Lettera al Presidente del Consiglio (in risposta alla sua pregevole missiva ai docenti)
Data: Venerdì, 15 maggio 2015 ore 09:00:00 CEST Argomento: Opinioni
Gent.mo
Presidente del Consiglio,
oggi per la prima volta dopo undici
trimestri il PIL italiano torna a crescere, ma questo è un
risultato per il quale io, così come la gente che non appartiene alla
casta, non abbiamo potuto esultare, né fare le capriole. Non riusciamo
a percepirne il beneficio. Forse perché siamo sempre più poveri.
Di una cosa devo darLe atto: l'unica
strada per riportare l'Italia a crescere è investire sulla scuola, sulla cultura, sull'educazione. Del
PIL e di tutto il denaro virtuale non ce ne frega niente, ci serve restituire prestigio e rispetto alla scuola.
Quelle che Lei chiama polemiche, tensioni, scontri verbali, in
democrazia si chiamano confronto civile, proprio quello stesso
confronto che Lei, signor Presidente, sta negando agli unici che sanno
cosa sia la Scuola, i docenti, che ci vivono e ne conoscono le
problematiche reali. Non posso che concordare con Lei quando parla
della volontà di restituire
centralità all'educazione e prestigio sociale all'educatore (e mi pare
che l’uso del singolare calzi a pennello, dato che Lei ad uno o due
docenti per scuola voglia riconoscere il merito, attraverso un
incentivo economico. Mi sembra davvero un provvedimento degno di una
mente illuminata! E così abbiamo il docente di serie A e una
bellissima, nutrita schiera di docenti di serie B!! Bravo, dottore!
Così si fa!
La Sua lettera, niente da obiettare è piena di tanta buona, sana
retorica: L'Italia non sarà mai una
superpotenza demografica o militare.
Ma è già una potenza superculturale. Che può e deve fare sempre meglio. Per questo stiamo lavorando
sulla cultura, sulla Rai, sul sistema universitario e della ricerca, sull'innovazione
tecnologica. Ma la scuola è il punto di partenza di tutto. Ecco perché
crediamo nel disegno di legge che
abbiamo presentato e vogliamo discuterne il merito con ognuno di voi.
L’Italia è all’impotenza culturale; i nostri giovani, se vogliono far
carriera vanno all’estero e in Italia ci teniamo i vari Faraone, quelli
non ce li facciamo scappare e li nutriamo con caviale e champagne!
Lavorate sulla cultura??? Sulla RAI??? Crede non abbiamo la capacità
critica di capire che i giornalisti, scelti da Voi, riportino notizie
false, risultati di sondaggi che nulla hanno a che vedere con la
realtà??? Venga nella mia scuola, se ne ha il coraggio, e vedrà come
funziona realmente.
La cultura??? Le faccio una domanda: “Mi spiega cos’è la
Geostoria”?????? Per risparmiare i governi hanno tolto 2 ore di storia
al biennio delle superiori, hanno unificato due discipline di
fondamentale importanza per la cultura dei giovani. Mi spiega Lei cosa
c’entrano le guerre Puniche con i problemi ambientali?? Con 3 ore la
settimana io devo fare storia, geografia, educazione civica e poi devo
mettere un unico voto, così risparmio pure inchiostro!!! Se n’è mica
accorto????? Ma mi faccia il piacere!!
Andiamo al Latino. Una volta si studiava la grammatica, si studiava e
la gente, finito il Liceo, sapeva scrivere e leggere, leggere tutto,
anche la realtà, interpretarla, leggere fra le righe. La Sintassi dei
Casi? Lo studio dei Classici?? Un mero ricordo!! Sì, oggi si studia la spending review, un brano di
classico in lingua latina è sempre più difficile proporlo, grazie alle
riforme portate avanti dai governi illuminati del nostro grande Paese!
Bene, Lei che può correggere le cose sbagliate di questa scuola, lo
faccia. Ripristini le ore di Latino. Il Latino apre le menti. Leggere
Quintiliano, Seneca e Cicerone apre
le menti (cito Lei). Seneca riconosceva dignità agli schiavi,
Quintiliano fu il primo a volere una scuola in cui gli alunni stessero
insieme, si confrontassero, criticando la scuola “privata”, quella
d’élite, in cui un maestro andava a casa e con la verga convinceva il
suo discepolo ad apprendere. Cicerone con le sue orazioni fece scappare
in volontario esilio Verre, accusato di corruzione e appropriazione
indebita. Cosa Le ricorda questo Latino, signor Presidente??? E’
pericoloso? Sì che lo è, perché in classe spesso parliamo della
corruzione che regna nei palazzi del potere, la corruzione in giacca e
cravatta, che Lei forse non ha mai visto.
La vediamo solo noi cittadini!
Lei non ha la verità in tasca, signor Presidente. La verità la sappiamo
noi. La Buona Scuola non la inventa il Governo: la buona scuola c'è
già. Siete voi. O meglio: siete molti tra voi, non tutti voi. Il
nostro compito non è fare l'ennesima
riforma, ma metterci più soldi, spenderli meglio e garantire la qualità educativa.
Con la Buona scuola voi assumete 100.000 precari. Caro dottor Renzi,
non è una questione di numeri, ci vogliono tanti insegnanti quanti ne
servono perché la scuola funzioni! Lei a casa sua compra sempre mezzo
chilo di pane anche quando ha ospiti a cena? Se ha 10 ospiti, mi auguro
non li faccia morire di fame. Ebbene , anche la scuola ha bisogno di
pane!
Le spiego, perché forse Le sfugge (sa, sono un tipo pragmatico, anche
se talvolta mi dedico all’otium),
con un esempio.
Le cattedre dei docenti sono tutte di 18 ore. In una scuola piccola
come la mia siamo in 35. Se un docente frequenta un master per
aggiornarsi (come me) e gode del diritto allo studio (finché ce lo
lasciate), uno cade e si rompe un braccio, uno ha la febbre a 40, un
altro accompagna gli alunni a fare le Olimpiadi di Matematica o le gare
provinciali di atletica, sa che significa??? Che la scuola va in tilt e
dei minorenni rimangono da soli perché non c’è nessuno a disposizione
per la sostituzione dei colleghi assenti. E allora si adotta una
bellissima soluzione. Facciamoli entrare alle 9,00 o alle 10,00 e
facciamoli uscire a mezzogiorno. Questa è la qualità della nostra
scuola!!! I nostri alunni sono pendolari e quindi spesso rimangono in
giro finché la Buona Scuola italiana non può accoglierli. Ha previsto,
per caso, di risolvere questo problema? Il suo Faraone, che è stato 30
anni nella scuola, doveva illuminarLa! Ma non credo ci sia riuscito!
Parliamo dei Concorsi: solo due parole. Gradiremmo non fossero
concorsi-truffa! E negli ultimi anni ce ne sono stati. Le dice qualcosa
il concorso a dirigente del 2004? E l’ultimo? Quello per il quale sono
stati spesi tantissimi soldi per pagare chi ha elaborato i quiz di
ammissione? Se non ne sa niente, si informi e vedrà cosa voglio dire!
Edilizia scolastica? Non è solo l’edilizia scolastica! E’ Italia che
frana sotto i nostri piedi, è l’Italia che con i suoi tetti ci crolla
addosso. In Italia c’è un problema, un grosso problema, i soldi spesi
male! E allora crollano le strade, scorrono i fiumi nelle città, mentre
la politica conferisce un premio a degli ingegneri che hanno fatto di
tutto per evitare l’alluvione!!! (Genova docet, sed docet etiam
Saponara, Barcellona). E’ Italia del Giro d’Italia che si ferma a
Napoli perché al sud le strade sono impraticabili. E’ l’Italia del
Freccia Rossa, del Freccia d’argento fino a Napoli! E’ l’Italia
dell’Expo e dei premi, dati a chi??? Lei lo sa. E’ intelligente, questo
glielo devo riconoscere! Ma sordo, volutamente sordo. E non c’è peggior
sordo di chi non vuol sentire.
Parliamo di soldi: noi insegnanti abbiamo uno stipendio penoso. Glielo
dico io dove deve trovare i soldi??? Tagliate gli stipendi regali di
tutti gli impiegatucoli, dei tirapiedi, dei portaborse, dei commessi,
del barbiere che lavorano a Palazzo! Cominciamo da là. Mi vuole
rispondere??? Quanto guadagnano?? Lei sa quanto guadagno io?? Sì, ma
che Le importa? Alla mensa del re si mangia bene!
Andiamo allo sceriffo. Partiamo dalla situazione delle scuole. Un
dirigente ne “dirige” almeno due, spesso anche distanti fra loro
(prenda la mia istituzione scolastica formata da due scuole a 20 Km di
distanza) e talvolta ha la possibilità di avere la reggenza di altra
istituzione scolastica (il che significa altre due scuole), in totale 4
scuole. Circa 200 docenti, facciamo 500 alunni per ogni scuola: totale
2000 alunni. Il preside sceriffo, nonché Mandrake, dirige. Ma cosa
dirige????
Quanti giorni ci sono in una settimana?? Sette, la domenica è vacanza,
ne restano 6, ma il dirigente il sabato è stanco, ne rimangono 5. Ma
ogni tanto ha riunioni di lavoro. Togliamone un altro da dedicare ai
rapporti con gli Enti esterni. Poi ci sono i genitori, i Consigli di
Classe, I Collegi dei Docenti, i Consigli di Istituto, le Circolari,
l’influenza, il mal di testa, la pressione arteriosa (il dirigente
talvolta ha degli acciacchi). Ma, dottor Renzi, Lei pensa che il
dirigente, un dirigente di questa scuola obbrobriosa mi conosca? Che
sappia cosa faccio? Voi non avete idea della scuola di oggi! Voi non ne
sapete niente. Vi interessa tagliare, per tagliare le teste ai nostri
ragazzi! Vi interessa risparmiare per dirottare i nostri soldi a
vantaggio di gente indegna!
Andiamo all’alternanza scuola-lavoro. Bla, bla, bla. Aziende? Quali
aziende???? Quelle che avete chiuso? Quelle pulite che Equitalia ha
ridotto alla fame? O quelle che ci fanno morire di cancro?
Dove vanno gli allievi del sud a fare esperienza? Bla bla bla....
Lei non educa nessuno. Lei, coi Suoi modi, diseduca. Io docente educo
alla democrazia, al confronto, al libero dibattito i miei allievi. Le
Sue sono solo chiacchiere! La musica? Servono gli strumenti musicali.
Darà i finanziamenti per l’acquisto di un pianoforte, una tromba, una
batteria? E gli spazi?? Dove suoniamo? A teatro? E i soldi per
affittare un teatro e far esibire gli alunni che suonano chi ce li dà?
Sempre Lei?? Lo sport? In quale palestra? Nel cortile asfaltato della
scuola? Bla bla bla. Lei parla senza sapere. Lei e tutti quelli che La
coadiuvano.
Molto generico e poco chiaro, come del resto la Sua pregevole missiva,
il punto sulle deleghe. Ha letto tante mail. Legga pure questa che
smonta punto per punto le chiacchiere che ci vuole propinare. Ha
comunque ragione: come tanti miei colleghi che Le hanno scritto, sono
una docente appassionata del mio lavoro, delusa dalla classe che
pretende ottusamente di governarmi, ma rimango propositiva, combattiva
e fortemente critica nei confronti di chi sottovaluta l’intelligenza e
l’esperienza professionale dei docenti. Purtroppo vivo in un Paese
ingiusto, dove il merito riempie solo le bocche dei tanti che,
raccomandati e corrotti, si riempiono le tasche.
Per me, per i miei colleghi, per i miei allievi e per tutta la
comunità, spero che rifletta.
Distinti saluti.
14.05.2015
Emilia Arena
docente di quel che resta della scuola pubblica italiana
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