Errando discitur, ovvero: quando un motto si fa principio pedagogico, al liceo 'Concetto Marchesi' di Mascalucia
Data: Martedì, 03 febbraio 2015 ore 08:15:00 CET
Argomento: Redazione


Il Liceo "Concetto Marchesi" di Mascalucia (CT), Delegazione del Centrum Latinitatis Europae (CLE) per la Sicilia orientale, in collaborazione con il Dipartimento di Civiltà Antiche e Moderne dell'Università degli Studi di Messina, giorno 30 gennaio ha dato avvio al secondo ciclo di conferenze nell'ambito del Progetto dal titolo ClassicaMente Noi: per una memoria della cultura, per una cultura della memoria, organizzato dal prof. Nicola Basile, (Liceo "Concetto Marchesi" - Mascalucia).

L'incontro, il primo di quattro appuntamenti che hanno per tema "il ruolo dell'errore nel processo di insegnamento-apprendimento", si è svolto, alle ore 17.00, nella suggestiva cornice di Villa Buscemi "Villa Buscemi -Sala Palmento" (Delegazione e Biblioteca comunale) di Mascalucia di fronte a un folto e attento pubblico di docenti, studenti e genitori, e con la partecipazione del Sindaco di Mascalucia, Giovanni Leonardi.

Dopo i saluti del Dirigente Scolastico, prof. Lucia Maria Sciuto che ha tratteggiato le linee programmatiche del Progetto, ormai al suo secondo anno di attività, e un'introduzione della prof. Paola Radici Colace, professore ordinario di Filologia Classica all'Università degli Studi di Messina, il prof. Nicola Basile ha inaugurato l'edizione 2015 di ClassicaMente Noi, con una conferenza dal titolo: Errando discitur, ovvero: quando un motto si fa principio pedagogico.

Numerosi e interessanti gli spunti di riflessione emersi nel corso della relazione del Prof. Basile, che, da classicista, ha tracciato, sul tema dell'errore, un percorso muovendo dalla ricca e variegata tradizione paremiografica greca e latina alla letteratura tragica, per giungere, quindi, alla riflessione pedagogica di Quintiliano fino alle Confessioni di Agostino. Attraverso la rilettura dei classici si è portata testimonianza di come già nella riflessione pedagogica degli antichi l'errore non fosse percepito "solo come un momento negativo, segno dell'umana fallibilità, ma soprattutto come pars construens di un processo conoscitivo".

Produttivo e stimolante si è rivelato anche il dibattito che, aperto dal Dirigente scolastico, ha consentito ulteriori spazi di approfondimento con riferimenti all'attuale prospettiva epistemologica e pedagogica. Una problematica, quella dell'errore, per tanti aspetti complessa e impegnativa, per la ricaduta psicologica e valutativa sull'alunno durante i processi di insegnamento e apprendimento.

Vorrei concludere condividendo qui alcune mie riflessione che ho avuto anche il piacere di esprimere nel corso del dibattito di un così felice incontro culturale. Questi i punti:

1. L'insegnante non deve incutere nell'alunno la paura di sbagliare, quanto piuttosto cercare di unirsi a lui nella ricerca dell'errore, spiegando dove e perché si è sbagliato, insieme a come e perché non ripetere il malfatto. L'errore, insomma, non va punito, ma corretto e spiegato.
2. L'errore può rivelarsi uno strumento didattico-pedagogico importante - e utile - ai fini della formazione e della crescita dell'alunno. Se si persevera nell'errore, non si è "diabolici", ma sciocchi, semmai, o poco interessati, o per nulla versati, in ciò per cui si è chiamati a impegnarsi.
3. L'errore è un fatto positivo di cui non bisogna vergognarsi perché può arricchire la nostra conoscenza: è come la malattia che, solo se riconosciuta e curata, ci permette di apprezzare responsabilmente meglio la salute.
4. Errando discitur! Mai ossimoro così forte è stato più ferace di insegnamenti di così verace e piena umanità.

Insomma mi piace, provocatoriamente, pensare che se errare humanum est..., l'errare possa essere anche amoenum!

Nuccio Palumbo
antonino11palumbo@gmail.com





Questo Articolo proviene da AetnaNet
http://www.aetnanet.org

L'URL per questa storia è:
http://www.aetnanet.org/scuola-news-24877185.html