La scuola a domanda individuale
Data: Mercoledì, 01 aprile 2015 ore 07:30:00 CEST Argomento: Redazione
Con tutti i
limiti che si conoscono la scuola è stata concepita e voluta come luogo
che riunisce soggetti in età di formazione per dare loro la possibilità
di pensare insieme il loro avvenire in comune. Ma deve essere sembrata
un'insopportabile anticaglia se con il frastuono delle consuete fanfare
ci viene promessa una scuola dove ognuno potrà pensare a come
garantirsi il proprio individuale successo; una scuola dove ognuno
potrà permettersi la propria dieta curriculare.
La scuola è apprendere insieme, ma la si vuole trasformare in una
congerie di vane e impossibili risposte a domande individuali.
Se la scuola non ha un progetto d'insieme, non è essa stessa progetto
collettivo; se non la si fa funzionare come progetto comune, tutto ciò vuol dire che si vuole mettere la scuola a rimorchio
dell'individualismo delle famiglie, del "consumismo formativo" dei
clienti; tutto ciò vuol dire che si ha intenzione di cancellare fin dai
primi anni di formazione scolastica ciò che ci può unire, ciò che ci
può liberare. Se a tutto ciò deve ridursi l'istruzione, è evidente che
essa non avrebbe più una funzione pubblica, sociale ed educativa.
Il Governo ci vuole fare sapere che non ha alcuna
intenzione di proteggere la scuola dalla mercificazione del sapere e
dall'individualismo dei suoi utenti. La scuola non potrà mai essere, in
questo modo,il luogo della gratuità e della gioia di apprendere e di
comprendere in profondità.
Si dimentica, tra l'altro, di dire come in tutte le campagne
pubblicitarie la verità. Questo modo di concepire la scuola farà
aumentare a dismisura le opzioni curriculari, senza motivata ragione,
e l'aumento dell'offerta formativa accrescerà l'ineguaglianza a
scuola, perché non tutti sanno scegliere e hanno gli strumenti
per scegliere.
In poche parole, ci viene promessa una scuola che non vuole colmare le
fratture sociali, ma che anzi si vanta di accentuarle e quindi di
riprodurle.
prof. Raimondo Giunta
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