"Non so cosa significhi essere un uomo normale. Forse mi annoierei, forse sarei qui ad ascoltare qualcuno come me o forse sarei al mare a divertirmi. Se nascessi in altra forma sarei un animale e anche allora proverei a farmi capire da un uomo. Io voglio semplicemente essere vero".

Di che materia è fatta l'amicizia?
"Di pochi discorsi ma di interessi comuni. Di affetti. Di voi qui nella mia ex scuola".

Cosa sarebbe la tua vita senza Maria Stella?
"Niente. È una delle persone migliori che esistano, in grado di succhiare energia dal mondo che lo circonda per donarla a me. Una cosa che, grazie a lei, adesso riesco a fare anche io".

Patrizia Curatolo e Marcella Labruna

Danilo Ferrari al liceo Lombardo Radice di Catania






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