La satira rende tutto lecito? Un consiglio dei classici ...
Data: Martedì, 20 gennaio 2015 ore 08:00:00 CET
Argomento: Redazione


"Pallentis radere mores", "smascherare" , "raschiare" la superficie, scavare sotto la pelle per rappresentare con impietosa spregiudicatezza le debolezze e i vizi umani, la corruzione e le ipocrisie della società, ect etc.; questi, e altrettali, da sempre, gli scopi precipui della satira, il cui linguaggio ha la vocazione naturale irrinunciabile, - diciamo "pedagogica"-, al riso che "castigat mores", alla "acrimonia dello scandalo", al dissenso critico forte, irriverente nei confronti di ogni ordine ideologico pre-costruito, e costituito. La satira, nello spirito umano è sempre esistita; ed è proprio consustanziale al suo "genere" cogliere e denunciare, e amplificare difetti di chicchessia, umili o potenti, sbeffeggiarli e metterli alla berlina, senza peli sulla lingua, né risparmio di battute salaci e, talora, decisamente volgari. Nessun regime politico può sottrarsi ad essa, né vietarla, fosse anche con un atto di imperio. Nessun kalashnikov può bastare per farla tacere e morire!

Figurarsi, se poteva infrenarsi per via delle folli minacce di fanatici assassini nella sede "storica" del settimanale satirico per eccellenza di Charlie Hebdo, nella patria di Voltaire, nella Parigi culla dell'illuminismo libertino dissacrante e laico!
E, infatti, contro la follia stragista del mercoledì 7 gennaio scorso, la Francia civile ha giustamente manifestato compatta a difesa della sacrosanta libertà di pensiero, e di satira, con una imponente marcia pacifica, che ha visto sfilare per le strade di Parigi più di due milioni di persone! Nulla da eccepire!
Detto ciò, tuttavia però una domanda, per onestà intellettuale, si impone a proposito di quanto successo a / per "Charlie Hebdo"; ed è questa: In nome della libertà della satira, tutto è lecito? Nessuna misura?

Lecito offendere con rappresentazioni oscene, provocatorie e schifose il sentimento religioso di un popolo, (nel nostro caso, quello musulmano), ridicolizzandone con vignette addirittura pornografiche di pessimo gusto la fede e le credenze, in cui quel medesimo popolo riconosce la propria identità culturale?
Giova a qualcosa una satira devastante di codesto tipo? Credo di no. Est modus in rebus!
La satira è veramente utile e sana quando non si fa mancare la gioia per la comprensione delle debolezze umane e, soprattutto, l'ironia sorridente che trova il suo coronamento nell'amabile e intelligente autoironia.
E' la lezione dei classici. Orazio docet!

Nuccio Palumbo
antonino11palumbo@gmail.com





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