Resoconto dell'assemblea dei precari Cobas di Palermo tenutasi lo scorso 17 dicembre
Data: Martedì, 30 dicembre 2014 ore 07:30:00 CET
Argomento: Sindacati


1) Effetti della sentenza della Corte di Giustizia Europea sulle leggi ed i decreti legislativi che regolano i contratti precari nella scuola e nel pubblico impiego.
La sentenza della Corte Europea del 26 Novembre 2014, ha stabilito che la Corte Costituzionale ed il governo sono tenuti a modificare i decreti legislativi 165/2001 e/o 368/2001 e/o leggi che li hanno integrati negli ultimi anni nella parte che riguarda Scuola e Pubblico Impiego. Tali modifiche sono necessarie per il fatto che la Corte di Giustizia Europea ritiene che la reiterazione dei contratti a tempo determinato non è in alcun modo punita dalle norme dello Stato italiano ai sensi della direttiva comunitaria 1999/70/CE.

Quindi in caso di abuso di contratti a tempo determinato, lo Stato italiano ora sarà tenuto a convertire i contratti da tempo determinato ad indeterminato (ipotesi improbabile) oppure a dare risarcimento danni (ipotesi più probabile 1-2 mensilità per ogni anno di contratto TD in linea con quanto previsto dal Jobs Act).

Ad ogni modo, da una attenta lettura della sentenza della Corte di Giustizia Europea, si evince che possono comunque essere assunti a tempo indeterminato solo coloro che hanno vinto un concorso oppure che sono equiparati ai vincitori di concorso, cioè solamente gli iscritti nelle GaE. Per i colleghi di II e III fascia delle graduatorie d’istituto non è prevista l’assunzione a tempo indeterminato (mentre nulla si sa sul risarcimento danni).

2) Ricorsi al tribunale civile per la conversione dei contratti a tempo determinato in contratti a tempo indeterminato. Effetti della sentenza della Corte di Giustizia Europea su ricorsi pendenti e i ricorsi che verranno presentati prossimamente.
I ricorsi da noi presentati nella primavera del 2011 sono attualmente bloccati al tribunale civile di Palermo in attesa che la Corte Costituzionale agisca su leggi e decreti italiani in linea con la Direttiva Comunitaria 1999/70/CE. Quindi tempi lunghi (fine 2015 – inizio 2016) per la sentenza.

Come COBAS stiamo già predisponendo ulteriori ricorsi e che comunque tali ricorsi non saranno discussi in tribunale prima della fine del 2015.

3) Ipotesi sul numero di immissioni in ruolo su organico di diritto alla luce delle nuove norme previdenziali entrate in vigore.
Si stimano in 18.000/20.000 i pensionamenti per l’anno 2015 per effetto combinato della legge Fornero e della salvaguardia riservata alle donne con 57 anni + 35 anni di contributi, che vogliono andare in pensione con il contributivo. Tale stima potrebbe essere sottovalutata, anche se non è ipotizzabile che la salvaguardia possa portare a livelli di pensionamenti pre-Fornero.

Attualmente esistono anche circa 18.000 posti vacanti su organico di diritto senza titolare a tempo indeterminato da settembre, a cui vanno aggiunti i circa 9.000 posti del decreto Carrozza per completare l’organico di diritto del sostegno. Quindi sull’organico di diritto dovremmo avere almeno 45.000 posti vacanti cui si dovrebbero aggiungere tutte le cattedre dell’organico di fatto.

Tale situazione consentirebbe un massiccia stipula per i contratti a tempo indeterminato da settembre, ma ancora distante dai 149.000, come afferma Renzi.

Peraltro, in alcune classi di concorso ed in alcune province, l’immissione in ruolo di tutti i precari è difficile per la carenza di posti e la presenza di personale in sovrannumero.

Quindi si ipotizza quanto segue:

- Il primo scenario prevede una mobilità nazionale degli iscritti in graduatoria ad esaurimento su base volontaria (o meno), questo consentirebbe di distribuire in modo uniforme nel territorio nazionale i precari di alcune classi di concorso difficili da assorbire nel nuovo organico. Questo scenario potrebbe prevedere la compilazione di una graduatoria unica nazionale sulla base dei punteggi attualmente attribuiti nelle GaE provinciale oppure dopo aggiornamento dei punteggi, una ipotesi non facile da percorrere visti i tempi stretti della riforma.

- Un secondo scenario è l’allargamento delle aree disciplinari instaurate con i DM 354/98, consentendo ai precari inseriti in classi di concorso in sovrannumero di accedere alle graduatorie di classi di concorso con più posti liberi ed in via di esaurimento. Una ipotesi percorribile ma sempre dai tempi e dagli effetti incerti.

- Un terzo scenario potrebbe essere quello di fare abilitare sul sostegno in modo coatto i docenti di ruolo e precari in sovrannumero. Questa operazione coinvolgerebbe in modo pensante quelle classi di concorso che in questi anni hanno avuto problemi nel riassorbire il precariato storico per effetto dei tagli della legge Gelmini.

- Un quarto scenario potrebbe prevedere la cancellazione della legge Gelmini con i suoi 87.500 tagli agli organici, con il ripristino dei precedenti quadri orari. Scenario auspicabile ma altamente improbabile.

Probabilmente per riassorbire tutti i precari si dovrà utilizzare sia la mobilità nazionale che l’ampliamento delle aree disciplinari, oltre che ad un massiccio numero di immessi in ruolo sulle classi di concorso del sostegno andando molto oltre i 91.000 docenti di sostegno su organico di diritto attualmente previsti.

4) Effetti occupazionali de “La Buona scuola” sugli abilitati TFA e PAS. Situazione ricorsi per entrare in IV fascia delle GaE.
Dal punto di vista politico, appare improbabile che il governo decida di far inserire gli abilitati TFA e PAS in quarta fascia delle GaE poiché questo potrebbe comportare altri contenziosi giudiziari con coloro che hanno già fatto 36 mesi di supplenze annuali (oppure al 30 giugno) con le graduatorie d’istituto. Questa ipotesi rimane improbabile ma non impossibile, alla luce del fatto che è stato approvato al Senato un ordine del giorno che impegna il governo ad inserire gli abilitati TFA e PAS nelle GaE, modificando la legge quadro per equiparare le procedure di selezione TFA e PAS al concorso pubblico come per SSIS. Ipotesi plausibile per i colleghi del TFA, ma più difficile da percorre per i colleghi del PAS (anche se tutto in Italia è possibile). Nonostante ciò, rimane ancora improbabile un inserimento dei colleghi TFA e PAS nelle GaE perché all’orizzonte non si profila nessun iniziativa di lotta contro il governo da parte dei colleghi precari per dare la spinta decisiva ad un intervento legislativo. Essi sono pochi come numero e per nulla organizzati. Ciò determina una difficoltà oggettiva nel perseguire un risultato politico che richiede un grosso impegno.

Sul fronte giudiziario ci sono notizie contrastanti. Finora si è discusso solamente di sospensive al TAR del Lazio ed al Consiglio di Stato (a volte accolte) in merito all’inserimento degli abilitati TFA nelle GaE. Sul merito il TAR del Lazio sta prendendo tempo in attesa di un intervento normativo che chiarisce la posizione dei colleghi del TFA che da un punto di vista formale.

5) Effetti negativi de “La Buona Scuola” sui precari iscritti nelle graduatorie di istituto (1°,2° e 3° fascia).
Per effetto della “riforma” Renzi, saranno disponibili molte meno supplenze brevi, mentre quelle da Ufficio scolastico provinciale scompariranno insieme alle GaE. Infine le Graduatorie terza fascia dovrebbero rimanere in vita almeno fino al 2017, data della loro naturale scadenza.

6) Analisi degli effetti de “La Buona Scuola” su stipendi e scatti di anzianità.
Gli scatti di anzianità sono bloccati almeno fino al 2018, quando dovrebbe entrare in vigore lo scatto per il famigerato “merito” basato sul nulla (o meglio sulla compravendita di titoli, sui quali colleghi precari si sono buttati in questi anni per fare punteggio). Inoltre il contratto collettivo nazionale rimarrà bloccato senza l’indennità di vacanza contrattuale almeno fino al 2018.

7) Organizzazione iniziative di lotta nelle scuole e nei territori.
In attesa dei decreti che dovrebbero attuare la riforma de “La Buona Scuola” renziana, non pare esserci in questa fase una situazione favorevole ad azioni di lotta i anche se c’è la richiesta di una immediata riconvocazione dell’assemblea dei precari appena sarà chiaro cosa sarà presentato per decreto. In quel momento verrano studiate le eventuali azioni di lotta.

8) Elezioni RSU nelle scuole – 3, 4 e 5 marzo 2015. Candidature dei precari alle elezioni per le RSU.
Alcuni precari hanno dato disponibilità a candidarsi alle elezioni RSU del 3, 4 e 5 marzo.

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