Che fine ha fatto dei genitori e della scuola?
Data: Mercoledì, 18 marzo 2015 ore 06:30:00 CET Argomento: Redazione
La scarsa attenzione del Ministero per i genitori si
riconferma con la XIII Giornata
Europea dei Genitori e della Scuola, che da ottobre, quando
doveva essere celebrata, è slittata a febbraio, poi è stata rinviata
causa maltempo e adesso rischia di passare definitivamente in
cavalleria. Non che la manifestazione prevista a febbraio fosse di una
qualche utilità: nell'avviso si parlava unicamente di didattica e le
tematiche affidate ai relatori si occupavano di educazione, ma di
genitori proficuamente impegnati all'interno delle scuole non se ne
parlava proprio, per cui si falliva il fine prioritario, che è quello
di coinvolgere i genitori e di stimolarne la partecipazione offrendo
validi contenuti.
Appena un anno fa contestavamo l'autoreferenzialità di questi riti per
pochi iniziati, proprio lì, nella sede del Ministero ricorda Rita
Manzani Di Goro, presidente dell'Associazione Genitori A.Ge. Toscana e
relatore per la XII Giornata Europea, celebrata a Roma nel dicembre
2013- ma a quanto pare questi signori del Ministero hanno fatto ancora
una volta orecchie da mercante alle richieste che vengono dalla base,
perché in questi quindici mesi non è stato fatto nulla di concreto per
sostenere chi si impegna attivamente nella scuola.
Infatti, in previsione dell'intervento all'interno della XII Giornata
Europea, l'A.Ge. Toscana ha fatto una ricognizione dei bisogni
formativi dei genitori, sia di quelli eletti all'interno degli Organi
collegiali della scuola che di coloro che si impegnano nei Forum
regionali e provinciali delle associazioni dei genitori nella scuola.
Precise le richieste pervenute dalla base: attivazione dei Forum quali
organi propulsivi e un piano di formazione a cascata in tutte le
province d'Italia, per rendere effettiva la partecipazione dei genitori
e porre le condizioni per il ben-essere a scuola degli alunni e,
quindi, per il loro successo scolastico. Perché "è impossibile non
chiedersi per quale motivo la comunità educante, questo stato di
particolare grazia strettamente correlato con il successo formativo,
sia concesso solo a una minima percentuale di studenti e non a tutti o,
comunque, alla maggior parte di loro. (Essa) dipende da un certo numero
di fattori e uno di questi, l'avere rappresentanti dei genitori
preparati e motivati, potrebbe essere nella nostra immediata
disponibilità, se solo lo volessimo. Invece inutili, se non dannosi, i
presidi manager e i docenti mentor.
E' evidente che il sito Apritiscuola, blindatissimo ed attualmente
accessibile unicamente ai presidenti dei Consigli d'istituto, dei
comitati e delle consulte, solo dietro registrazione da parte delle
scuole (che per lo più non è stata effettuata), la scuola non la apre
affatto: il classico modo per non fare fingendo di fare, e per di più
sperperando soldi pubblici. E poi, che cosa ci sarà dentro? Chi ha gli
strumenti per valutarlo, come le Associazioni di genitori, non lo sa,
perché non vi può accedere.
Il massimo sforzo della Direzione Generale per lo Studente in tutti
questi mesi è stato un concorso bluff, bandito a ridosso del Natale,
con pochissimi giorni per presentare un progetto niente meno che su una
tematica centrale come il gender: 425.000 euro da spartire fra un
numero irrisorio di scuole (al massimo 23 in tutta Italia, ma più
probabilmente la torta sarà spartita fra 8 soli concorrenti). Non
sarebbe stato meglio destinare anche una parte di quei soldi alla
formazione dei genitori, invece di coinvolgere marginalmente le
associazioni come partner eventuali nel progetto?
Un decimo di questa spesa e una buona dose di volontariato sarebbero
bastati e avanzati per una formazione capillare dei genitori impegnati
nelle scuole di tutta Italia, e la ricaduta sarebbe stata enormemente
superiore. Ma già, troppo bello e troppo facile.
agetoscana@age.it
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