Studiare i classici greci e latini non ha mai fatto male a nessuno
Data: Venerdì, 16 gennaio 2015 ore 10:00:00 CET
Argomento: Redazione


Quando si dice che gli studi umanistici, il liceo classico dunque, non sono "utili", non sono "spendibili" in una società come quella odierna; quando invece si dice che gli studi scientifici e la preparazione tecnica sono più "utili", "spendibili", "professionalizzanti", io mi chiedo che cosa vogliamo davvero diventare o che i nostri figli diventino. Gli studi umanistici ci interrogano. Ci forniscono più domande che risposte. Se lo fanno, non ci dànno risposte univoche ed esatte, e dunque ci abituano all'ambiguità del vivere. Gli studi umanistici sono principalmente le letterature. Greca, Latina, e le moderne. La letteratura ci interroga. Sui nostri sentimenti, sulle emozioni, sui rapporti che abbiamo con le cose, con le persone, i luoghi, sul senso profondo dell'esistenza. Non serve a farci parlare in modo grammaticalmente più corretto o a farci fare la bella figura in società. Serve nel profondo. Cambia le ragioni per cui ridiamo o piangiamo; cambia le motivazioni che ci spingono alla vita; cambia le nostre scelte personali. Cambia tutto perché cambia noi. Quando i genitori mi vengono a dire che gli studi umanistici non sono "utili", "spendibili" nel mondo del lavoro, per esempio, io vorrei dire loro che il lavoro non è ciò per cui dobbiamo vivere, è solo una delle cose per cui viviamo. E che poi ci sono i sentimenti, le emozioni, gli ideali. Che poi c'è la vita tutta e che la vita non è solo il lavoro. Che la formazione professionale, scientifica o tecnica senza quella umanistica fa dei nostri figli nient'altro che degli operai. Ad altissima specializzazione magari, ma degli operai. E che prima ancora di fare dei nostri figli dei "lavoratori", dovremmo volerne fare delle "persone".
Domani si celebra in tutta Italia la NOTTE NAZIONALE DEL LICEO CLASSICO. Ho 15 minuti per far capire per quale ragione, nel 2014 dovremmo ancora far studiare "Il Decameron " ai nostri figli. Ore 21. Liceo "Spedalieri" di Catania.

Marta Aiello





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