Affermare i diritti delle e degli immigrati costruire una società per tutte e tutti. Domenica primo marzo ore 15 piazza Duomo Milano
Data: Giovedì, 26 febbraio 2015 ore 08:30:00 CET Argomento: Sindacati
In occasione della
Giornata del Primo Marzo, data diventata simbolo in Italia del
movimento antirazzista, le associazioni milanesi organizzano un
iniziativa in Piazza Duomo alle ore 15. L’evento vuole presentare le
storie di Souad e Jorge, migranti che quotidianamente fanno mille
sacrifici per vivere una vita degna di essere vissuta, storie che però
raccontano anche la vita di Giovanni e Anna. Storie senza una specifica
nazionalità, che in questi anni potrebbero appartenere a chiunque.
Storie di chi si trova a fronteggiare la crisi, vivendo spesso tragedie
che attentano ai principi fondamentali alla base delle democrazie
moderne.
Il 1° marzo 2015 a Milano sarà dedicato a questi racconti di vita, alle
contraddizioni che fanno emergere e alla possibilità che rappresentino
un momento di incontro e riflessione, che alimentino l'impegno per
costruire una società che non discrimina, una società senza razzismo,
una società che possa garantire meglio i diritti di tutte e di tutti.
Le associazioni promotrice dell’evento rivolgono un appello al Sindaco
di Milano e lo invitano a partecipare all’evento per ribadire il suo
impegno affinché questa città sia sempre di più una città libera dal
razzismo e dalla discriminazione (di seguito la lettera aperta al
Sindaco Pisapia).
Per informazioni: stessabarcamilano@gmail.com
Pruomovono: Arcobaleni in marcia, Convergenza delle culture, Arci
lesbica, Todo Cambia, Ass.Dimensioni Diverse, Macao, Spazio Mondo
Migranti, Coordinamento delle Associazioni Islamiche di Milano e Monza
e Brianza, SISA, Associazione d'amicizia Italia Cuba, Altra Europa
Milano e Provincia, PRC-Federazione di Milano, Sel Zona 4, Studio 3R,
Consulta Rom e Sinti-MI, Naga, Partito Umanista, Rete Scuole Senza
Permesso.
Milano 23 febbraio 2015
Caro Sindaco,
da quasi un mese sono ritornata dal mio paese. Erano diversi anni che
non camminavo per le strade della città della mia gioventù. Tuttavia
ventidue anni vissuti là e ventidue qua mi hanno fatto diventare
“bigama”! Milano occupa ormai nel mio cuore lo stesso posto della città
che mi ha visto nascere. Ho due amori, lo confesso! E non posso, né
voglio lasciare l’uno o l’altro!
Il mio rientro a Milano è avvenuto qualche giorno dopo la strage di
Parigi. E purtroppo l’accoglienza non è stata delle migliori. Ho
percepito la stessa aggressività che molti di noi, immigrati ed
immigrate, avevamo già vissuto nel 2009, quando a seguito di episodi
criminali commessi da singoli stranieri, tutti noi che appartenevamo a
quella “categoria” diventammo indiscriminatamente oggetto di una
violenta campagna di criminalizzazione.
Il razzismo di strada che si respirava in quegli anni (e che fu
fomentato da mass media e politici) trovò la sua legittimazione a
livello istituzionale con l’approvazione del cosiddetto “pacchetto
sicurezza”, che istituì una serie di provvedimenti apertamente
discriminatori, molti dei quali furono successivamente annullati dalla
Corte di cassazione italiana. Furono anni in cui Milano venne
tappezzata da manifesti apertamente razzisti, anni in cui i controllori
degli autobus giravano insieme ai poliziotti a “caccia di clandestini”,
anni di paura per il rischio di essere aggrediti perché stranieri, a
maggior ragione se rom o arabi.
Una delle cose che ricordo con più gioia della tua elezione a sindaco
di Milano, evento che molti di noi festeggiarono in Piazza Duomo, è che
nei mesi successivi alla tua vittoria, per noi immigrati e immigrate,
il vento cambiò veramente a Milano e l’aggressività in città diminuì.
Oggi invece, non solo a Milano, ma in tutta Italia si respira
nuovamente quel clima di ostilità nei nostri confronti e in particolare
verso chi proviene dal mondo arabo. Il mio viso non è di una milanese
“Doc” e in questi giorni quella che considero la mia città me lo
rinfaccia in ogni momento: quando l’impiegata del Comune, forse per
ignoranza, al momento di rifare la mia Carta di Identità mi chiede il
permesso di soggiorno nonostante le faccia vedere il passaporto
italiano, quando i poliziotti fermano la macchina in cui mi trovo
perché in compagnia di due “soggetti sospetti”: due amici arabi.
Il pomeriggio del Primo Marzo in piazza Duomo dalle ore 15 daremo vita,
con tante associazioni e persone che abitano a Milano, a un’iniziativa
con la quale far arrivare un messaggio alla nostra città: affermare i
diritti degli e delle immigrate, vuol dire costruire una società per
tutti e per tutte.
Vogliamo far capire che non siamo noi il nemico. Vogliamo far
comprendere alla società italiana che chi sta usando la violenza
altrove, e chi diversamente la usa qui, non ci rappresenta anche se può
avere la nazionalità del paese in cui siamo nati, o in cui sono nati i
nostri genitori, o quella del paese in cui vogliamo vivere
pacificamente.
Siamo stanchi dei luoghi comuni: non tutti gli arabi sono terroristi,
non tutti i latinoamericani sono ladri, non tutti gli italiani sono
mafiosi!
Vorremo tanto che il Primo Marzo, tu, che rappresentanti i cittadini di
questa città, anche quei tanti fra noi che non hanno potuto votarti
perché privi dei diritti elettorali, venissi in Piazza Duomo a farci
sentire che Milano è anche la nostra città e che insieme, vecchi e
nuovi milanesi, immigrati e italiani, possiamo ancora una volta
spazzare via questo clima di razzismo ed affermare che la convivenza è
possibile!
Ti aspettiamo Sindaco
Jorge, Aisha, Xiao, Virginia, Tsegehans, Urpi, Amr e tanti tanti altri ...
|
|