La programmazione arriva in classe: al via il progetto di alfabetizzazione digitale per la scuola
Data: Lunedì, 08 dicembre 2014 ore 07:45:00 CET Argomento: Rassegna stampa
Piccoli
mattoncini di comandi si spostano e si incastrano come una costruzione
di Lego e indicano la strada che l’icona alla Angry Bird deve seguire
per uscire dal labirinto. Semplice e intuitivo: il bambino deve
individuare i movimenti che il personaggio deve fare per sbrogliarsi,
capire i singoli comandi da dare e metterli in ordine uno dopo l’altro.
È così che si inizia a costruire un videogame e si impara a programmare
giocando: è uno dei livelli più elementari di quello che va sotto
l’etichetta di “coding”, l’alfabetizzazione informatica attraverso il
gioco che fa il suo ingresso in grande stile nella scuola italiana con
il programma triennale “Programma il futuro”.
Un’anticipazione si è avuta a metà ottobre quando, in occasione della
settimana europea del coding, 22mila studenti guidati da quasi 500
insegnati si sono registrati per avviare il percorso di programmazione
informatica secondo il sistema nato dalla collaborazione tra il
ministero dell’Istruzione e il Consorzio interuniversitario nazionale
per l’informatica (Cini). Settimana prossima sarà la volta
dell’appuntamento globale dell’Hour of code, per il quale è prevista
una partecipazione di 155mila studenti e oltre 8mila classi.
È questa l’occasione per lanciare il programma congiunto Miur-Cini
(nato ufficialmente a fine settembre), partito dall’esperienza di
successo avviata da Code.org negli Stati Uniti e che si è allargata
coinvolgendo l’anno scorso circa 40 milioni di studenti e insegnanti in
tutto il mondo. Ora l’Italia è uno dei primi paesi a sperimentare
l’introduzione strutturale nelle scuole dell’insegnamento della
programmazione.
“I numeri della sperimentazione del coding - afferma il ministro
dell’Istruzione Stefania Giannini - ci dicono che c’è un interesse da
parte dei nostri ragazzi e degli insegnanti per questo tipo di sfide”.
Non si tratta, d’altra parte, della pura e semplice “informatica”,
sottolinea il ministro, ma dell’introduzione a un pensiero
computazionale per sviluppare le competenze logiche per affrontare e
risolvere problemi in modo creativo ed efficiente: “I ragazzi devono
convertirsi dall’essere semplici consumatori di tecnologia a persone in
grado di applicare il pensiero logico per capire, controllare,
sviluppare contenuti e metodi per risolvere i problemi e cogliere le
opportunità che la nuova società digitale offre”.
Il progetto “Programma il futuro” mette a disposizione delle scuole una
serie di lezioni, interattive e non, che ogni scuola può utilizzare
liberamente, senza particolari requisiti o abilità tecniche, attraverso
un sito appositamente realizzato per accompagnare
e supportare i docenti. L’idea di base è che siano questi ultimi,
attraverso la sollecitazione del Miur così come dei partner aziendali -
a partire da Telecom Italia seguita da attori tecnologici come
Microsoft, Intel ed Engineering insieme a un unico produttore di
contenuti come DeAgostini Scuola - per spingere i ragazzi a impegnarsi
in questa nuova attività didattica che si svolge giocando.
Si tratta di competenze indispensabili per i ragazzi impegnati ad
affrontare le sfide della nuova era digitale: “In un prossimo futuro
nessun lavoro digitale potrà prescindere dalla cultura digitale -
sostiene Elio Catania, presidente di Confindustria Digitale, che ha
appoggiato in breve tempo il progetto diventandone partner strategico
-: già oggi in Italia ci sono oltre 20mila posti di lavoro vacanti nel
settore Ict per alti skills digitali e si prevede di arrivare a 170mila
nel 2020. Ma allo stesso tempo è in forte crescita la richiesta di
profili con competenze informatiche in tutti gli altri settori
economici, con circa 800mila nuovi posti di lavoro previsti per il
2020”.
Nell’ambito del progetto il Miur prevede di raccogliere risorse per 15
milioni di euro l’anno per il triennio per l’infrastruttura Wifi delle
scuole - non per la connessione a banda larga che esula dalle
competenze del ministero - cui si potrebbero aggiungere 90 milioni per
la laboratorietà ad ampio spettro, sulla base di progettualità che
provengano direttamente dalle scuole e non siano imposte dall’alto.
Ilsole24ore.com
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