Deliranti le priorità politiche del Miur nel 2015. Sarebbe questa la buona Università di Renzi?
Data: Sabato, 14 febbraio 2015 ore 08:30:00 CET Argomento: Comunicati
Da un lato
esponenti del Governo e del Partito Democratico annunciano
l’avvio di una stagione di consultazione che, dopo “la buona scuola”,
porti
anche ad una riforma del sistema universitario; dall’altra il documento
con
le linee di indirizzo per il 2015, pubblicate dal MIUR in questi
giorni,
che elenca come priorità politiche un minestrone di vecchie idee
condite di
retorica del merito e dell’eccellenza.
Dichiara Gianluca Scuccimarra, coordinatore dell’unione degli
universitari:
“Leggendo gli indirizzi del MIUR per il 2015, ci si trova davanti,
ancora
una volta, all’ esaltazione di un’ idea completamente distorta di
merito,
nella quale l’unico obiettivo sembra essere valutare e punire studenti
ed
atenei, per far sopravvivere solo i “migliori”. Il documento insiste
sull’accreditamento, ma limitandosi alla semplificazione dei processi,
senza nessun accenno ad una revisione, quanto mai necessaria, dei
criteri
di valutazione e della strutturazione stessa dell’ANVUR e dell’AVA. Sui
finanziamenti,poi, si arriva a dire che gli Atenei devono essere
finanziati
esclusivamente in base alle loro “performance”: si fa della qualità
della
didattica e della ricerca una questione di “prestazioni”, quasi si
trattasse della resa di un macchinario.
E lo stesso schema viene applicato
agli studenti; in uno dei paesi d’Europa con meno giovani laureati,
dove le
immatricolazioni calano costantemente da dieci anni e i morsi della
crisi
spingono sempre più persone ad abbandonare gli studi, si continua a
farneticare di eccellenza ed efficienza. Abbiamo 46.000 studenti che
avrebbero diritto ad una borsa di studio ma non la percepiscono per
mancanza di fondi, una vergogna unica in Europa, e la risposta del
ministero, celata dietro una frase sibillina, è che bisogna innalzare i
criteri di merito per ridurre chi ne ha diritto; siamo davvero stufi!”
Conclude Scuccimarra:” E’ da questo documento che parte la “Buona
Università” di cui parlava giorni fa il Sottosegretario Faraone? Se le
premesse del Governo per riformare l’università, sono ancora una volta
i
desiderata dei rettori, o lo scaricabarile sui finanziamenti, gli
studenti
non ci stanno. Il sistema universitario pubblico è sempre più in crisi
e
non ha bisogno di ricette aziendalistiche, ma di risposte strutturali
che
partano dai finanziamenti, dal superamento dell’ impianto ideologico
della
riforma Gelmini, ridando centralità all’istruzione universitaria e al
suo
ruolo per lo sviluppo e la mobilità sociale nel Paese, e dalle
condizioni
materiali degli studenti, senza i quali non può esistere alcuna “buona
università”.
Greta Chinellato - Addetto Stampa
UDU-Unione degli Universitari
stampa@unionedegliuniversitari.it
|
|