Libero insegnamento in libero Stato. No alla 'chiamata diretta' dei presidi!
Data: Domenica, 22 marzo 2015 ore 07:30:00 CET
Argomento: Redazione


E la chiamiamo ancora "scuola pubblica"! La cosiddetta "chiamata diretta" dei docenti da parte dei dirigenti scolastici, inserita nel disegno di legge della cosiddetta "Buona scuola", di Matteo Renzi, è una boiata pazzesca!!! È, soprattutto, una proposta illogica, legata ad una distorta ed estremizzata visione dell'Autonomia scolastica e della funzione dirigenziale nella scuola pubblica. Fa parte di una concezione "totalizzante" di scuola intesa come azienda che, anziché produrre bulloni o scodelle, sforna ogni anno diplomi e pagelle. La scuola statale è innanzitutto un'istituzione pubblica della nostra Repubblica, dove "libero ne è l'insegnamento" (come dice la nostra Costituzione, di cui spesso ci riempiamo la bocca!). E' come dire che i generali scelgono i loro soldati, i questori i poliziotti, i primari i medici.

V'immaginate che succede!?
Per l'istruzione, sanità, sicurezza, ordine pubblico, per queste essenziali funzioni dello Stato non deve esistere neppure la minima ombra di favoritismo, di clientelismo, di nepotismo, di lecchismo! Oltretutto, questa proposta comprometterebbe la sacrosanta libertà d'insegnamento sancita dalla nostra Carta Costituzionale.
Le assunzioni devono essere trasparenti come l'acqua che beviamo la mattina! La scuola deve essere laica e pluralista! Per poter lavorare e portare pane e dignità a casa non può e non deve contare il gradimento del dirigente scolastico, la provenienza geografica, l'appartenenza politica, le convinzioni culturali, il credo religioso, le ambizioni sessuali, ma il sapere e il saper essere, certificati, rigorosamente, da procedure pubbliche e certe, definite dalla legge e dal contratto.

Ma la cosa più insopportabile, secondo me, è il tentativo di intimidire, di impaurire, diciamolo chiaro, di asservire il ceto docente, la categoria pensante e produttrice di cultura di un'intera Nazione. È inaccettabile! Chi tace a tale scempio è grandemente complice e colpevole!
Che i sindacati di categoria battano un colpo!
Che i deputati e le varie forze politiche, presenti in Parlamento, facciano sentire la loro voce!
Che la scuola pubblica, tutt'intera, innalzi la bandiera della battaglia e della riscossa! Ora!

Angelo Battiato
angelo.battiato@istruzione.it





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