Convegno sulla 'Buona Scuola', organizzato dall’USP di Ragusa
Data: Lunedì, 24 novembre 2014 ore 08:00:00 CET
Argomento: Redazione


Anche l'USP di Ragusa, Ambito Territoriale XVI, ha voluto partecipare al grande dibattito che si è tenuto a livello regionale e nazionale sulle proposte del "Rapporto La Buona Scuola", promuovendo una conferenza di servizio giorno 14 novembre 2014, presso il Liceo Scientifico "E. Fermi" di Ragusa. L'intento precipuo è stato di far conoscere gli esiti della consultazione avvenuta a livello provinciale e di mettere al corrente Dirigenti Scolastici, docenti, famiglie, studenti e Sindacati, sui punti di forza e sulle eventuali criticità riscontrate dagli operatori della scuola nel Dossier "La Buona Scuola". Il Dirigente dell'Ufficio Scolastico Provinciale di Ragusa, Dott. Emilio Grasso, coadiuvato dal prof. Giuseppe Arezzo, ha costituito un gruppo di lavoro formato da quattro Dirigenti Scolastici, Palummeri, Aldrighetti, Lauretta, Franzò, e dall'Ispettore Tecnico, Giovanna Criscione, per analizzare tutte le schede di consultazione pervenute dalle diverse istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado della provincia. Il gruppo di lavoro ha avuto il compito di sintetizzare e diffondere quanto è emerso, nonché di suscitare riflessioni anche in sede di dibattito pubblico. Nella conferenza di servizio sono stati analizzati tutti i punti previsti dal Dossier La Buona Scuola: se, da un lato, gli obiettivi di questo Rapporto del governo sono ambiziosi, accattivanti, cogenti, visti da un'altra angolazione sembrano talora di difficile realizzazione. All'incontro erano presenti i rappresentanti della Consulta provinciale degli Studenti e i rappresentanti del Movimento Studenti Azione Cattolica che hanno arricchito il dibattito dando incisivi spunti di riflessioni ai dirigenti presenti.

Punti di forza del Dossier sembrano essere:
  • Il miglioramento dell'offerta formativa;
  • La valorizzazione dei docenti;
  • L'organico funzionale;
  • La riforma degli Organi Collegiali;
  • L'autovalutazione e la valutazione nella prospettiva del miglioramento continuo;
  • Rendicontazione sociale -Trasparenza - buona governance;
  • La riqualificazione del ruolo docente con l'acquisizione di crediti formativi, professionali, didattici;
  • La carriera dei docenti e il riconoscimento del merito;
  • L'assunzione di tutto il personale precario;
  • Interazione tra innovazione didattica e avanzamento del sistema-paese;
  • Le nuove alfabetizzazioni;
  • Alternanza scuola-lavoro: collegamento con la vita reale del paese.
  • Punti di criticità emersi:
  • La mancanza di fondi destinati alle Istituzioni scolastiche;
  • Il ricorso a risorse private (fundraising, crowdfunding...);
  • La valutazione dei docenti potrebbe diventare un elemento discriminante, permettendo l'avanzamento economico al 66% dei docenti fondato sul fermo economico del restante 34%;
  • Difficoltà di copertura delle supplenze brevi e annuali;
  • Nessun riferimento al personale ATA;
  • Mancanza di chiarezza nel rapporto tra orario di lavoro e orario di servizio;
  • Proposta del Registro Nazionale dei Docenti;
  • Scarsa chiarificazione della funzione del Nucleo di Valutazione.
Dopo un ampio dibattito, la conclusione dei lavori ha determinato nel pubblico presente la consapevolezza che una Buona Scuola non può realizzarsi soltanto con le buone intenzioni. Le diverse proposte migliorative, presentate da alcune istituzioni scolastiche, non devono restare semplicemente idee ancorate alla consultazione ma potrebbero diventare, secondo gli operatori della scuola, elementi di reale ed efficace cambiamento se davvero c'è la volontà di ascolto da parte dei decisori politici ed il tutto non viene relegato a semplice rapporto di propaganda della scuola, buona soltanto per chi non vive nella scuola. Dunque, non soltanto idee, ci vogliono atti, scelte e decisioni che non opprimano ulteriormente il sistema scolastico. Cambiare la scuola significa ridarle centralità attraverso il giusto riconoscimento del valore sociale dell'istituzione scolastica, dei docenti, degli studenti, delle famiglie ma soprattutto tornare ad investire nella scuola come volano della crescita del Paese.

Prof. Giuseppe Arezzo





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