La 'spuzza' di Papa Francesco
Data: Lunedì, 30 marzo 2015 ore 08:00:00 CEST
Argomento: Redazione


Un giorno, ritornando da scuola, sarà stato alla fine degli anni '50, sui muri della facciata del vecchio Municipio del mio paese, trovai scritta a grandi lettere cubitali, ripetuta più volte la parola: " Sdisonesti!". Mi parve, allora, una sgrammaticatura, e, commiserando con supponenza l'ignoranza dello sprovveduto scrivente, a me ignoto, dall'alto del mio sapere grammaticalginnasiale ( d'allora!) ci risi sopra. Che mi ero sbagliato, lo capii molto tempo dopo; quella non era una sgrammaticatura, ma la forma corretta di una arrabbiatura viscerale e liberatoria perché, proprio con quel digrignato sibilìo verbale, con la protesi di quella "s", qualcuno aveva creduto di sfogare al meglio e al massimo della correttezza tutta la sua rabbia e il suo schifo profondo contro i locali politici corrotti: Sdi-so-ne-sti! Scandito a grandi lettere!
E oggi capisco bene la "spuzza" di Papa Francesco, gridata scandita e ripetuta più volte con mimetica smorfia facciale davanti al popolo di Scampia pochi giorni or sono, a rimarcare il dis-gusto che provoca ogni forma di corruzione. "La società corrotta spuzza, e un cristiano che fa entrare dentro di sé la corruzione non è cristiano, spuzza». Oggi, questo "spuzza" di Bergoglio a me richiama, per analogia fonemica, quel "sdisonesti", d'allora. Di più: nello "spuzza" del Papa trovo, se possibile, più rabbia, più disgusto fisico per la corruzione, di quanto non ci sia in "sdisonesti", una icasticità verbale che solo il dialetto, quello vero del popolo, sa trovare. Quel fonema in più , quella "s" strisciante, ripetuta più volte, quasi a diventare rovente, è una escrescenza dolorosa che disocculta senza molti giri di parole il fango del malaffare, apre abissi di disgusto, e incute, solo a gridarla, paura ai corrotti. A tutti i corrotti: quelli di ieri, come quelli di oggi.

Nuccio Palumbo
antonino11palumbo@gmail.com





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