I docenti dell’I.C. 'Vespucci-Capuana Pirandello' contro il DDL SCUOLA
Data: Giovedì, 23 aprile 2015 ore 08:00:00 CEST Argomento: Istituzioni Scolastiche
Il Collegio dei
Docenti dell'I.C. "Vespucci-Capuana Pirandello" si è riunito il 14 e il
20 aprile 2015 per leggere, esaminare e approfondire il DDL n. 2994,
"Riforma del sistema nazionale di istruzione e formazione e delega per
il riordino delle disposizioni legislative vigenti", presentato dal
Governo alla Camera dei Deputati il 27 marzo u.s. A seguito di ampia
discussione, i docenti esprimono una valutazione fortemente negativa
nei confronti del progetto di riforma della scuola per le seguenti
ragioni:
1. Tale riforma contrasta con i principi fondamentali della
Costituzione Italiana e con gli articoli 33 -"L'arte e la scienza sono
libere e libero ne è l'insegnamento"- e 34 -"La scuola è aperta a
tutti"-. Si ricorda a tal proposito la premessa del discorso del 1955
di Piero Calamandrei che, richiamando l'art. 3 della Costituzione: "E'
compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e
sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'uguaglianza dei
cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e
l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione
politica, economica e sociale del paese", dichiarò: E' compito (della
Repubblica) di rimuovere gli ostacoli che impediscono il pieno sviluppo
della persona umana: quindi dare lavoro a tutti, dare una giusta
retribuzione a tutti, dare una scuola a tutti, dare a tutti gli uomini
dignità di uomo. Soltanto quando questo sarà raggiunto, si potrà
veramente dire che la formula contenuta nell'articolo primo - "L'Italia
è una Repubblica democratica fondata sul lavoro" - corrisponderà alla
realtà.
2. Il provvedimento si incentra meramente su aspetti di carattere
tecnico-organizzativo-burocratico-economico e promuove un modello di
scuola aziendalistico alieno alle necessità concrete degli studenti.
Come dimostrato dalla pluriennale esperienza delle norme degli ultimi
15 anni.
3. Il DDL sembra ignorare quasi del tutto le innumerevoli critiche e
proposte elaborate in buona fede da migliaia di docenti e operatori
scolastici nella piattaforma governativa on line, cosiddetta della
"Buona scuola", la quale, a questo punto, si rivela per quello che
molti paventavano all'inizio, ovvero solo una grande operazione
mediatica.
4. Il DDL prevede la riduzione degli organi collegiali della scuola
(Collegio dei docenti, Consiglio di Istituto) a meri organi consultivi,
depotenziandoli significativamente, in quanto li priva di ogni potere
deliberativo. Ciò comporta l'esclusione della componente studenti e
famiglie dal processo decisionale della scuola. Ogni decisione,
infatti, non solo organizzativa e amministrativa ma persino pedagogica
e didattica è affidata al Dirigente Scolastico (il quale peraltro sarà
caricato di enormi responsabilità e senza alcuna tutela ).
5. Il DDL comporta inesorabilmente un rischio in termini di favoritismo
e clientelismo poiché prevede che il Dirigente Scolastico scelga i
docenti dell'organico funzionale sulla base di criteri discrezionali.
6. Discutibile l'attribuzione al solo Dirigente Scolastico della
facoltà di assegnare ai docenti "meritevoli" una somma, definita
"bonus" (art. 11, commi 2 e 3), della cui entità peraltro il DDL non fa
menzione. La cosiddetta autovalutazione della scuola verrebbe così a
risolversi in un meccanismo premiale rivolto ai singoli docenti con
decisione unilaterale ed esclusiva del Dirigente.
7. La formazione obbligatoria prevista nel DDL, nella misura di 50 ore
annuali aggiuntive all'orario di servizio, non prevede alcuna
retribuzione salariale e non prevede nessuna possibilità di
autoformazione con il rischio di favorire centri di formazione di
dubbia qualità. Inoltre non si prevede che il Collegio dei docenti
possa esprimersi nella scelta del tipo di formazione necessaria
lasciando al Dirigente Scolastico il potere di scelta ed aumentando i
rischi di cui al paragrafo precedente.
8. Il sistema di piani triennali da sottoporre da parte di tutte le
istituzioni scolastiche nazionali al vaglio dell'Ufficio Scolastico
Regionale e del Ministero dell'Istruzione dell'Università e della
Ricerca comporterà un aggravio burocratico di proporzioni immani. Ogni
tre anni le scuole saranno gettate nel caos e le migliori energie si
spenderanno per conteggiare burocraticamente posti, risorse, progetti.
9. Il sistema dell'organico funzionale, così come congegnato, lede i
più elementari diritti dei lavoratori. Innanzitutto, quelli dei docenti
precari (PAS, TFA, 3°FASCIA, GAE) che non dovessero rientrare nel piano
straordinario di assunzioni, i quali verrebbero definitivamente espulsi
dalla scuola pubblica.
10. Ai docenti, sia quelli neoassunti sia tutti quelli che rientrano
nelle operazioni di mobilità (compresi i soprannumerari), sarebbe
impedita un'effettiva possibilità di mobilità nel territorio nazionale
oltre che la possibilità, sancita per qualunque altro dipendente dello
Stato, di poter operare una scelta su una sede.
11. Il trasferimento dalla scuola al "cosiddetto" Albo territoriale
comporterebbe così, analogamente alla riforma del lavoro già approvata
dal Parlamento, un'imponente precarizzazione della classe docente
estendibile anche ai Dirigenti scolastici e al personale ATA.
12. Del tutto criticabile, inoltre, soprattutto dopo tanta retorica
sulla scuola meritocratica, è la facoltà attribuita al DS di poter
affidare la cattedra a docenti senza abilitazione che abbiano
semplicemente il titolo di studio specifico.
13. Assolutamente negative sono da valutare le aperture alle
sponsorizzazioni di privati, che segnano la capitolazione dello Stato e
il suo possibile progressivo disimpegno dalla spesa per la scuola
pubblica, già tra le più basse d'Europa. Le sponsorizzazioni dei
privati rischiano di generare clientelismi, indebite ingerenze,
connivenze, producendo inoltre minori introiti per lo Stato (sono
previsti dal DDL incisivi vantaggi fiscali) insieme a ulteriori,
profonde disparità tra le scuole collocate in territori floridi ed
economicamente produttivi e scuole di zone economicamente depresse.
14. Le donazioni del "5x1000" alle singole scuole accentuerebbero le
disuguaglianze socio-culturali tra scuole che insistono su territori
diversi, condizionando pesantemente gli esiti scolastici. Sarebbe
auspicabile che tali donazioni siano destinate al sistema scolastico
nazionale che eventualmente stabilisca dei criteri oggettivi per la
distribuzione.
15. Incostituzionale è la defiscalizzazione delle rette per le scuole
paritarie. Fatta salva la libertà di scelta educativa delle famiglie,
lo Stato non può stornare parte della fiscalità generale a vantaggio
degli istituti privati, sottraendo risorse alla scuola statale.
16. Nessun riferimento è presente nel DDL riguardo alla spinosa
questione del personale ATA, ignorato da questo governo e fatto oggetto
di pesanti tagli da quelli precedenti.
17. Abnormi e senza precedenti sono, infine, le deleghe che il Governo
chiede al Parlamento per rivedere praticamente tutta la legislazione
scolastica vigente dall'autonomia scolastica al sistema di
conseguimento delle abilitazioni, dallo statuto giuridico del personale
scolastico, alla revisione degli organi collegiali, ai problemi della
disabilità e così via, prefigurando un'ulteriore pericolosa
compressione delle prerogative del Parlamento e della qualità della
democrazia nel nostro Paese.
Il Collegio dei docenti pertanto, sulla base di questi elementi, si
propone di:
- organizzare ulteriori momenti di confronto, coinvolgendo anche gli
studenti, le loro Famiglie e il personale A.T.A., spiegando loro le
profonde ragioni del disagio dei lavoratori della scuola e le nocive
conseguenze della riforma per il futuro del Paese;
- coinvolgere gli insegnanti di altre scuole nella logica di un
coordinamento unitario, anche nell'ipotesi di altre e più radicali
misure eventualmente decise dal Collegio dei docenti;
- coinvolgere i sindacati in azioni unitarie e incisive di
rivendicazione dei diritti lesi e per la richiesta al governo di
ritirare il DDL sulla scuola;
- diffondere a tutti i livelli, attraverso gli organi di stampa e di
informazione, i siti internet e i social network, la grave
preoccupazione dei docenti per l'iniziativa di legge del Governo;
- invitare il Governo e il Parlamento a tenere conto delle innumerevoli
proposte di miglioramento del sistema dell'istruzione e della
formazione, formulate nel corso degli ultimi anni dai docenti
attraverso leggi di iniziativa popolare, interventi sulla piattaforma
"La Buona Scuola", documenti, progetti, sperimentazioni;
- elaborare ulteriori incisive proposte di miglioramento del sistema
nazionale di istruzione da sottoporre al vaglio delle forze politiche e
del Governo.
Documento
sul disegno di legge governativo
"recante riforma del sistema nazionale di istruzione e formazione"
(approvato dal CdM del 12/03/2015, avviato alla Camera dei Deputati
come atto n. 2994)
Catania, 20 aprile 2015
Il Collegio dei docenti
|
|