Un milione di domande per fare il bidello e le sostituzioni nelle segreterie scolastiche
Data: Martedì, 30 dicembre 2014 ore 07:45:00 CET Argomento: Sindacati
Ma il boom di richieste di
inserimento nelle graduatorie di terza fascia d’Istituto, utile per
subentrare al titolare per brevi periodi, cozza con la norma della
Legge di Stabilità 2015 che cancella di fatto le supplenze del
personale per brevi periodi. Eppure tra gli aspiranti Ata ci sono anche
tanti laureati, disposti ad accettare ruoli professionali di livello
base: l'inserimento a scuola rappresenta ancora un'aspirazione o
un’alternativa in un periodo di grave crisi lavorativa ed economica.
Marcello Pacifico (Anief-Confedir): la scelta di razionalizzare gli
organici del personale non docente e le sostituzioni confligge davvero
con quella dell’aumento esponenziale dei compiti assegnati alle scuole.
Malgrado tutti i problemi che l’affliggono, la scuola italiana rimane
un saldo punto di riferimento per tantissimi aspiranti lavoratori: lo
testimonia il boom di domande, probabilmente superiori al milione,
presentate in questi giorni per essere collocati nella terza fascia
delle graduatorie d’istituto al fine di candidarsi a svolgere, per
brevi periodi, mansioni di assistente amministrativo o tecnico. Ma
anche per fare il collaboratore scolastico. L’alto numero di richieste
pervenute, sommato ai problemi fatti riscontrare dal SIDI, il
‘cervellone’ informatico che contrattualizza i supplenti, ha costretto
non poche province a rinviare la pubblicazione delle graduatorie di
aspiranti a dopo le festività natalizie.
Secondo la stampa specializzata ‘Orizzonte Scuola’ ci troviamo dinanzi
ad “una procedura che supera di gran lunga tutte quelle elaborate
finora e che testimonia come l'inserimento a scuola rappresenti ancora
un'aspirazione o anche una alternativa in un momento di grave crisi
lavorativa”. Anief concorda con questa ipotesi, ricordando che tra gli
aspiranti applicati di segreteria, assistenti di laboratorio o
collaboratori scolastici, è presente un sempre più folto nucleo di
giovani laureati e con titoli che dovrebbero condurre a svolgere
mansioni lavorativi di maggiore prestigio.
Ci saranno anche loro, dopo le festività di fine ed inizio anno, ad
attendere con impazienza la pubblicazione delle graduatorie utili alle
convocazioni per le supplenze di breve durata, che verranno poi
utilizzate fino al 2017: l’obiettivo, per tutti costoro, è quello di
essere convocati dai dirigenti scolastici e raggiungere il prima
possibile il ‘tetto’ dei 24 mesi di servizio, la soglia che permette al
candidato di poter essere collocati in un livello di graduatoria più
vantaggioso. Da dove è possibile sottoscrivere supplenze annuali e
l’assunzione a tempo indeterminato.
Una eventualità, quella dell’immissione in ruolo, che però deve fare i
conti con i tagli agli organici degli Ata che hanno contrassegnato gli
ultimi anni (ben 47mila posti cancellati in appena un triennio) e che
continuano a caratterizzare anche la politica dell’attuale Governo:
sempre nella Legge di Stabilità (commi 330 e 331) è infatti inserito un
piano di dematerializzazione che ha l’obiettivo di risparmiare qualche
decina di milioni di euro, che porterà meno personale in segreteria o a
pulire e sorvegliare le aule: dal “1° settembre 2015, i dirigenti
scolastici non possono conferire le supplenze”. Farà eccezione il
“personale appartenente al profilo di collaboratore scolastico”, che
comunque non potrà essere nominato “per i primi sette giorni di
assenza” del titolare del posto.
In pratica, l’Esecutivo pensa di fare “cassa” riducendo, il numero di
assistenti amministrativi in servizio, poiché le scuole digitalizzate
non avrebbero più bisogno del loro apporto. E non importa se ultimi due
anni si sono contati 64mila alunni in più: l’organico degli insegnanti
è rimasto lo stesso e ora si decide di ridurre ancora quello dei
bidelli. Con inevitabili ricadute negative non solo per
l’organizzazione delle segreterie e per la funzionalità dei laboratori
scolastici, ma anche sulla pulizia e sorveglianza.
“La scelta di razionalizzare gli organici del personale non docente –
spiega Marcello Pacifico, presidente Anief e segretario organizzativo
Confedir – confligge davvero sia con quella dell’aumento esponenziale
dei compiti assegnati alle scuole: con l’entrata a regime
dell’autonomia scolastica, che ha assegnato alle segreterie scolastiche
un carico di competenze degli uffici ministeriali, occorrerebbero
infatti un numero sicuramente maggiore di unità di personale Ata. Non
si comprende quali motivi, se non quelli meramente di bilancio, abbiano
portato il Governo, tramite la Legge di Stabilità 2015, a tagliare
ulteriori 2mila posti”.
“Anche perché nel frattempo – continua Pacifico – tanti istituti
scolastici si ritrovano con grossi problemi nel gestire la vigilanza
degli alunni, l’assistenza tecnica dei laboratori didattici e le
innumerevoli pratiche riguardati studenti, famiglie e personale: non
bisogna dimenticare, infatti, che tra il 2012 e il 2014 il numero di
alunni è aumentato di quasi 90mila unità, 34mila solo nell'ultimo anno.
Con una evidente ricaduta di impegni per le scuole. Il Governo, invece,
decide di ridurre il personale: così per il milione di candidati che si
mette oggi in lista di attesa, sarà davvero difficile essere chiamati
per sostituire il collega di ruolo”.
“A mettersi di traverso rispetto ai piani del Governo – continua il
sindacalista Anief-Confedir – potrebbe però essere l’assunzione degli
Ata che hanno svolto 36 mesi di servizio su posti vacanti: in tal caso
toccherà al tribunale italiano rendere esecutiva la sentenza di fine
novembre della Corte di Giustizia europea, procedendo anche ad un
sostanzioso risarcimento pari in genere ad almeno 15 mensilità. Certo,
non si tratta di quei lavoratori precari, con poco o nulla servizio
alle spalle: per loro il futuro diventa quanto mai incerto”.
Anief.org
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