Scuola, primo sciopero. E sit-in in Parlamento
Data: Domenica, 26 aprile 2015 ore 07:45:00 CEST Argomento: Rassegna stampa
Anief, Usb e Unicobas
hanno chiamato a raccolta il personale della scuola con un corteo a
Roma. Pacifico: "Riscrivere il ddl". Il sottosegretario Faraone:
"Incomprensibile protesta contro un governo che assume" - Tra flashmob
e protesta di piazza parte la mobilitazione degli insegnanti italiani
contro la Buona scuola di Renzi. Ad sparare il primo colpo Anief, Usb e
Unicobas che oggi hanno chiamato a raccolta il personale della scuola
con un corteo a Roma e un sit-in in piazza del Parlamento. Secondo
Marcello Pacifico, leader dell'Anief, "questa mattina, nonostante la
manifestazione dei confederali indetta per il 5 maggio, in piazza
c'erano 10mila persone". "Una adesione che - continua
Pacifico - è per noi motivo di grande soddisfazione".
L'appuntamento di oggi è stato preceduto da una "veglia funebre"
celebrata, ieri sera, in tantissime piazze italiane con docenti vestiti
di nero e con lumini accesi.
Per Stefano D'Errico, segretario nazionale Unicobas, "bisogna
stracciare e buttare nel cestino il disegno di legge Buona Scuola".
"Chiediamo il ritiro del disegno di legge presentato dal governo e la
sua completa riscrittura", spiega il presidente dell'Anief. Ecco i
motivi. "Con la riforma della scuola non si risolve il problema del
precariato. Anche assumendo 100mila insegnanti dal primo settembre,
saremo costretti ad assumerne altri 100mila come supplenti al 30
giugno. Per non parlare - aggiunge Pacifico -
degli idonei al concorso del 2012 che si rivolgeranno in massa ai
giudici per ottenere l'assunzione, assicurata da Renzi a settembre
scorso e già scattata per qualcuno di loro". "Non è possibile
- spiega ancora il sindacalista - non attivare un
piano straordinario sulla mobilità e fare perdere la titolarità a
coloro che chiedono trasferimento".
Il piano Renzi-Giannini è stato ampiamente criticato da tutti i
sindacati della scuola, che scioperano tra un paio di settimane. Dopo
quasi sette anni, i confederali e i Cobas della scuola scenderanno in
piazza il prossimo 5 maggio. Ma il governo non riesce a comprendere le
ragioni della protesta. "E' incredibile che si possa scioperare in
questo Paese per un governo - dichiara il sottosegretario
all'Istruzione, Davide Faraone - che propone un
provvedimento con cui si assumono centomila precari, si investono sulla
scuola 3 miliardi di euro e 4 miliardi sull'edilizia scolastica. Quindi
7 miliardi di euro". Per Faraone si tratta di una "inversione di
tendenza straordinaria, una vera rivoluzione, un cambiamento. Tra
l'altro - prosegue il sottosegretario - stiamo
recependo le indicazioni migliori che ci stanno venendo dalle scuole.
Per cui è legittimo lo sciopero, lo rispettiamo, ma è veramente
incomprensibile".
Nell'immagine una clamorosa protesta quasi spontanea svoltasi venerdì
sera in tutta Italia. La manifestazione - come dichiara Fabio Cuzzola,
docente calabrese, è nata fuori da ogni organizzazione sindacale, anche
se poi ha ricevuto anche adesioni ufficiale. La protesta è firmata a
livello nazionale da un gruppo che si firma "Waterloo scuola".
L'appello era: troviamoci per cinque minuti alle 20.30, tutti vestiti
di nero contro la riforma della Scuola. Nella foto Torino.
Salvo Intravaia
m.repubblica.it
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