DDL Scuola - Il 24 aprile sciopero generale di tutto il personale scolastico: basta tagli, le regole le cambiamo noi
Data: Domenica, 19 aprile 2015 ore 07:45:00 CEST Argomento: Sindacati
Iniziativa unitaria
dei sindacati alternativi Anief, Unicobas e Usb contro il disegno di
legge di riforma: alle ore 10,00 manifestazione a Roma con partenza da
piazza della Repubblica; dalle ore 15.00 sit-in davanti Montecitorio. I
dipendenti dicono no alle prospettive di mancato sblocco degli scatti
stipendiali, di attribuzione al dirigente scolastico del potere di
nomina, di trasferimento e di aumenti stipendiali del personale.
Inoltre, il piano di assunzioni non risolve il problema del precariato.
Presentata una lunga piattaforma unitaria di richieste, per bloccare
l’approvazione del testo ora all’esame del Parlamento.
Marcello Pacifico (Anief-Confedir): la riforma deve essere cambiata. Ci
aspettiamo una risposta considerevole, per mandare un segnale forte, da
dare al Governo mentre il Parlamento esamina gli emendamenti al disegno
di legge, ribadendo i no, praticamente unanimi, espressi nel corso di
centinaia di seminari e incontri organizzati dal sindacato negli ultimi
mesi.
Il disegno di legge 2994 sulla riforma della scuola non va approvato,
perché non condurrebbe verso alcuna ‘Buona Scuola’: il 24 aprile il
personale della scuola si ferma e scende in piazza a Roma per farlo
sapere all’opinione pubblica e ai parlamentari che ne stanno esaminando
il testo in questi giorni. Lo sciopero è stato proclamato dai sindacati
alternativi Anief, Unicobas e Usb: la protesta prenderà visibilità a
Roma, attraverso una manifestazione che partirà in piazza della
Repubblica; dalle ore 15.00 è invece previsto un sit-in davanti
Montecitorio.
Lo scontento generale per la riforma approvata dal Governo è tale che
di ora in ora si stanno aggiungendo all’iniziativa di protesta altri
sindacati e associazioni di categoria: hanno comunicato la loro
adesione anche altri sindacati autonomi e associazioni di settore, come
Cub, Slai Cobas, Autoconvocati, Usi, Orsa-Scuola.
Le motivazioni della protesta sono ad ampio raggio: si va dai docenti e
Ata sottopagati e tappa-buchi alla mancata assunzione di tutti i
supplenti, perché il piano di assunzioni non risolve il problema del
precariato, dalla necessità di recuperare i 250mila posti di lavoro
tagliati negli ultimi anni alla minaccia sempre più seria nei confronti
del diritto allo studio, che nelle intenzioni di chi ci governa va
affidato ormai all’illegittimo contributo "in"volontario delle famiglie
o agli interventi interessati dei privati, mentre i finanziamenti
statali per la scuola pubblica sono tra i più bassi d’Europa. I
dipendenti dicono poi no alle prospettive di mancato sblocco degli
scatti stipendiali, di attribuzione al dirigente scolastico del potere
di nomina, di trasferimento e di aumenti stipendiali del personale.
“Stiamo a discutere su una riforma che deve essere cambiata a tutti i
costi – spiega Marcello Pacifico, presidente Anief e candidato al
Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione – e a tale scopo come
Anief abbiamo presentato 90 emendamenti: chiediamo ora al personale
della scuola di mandare un segnale forte di protesta, da dare al
Governo mentre il Parlamento esamina gli emendamenti al disegno di
legge, ribadendo i no, praticamente unanimi, espressi nel corso di
centinaia di seminari e incontri organizzati dal sindacato negli ultimi
mesi proprio per esaminare le proposte contenute nella testo sulla
Buona Scuola”.
La piattaforma unitaria dei sindacati promotori dello sciopero prevede
il recupero del tempo scuola, visto che con le ultime riforme le ore di
lezioni settimanali degli alunni sono state ridotte di un sesto, e
l’assunzione di tutti i precari, docenti e educatori, ma anche gli Ata
invece sino ad oggi dimenticati, come se fossero una categoria a parte.
Si scenderà poi in piazza per chiedere ad alta voce la riduzione
dell'età pensionabile, che nel volgere di poco tempo porterà a lasciare
il lavoro alle soglie dei 70 anni con assegni di quiescenza ridotti
all’osso e liquidazioni conferite almeno dopo due anni dal
pensionamento, per dire no alla chiamata diretta del personale dal
parte del dirigente scolastico ‘padrone’ e per opporsi allo svuotamento
di potere da parte degli organi collegiali.
Preoccupa poi la minaccia alla libertà di insegnamento e la riduzione
progressiva del potere stipendiale, con aumenti e indennità di vacanza
contrattuale congelati sino a tutto il 2018. Invece, i dipendenti della
scuola hanno un debito nei confronti dello Stato: debbono avere in
media 4mila euro, da recuperare dal 2009, sempre per il blocco
contrattuale, e hanno diritto alla titolarità d'istituto e all’accesso
alla mobilità volontaria già dopo l’immissione in ruolo.
Il popolo della scuola si oppone, quindi, alla svalutazione della
professionalità del personale, che non può essere legata a nozionismi e
prove Invalsi, al finanziamento ai diplomifici e alle tasse sullo
studio. Si chiede allo Stato di operare all’interno di strutture
adeguate e sicure, dove vanno re-internalizzati servizi e lavoratori,
dove si trasmette il sapere critico ai giovani cittadini. Si chiede,
infine, di cambiare le regole che permettono di tenere in vita, da
decenni, la casta sindacale, con il diritto di assemblea in orario di
servizio da riconoscere a tutte le organizzazioni sindacali.
Sciopero e manifestazione serviranno per mettere bene in evidenza tutte
queste ingiustizie e il pericolo che si corre qualora il ddl di riforma
dovesse trasformarsi in legge dello Stato. Ecco perché, dopo il
successo dello sciopero del personale precario docenti, svolto martedì
17 marzo, con un quinto delle adesioni all’iniziativa sul totale di
supplenti annuali, l’Anief ha deciso di tornare in piazza il 24 aprile
prossimo. Pertanto, Anief invita tutto il personale della scuola ad
aderire allo sciopero e a manifestare a Roma: tutti gli interessati
possono prenotare gratuitamente il posto sui pullman Anief scrivendo a
sciopero2015@anief.net
Anief.org
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