Il difficile
Data: Venerdì, 15 maggio 2015 ore 01:30:00 CEST Argomento: Opinioni
Il giorno
11 marzo 2015, il Consiglio di Stato in sede giurisdizionale
(Sezione Sesta) ha pronunciato una ORDINANZA sul ricorso numero di
registro generale 503 del 2015, proposto da oltre duemila ricorrenti
diplomati magistrali per richiedere l'accesso alle Graduatorie ad
esaurimento. Con tale ordinanda è stato disposto l'inserimento con
riserva dei ricorrenti nelle GAE, in attesa che si esprima il TAR del
Lazio nel merito. Tale ordinanda deve essere resa attuativa da parte
degli Uffici scolastici provinciali ma le operazioni necessarie stanno
andando molto a rilento. Nonostante la notifica dell'atto,
infatti, da parte dei legali che hanno seguito il ricorso,
soltanto in poche provincie si è provveduto ad effettuare
l'inserimento. In alcuni casi, sia gli avvocati che i ricorrenti stessi
che stanno seguendo la propria inclusione, hanno riscontrato resistenze
da parte degli Usp o difficoltà nel procedere, entrambe le cose
motivate del fatto di non aver ricevuto dal MIUR indicazioni su come
procedere.
Ma dal MIUR non arriverà nulla perché per vari motivi:
sembra che il MIUR non sia stato minimamente toccato dalla sentenza,
non siamo neanche riusciti ad essere ricevuti per capire come sarebbe
stata gestita la cosa, sebbene le numerose richieste di appuntamento.
Il motivo?
La gestione dell'aggiornamento delle graduatori a seguito di
una sentenza, così sostengono al MIUR è di pertinenza territoriale,
regionale e provinciale, quindi, e sta agli uffici scolastici
provvedere ad effettuare le inclusioni. La cosa trova conferma
nell'operato di quegli uffici più solerti e "pratici" che hanno
provveduto in tempi più o meno rapidi a inserire i ricorrenti nelle
GAE.
Per gli altri uffici, invece, la mancanza di indicazioni univoche
e ministeriali è stata interpretata in modo diverso, portando alle
lunghe questi inserimenti o, addirittura, dichiarando l'impossibilità
di procedere. Ancora una volta, quando si tratta di vedere rispettati
diritti e sentenze, quanto questi riguardano contenziosi contro
il MIUR e le sue propaggini, si verificano problemi e disattenzioni che
causano disagi ai docenti in termini di diseguaglianze territoriali e
di pari trattamento i tutto il territorio nazionale.
Non è accettabile
che dopo anni di mancato rispetto delle norme nazionali ed europee da
parte del Ministero dell'Istruzione, i docenti continuino a dover
subire problemi di ogni tipo, nonostante le sentenze favorevoli dei
Tribunali.
Sarebbe opportuno che il MIUR, invece di occuparsi della
scuola del futuro, si preoccupi della scuola del presente, quella
disastrata e piena di contraddizioni che il MIUR stesso ha contribuito
a definire rispettando le sentenze e, principalmente i docenti alle
proprie dipendenze.
Valeria Bruccola
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