
Una bella serata in compagnia degli studenti di Bergamo c/o il Circolo ARCI Barrio Campagnola. Bocciata la scuola di Renzi!
Data: Venerdì, 05 dicembre 2014 ore 08:00:00 CET Argomento: Comunicati
Ieri sera a Bergamo al circolo ARCI Barrio Campagnola,
alla presentazione del mio libro "Il libro nero della scuola italiana" erano
presenti molti studenti, abbiamo parlato di scuola, ci siamo
confrontati e sono emersi alcuni punti che voglio condividere con voi:
Gli studenti vorrebbero una sola scuola statale pubblica laica e di
qualità, niente privati senza ingerenze confessionali all'interno
dell’istruzione statale.
Gli studenti si sentono abbandonati dalle istituzioni e dal Governo.
I giovani hanno metabolizzato questo pensiero: il Governo vede la
scuola statale come un costo invece dovrebbe investire in questa grande
risorsa che è l'istruzione statale, essenziale, vitale e prioritaria
per la crescita di uno Stato.
Gli studenti vorrebbero:
• vivere in un ambiente più pulito, più sicuro, più “umano”.
• avere all'interno della scuola degli spazi creativi auto gestiti dove
potersi sentire liberi di esprimere le proprie idee e approfondire
argomenti di interesse che spesso non si affrontano in classe , ad
esempio uno studente lamentava il fatto che pur frequentando un Liceo
artistico non si disegna abbastanza e la sua passione viene negata
creando in lui un senso di profonda delusione del sistema scuola.
• un maggior confronto e dialogo con gli insegnanti.
• Non essere condizionati dalle verifiche e decidere insieme ai prof le
modalità dell’interrogazioni.
• non sentire ogni giorno gli insegnanti che si lamentano del loro
stipendio, del loro status di precari, degli aumenti che non hanno, che
non possono andare in pensione.
• vivere in un clima più sereno e vedere gli insegnanti che sorridono.
• laboratori funzionanti ed efficienti.
• palestre disponibili all'interno del proprio istituto.
• più ore di laboratorio e poterli utilizzare anche di pomeriggio
• imparare le lingue straniere anche e soprattutto con docenti
madrelingua
• che all'interno della scuola ci fossero più sportelli di ascolto
(sociologi, psicologi, medici e non insegnanti di religione camuffati
in psicologi)
• che gli insegnanti fossero più preparati non solo dal punto di vista
della materia ma nella gestione della classe (con corsi di psicologia e
pedagogia)
• che ci fossero classi meno numerose max 20 studenti
• che si potesse studiare e progettare in gruppo, perché faciliterebbe
lo studio e l’apprendimento.
• che ci fosse meno confusione in classe, spesso capita di avere anche
4-5 insegnanti che seguono diversi studenti con dsa, disabilità grave,
bes (stranieri) ed è quasi impossibile seguire la lezione ma non per
colpa dei compagni che hanno problemi ma per l’inefficienza della
macchina burocratica, si pensa solo a risparmiare senza pensare alla
qualità della vita dello studente e della didattica.
Io ho posto la questione dello studio e della cultura. E’ vero che ci
sono tante criticità ed incomprensioni ma i giovani hanno il diritto di
confrontarsi con gli insegnanti ma non devono mettersi di traverso alla
prima incomprensione e gettare fango sul docente. Tutti insieme:
dirigenti, insegnanti, personale non docente e studenti possiamo
cambiare la scuola.
Ci possiamo riuscire solo se ci mettiamo molta passione in quello che
facciamo e soprattutto ascoltiamo con interesse anche critico la
persona che sta parlando. Ricordare sempre e comunque quello che diceva
Voltaire e Pertini: “ non sono d’accordo con quello che dici ma darei
la mia vita perché tu lo possa esprimere”. Grande esempio di pensiero
democratico.
Ho ricordato come il pericolo della trasformazione dell’
istruzione statale in confessionale sia dietro l’angolo. Il rischio di
perdere la libertà di insegnamento e soprattutto la perdita del libero
pensiero critico è altissimo.
Il nostro sistema scolastico non è da buttare, ricordo che ha
caratterizzato positivamente la scuola statale pubblica dal dopoguerra
ad oggi. Va modificato ridando importanza all'istruzione e soprattutto
ascoltando gli studenti e non considerarli solo numeri e assegnando
loro un valore di 7200 euro ciascuno come costo standard.
Il Governo Renzi, Giannini e politici e assessori come Valentina Aprea
dovrebbero smetterla di attaccare il cartellino del prezzo sulla spalla
di ogni studente. Perché i nostri figli non sono prodotti da vendere al
migliore offerente (privati) sono essere viventi con una propria
dignità e un proprio libero arbitrio.
Gli studenti di oggi sono le persone che dirigeranno questo Paese nei
prossimi anni, non possiamo più permetterci di vivere in uno stato
sociale che è in continua recessione culturale, dove i genitori sono
mediamente più istruiti dei propri figli. I giovani sono il futuro ed
hanno una responsabilità immensa. Per difendersi in questa società,
devono avere acquisito una cultura e una competenza altissima, una
grande capacità di resistenza alle avversità quotidiane.
Avere il senso della legalità e del rispetto dell’individuo. Lo
studente diventato adulto è una persona che, senza ledere la libertà
degli altri individui, deve essere totalmente libero di organizzare
direttamente la propria vita, secondo i propri desideri e senza il
condizionamento di vincoli morali, religiosi o sociali.
Per essere libero però deve avere cultura, deve divorare libri,
leggere, studiare, verificare le notizie che ascolta, che legge,
approfondire acquisendo un pensiero critico e non aspettare il
"pacchetto preconfezionato" o la pappa pronta... il papà, la mamma
oppure l’insegnante che gli dica dove si trova Roma e come si chiama il
Presidente della Repubblica…
prof. Paolo Latella
Docente di lab. di informatica gestionale c/o l'ITE A. Bassi di Lodi
paolo.latella@alice.it
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