Lo scandalo dei corsi Clil (a spese dei prof)
Data: Domenica, 17 maggio 2015 ore 02:30:00 CEST Argomento: Rassegna stampa
Pubblichiamo l’intervento
di Guido De Marco sullo scandalo dei corsi di formazione con la
metodolgia Clil (Content e Language Integrated Learning). La riforma
del 2010, infatti, prescriveva nei licei linguistici l’insegnamento di
alcune discipline (non linguistiche) in lingua straniera. “Ma
il percorso di formazione è partito con grande ritardo e con
risorse esigue, così che il Miur ha dovuto ripiegare su un obiettivo
transitorio meno ambizioso” spiega De Marco. E ora a pagarne le
conseguenze sono tutti quei docenti che “hanno seguito i corsi al
prezzo di grandi sacrifici (spesso sobbarcandosi le spese di
trasferta) senza alcun riconoscimento”.
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Mentre sui quotidiani e nei programmi televisivi si discetta sulla
protesta dei docenti “fannulloni” che si opporrebbero a qualunque
riforma, il governo dà una pessima prova della propria credibilità. Lo
scandalo dei corsi CLIL (Content and Language Integrated Learning) è
sotto gli occhi di tutti.
La Riforma del 2010 per i Licei e gli Isituti Tecnici prevede
l’insegnamento di una disciplina non linguistica direttamente in lingua
straniera nel quinto anno (e nell’ultimo triennio per i Licei
linguistici). In questo anno scolastico la Riforma sarebbe dovuta
andare a regime e gli studenti delle classi quinte avrebbero dovuto
sostenere il colloquiodell’esame di stato anche nella disciplina non
linguistica insegnata in lingua straniera (una disciplina professionale
in lingua inglese per gli Istituti Tecnici).
Ovviamente, tutto questo presupponeva una formazione dei docenti nel
corso degli anni.Questo percorso di formazione è partito con grande
ritardo e con risorse esigue, così che il Ministero ha dovuto ripiegare
su un obiettivo transitorio meno ambizioso (come indicato nella nota
ministeriale del 25 luglio 2014).
In sostanza, per quest’anno si è deciso di procedere in modo graduale,
prevedendo che i docenti avrebbero potuto insegnare la propria
disciplina in lingua straniera secondo la metodologia CLIL anche se non
avevano ancora completato il proprio percorso di formazione, ma
soprattutto si è deciso che il colloquio sarà svolto in lingua
straniera soltanto se il docente della disciplina insegnata in lingua
straniera farà parte della commissione d’esame.
I Dirigenti scolastici hanno dovuto seguire un percorso ad ostacoli
impossibile per cercare di garantire agli studenti delle quinte classi
la presenza di un docente con una formazione adeguata in lingua
straniera.
Incidenti di percorso si dirà, ci vuole tempo … eppure per il prossimo
anno soltanto un’esigua minoranza dei docenti potrà partecipare ai
corsi di formazione sulla metodologia Clil. Nella mia scuola su 8
docenti candidati soltanto 4 potranno seguire questi corsi. In uno dei
corsi che hanno consentito ai docenti di conseguire il livello B2
necessario per accedere al corso metodologico sono stati ammessi a
parteciparvi soltanto in 5 su 22.
Nelle scuole non si sa come far fronte a quanto previsto dalla Riforma
del 2010, eppure il Ministero non stanzia i fondi per consentire ai
docenti di accedere alla formazione.
Quale credibilità può avere questo governo? I docenti hanno seguito i
corsi al prezzo di grandi sacrifici (sostenendo spesso trasferte da
località lontane per raggiungere la sede dei corsi); senza alcun
riconoscimento, caricandosi delle spese di trasporto, dedicando
mediamente 40 pomeriggi per seguire le lezioni in aula (i corsi erano
di 90 ore in aula + 40 online) in aggiunta al carico didattico
normale.In questi anni alcuni docenti hanno anche seguito più di un
corso per raggiungere il livello linguistico richiesto.
Oggi la maggior parte di questi docenti si ritrova a non poter
completare la formazione con i corsi metodologici perché non sono stati
stanziati fondi a sufficienza. Uno spreco enorme anche
dell’investimento fatto finora, perché ovviamente in ogni attività di
formazione la continuità del percorso è fondamentale.
Dimenticavo: durante quest’anno scolastico non sono stati avviati
nemmeno i corsi Clil standard necessari per proseguire la formazione
già iniziata. Il numero dei docenti finora coinvolti nei corsi Clil è
largamente insufficiente e tuttavia quelli che hanno già iniziato il
percorso non possono nemmeno completarlo!
Se non ci sono neanche i fondi per finanziare le riforme già in vigore,
come può essere credibile qualunque discorso su una “nuova” Riforma?
Guido De Marco
Referente Clil, Istituto Tecnico
Economico e Linguistico “Lucio Lombardo Radice”
Carlotta De
Leo
Scuoladivita.corriere.it
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