Il Liceo breve è legittimo: valido il diploma in 4 anni. Il CdS ribalta decisione del Tar Lazio
Data: Venerdì, 20 febbraio 2015 ore 08:00:00 CET
Argomento: Redazione


“Nella scuola i genitori contano!
Ne abbiamo avuto una prova in merito alla positiva sentenza del Consiglio di Stato n.832/15, che ha ribaltato la decisione del Tar Lazio del 17 settembre 2014 a seguito del ricorso della CGIL sulla sperimentazione del liceo dei quattro anni, riconoscendo legittimo il liceo in quattro anni.
Artificiosamente ci si è appellati al parere mancante del Consiglio Nazionale della P.I. (fra l’altro soppresso) e ad una presunta discriminazione tra gli studenti evidenziando l’evidente “disparità di trattamento con coloro che svolgono il corso di studi quinquennale, come si è verificato in occasione di altre sperimentazioni”.

Non si è voluto guardare con obiettiva serenità alla questione, che riguardava soltanto un gruppo di scuole ed un gruppo di ragazzi che hanno scelto tale percorso ed, invece, è stato sbandierato lo spauracchio della perdita dei posti di lavoro, qualora il progetto, dopo la sperimentazione, venisse esteso a tutte le scuole.
Tutto falso, come ha sostenuto il ricorso presentato dall'Avv. Massimo Vernola, genitore di uno studente del liceo classico Internazionale del Liceo Classico Flacco di Bari anche a nome dei genitori delle altre scuole coinvolte.

A Catania il progetto presentato dal Liceo Don Bosco non è andato avanti, perché si attendeva l’autorizzazione del Ministro, la quale preoccupata per i ricorsi della CGIL, non ha proceduto alla firma dei progetti già in corso di attuazione.
Avevamo ragione ed hanno fatto bene i genitori a sostenere la tesi che si tratta di una “sperimentazione” che non va negata, se ci sono i presupposti per un funzionale svolgimento dell’attività didattica, che, fra l’altro, viene potenziata e non ridotta.

Il progetto come ha dichiarato il preside del Liceo Flacco, Prof. Antonio d’Itollo, il quale ha fortemente creduto in questo progetto: “Questo vuole essere solo un progetto sperimentale di ampio respiro internazionale, che affianca e non sostituisce il liceo di ordinamento, e che può dare più chances agli studenti di entrare prima nel mercato del lavoro e nel mondo delle professioni, come avviene in ben 12 Paesi europei, tra cui Spagna, Francia, Olanda e Gran Bretagna dove già ci si diploma in 4 anni”.
“Si isti et illi cur non nos?”  La scuola va nella dimensione europea e ricerca sempre la qualità e le competenze. Perché non sostenere coloro che sono particolarmente dotati ed hanno ricche potenzialità di sviluppo e di successo?

I Giudici di Palazzo Spada hanno evidenziato che: “L’articolazione dei richiamati moduli sperimentali risulta nel complesso omogenea e adeguata, anche in considerazione del fatto che alla riduzione di un anno nella durata del corso di studi secondario di secondo grado fanno da contraltare:

a) un maggiore numero di ore settimanali di lezione;
b) un maggiore numero annuale di giorni di lezione;
c) la sostanziale invarianza delle materie d’insegnamento;
d) la piena conferma ed applicazione delle vigenti disposizioni in tema di esame di Stato conclusivo del secondo ciclo d’istruzione e in tema di rilascio dei titoli di studio finali
”.

Onore al merito, dunque, e grazie alla voce dei genitori che hanno condiviso il progetto della scuola e agli studenti, veri protagonisti e pionieri dell’innovazione.
L'obiettivo ultimo della sperimentazione è proprio quello di eliminare il gap tra i diplomati italiani e quelli europei, assicurando, nel contempo, competenze e conoscenze di prim’ordine - come del resto è nella tradizione del liceo classico - tramite un percorso di studi serio ed impegnativo, dove i numeri del monte ore complessivo dimostrano che la sperimentazione non è una scorciatoia.
Forse ci si dimentica che l’Italia fa parte dell’Unione Europea, siamo tutti cittadini europei e i nostri figli lo saranno sempre di più, quindi cercare di rapportare la durata dei nostri corsi di studi a quelli di tutti i paesi più importanti d’Europa è un’azione che tende a limare una disparità di trattamento già oggi esistente.”.
Le quattro scuole statali indicate nella sentenza del Tar Lazio: il liceo Flacco di Bari, l'istituto Maiorana di Brindisi, il Tosi di Busto Arsizio e il Carlo Anti di Verona, adesso potranno continuare la loro attività didattica e proseguire nel progetto.

Le scuole paritarie il collegio San Carlo di Milano, il Guido Carli di Brescia e l'istituto Olga Fiorini di Busto Arsizio, che avevano già avviato il progetto in precedenza, continuano con maggiore serenità nel loro cammino, rinforzate altresì dalla favorevole sentenza del Consiglio di Stato.
Quando nel gennaio del 2014 nella Biblioteca di Montecitorio si è tenuto un convegno con la presenza dell’allora Ministro Maria Chiara Carrozza, tutto sembrava facile e ricco di positività. Caduto il Governo e cambiato il Ministro, le cose si sono ingarbugliate, con buona pace delle tensioni sindacali.
Nel progetto elaborato per il Liceo Don Bosco di Catania, si era, infatti, ipotizzata una classe di alunni motivati con solide basi d’istruzione e quindi pronti a saper gestire il programma contratto dei cinque anni di liceo, che diventava “speciale” e “di eccellenza” in quanto venivano consolidate le basi di cultura umanistica: latino e greco e si potenziava la matematica con i programmi del liceo scientifico e lo studio delle lingue nella direzione di una competenza linguistica-comunicativa e non soltanto “scolastica”.
Oggi si registra il calo d’iscrizioni al liceo classico, ma il progetto in effetti, pone le basi per un liceo unitario, capace di favorire e sostenere uno studio universitario ben fondato su solide competenze e conoscenze.

Ridurre di un anno il percorso scolastico e consentire agli studenti di conseguire la laurea nei tempi dovuti, è da considerare un reale investimento sociale e culturale, in risposta alla miriade di studenti fuori corso che allungano gli anni di parcheggio all’università. Questo è certamente un positivo risparmio e in questa logica il percorso quadriennale si avvicina alle idealità della “buona scuola” che tende ad una migliore qualità e potenzia le eccellenze e le doti dei ragazzi maggiormente motivati.
 
Giuseppe Adernò
g.aderno@alice.it





Questo Articolo proviene da AetnaNet
http://www.aetnanet.org

L'URL per questa storia è:
http://www.aetnanet.org/scuola-news-24877320.html