Bergoglio, la chiesa e i poveri
Data: Lunedì, 24 novembre 2014 ore 07:45:00 CET
Argomento: Redazione


Altro che Chiesa nella tempesta, e senza timone! Con papa Bergoglio, la barca di Pietro alza le vele ormai e naviga "migliori acque". Siamo di fronte a una rinascita del cattolicesimo, a una rivoluzione felice del Cristianesimo, a una svolta epocale dell'etica pubblica e privata, finora vera grande vittima del nostro tempo; a una rinascita dei cuori, a un annunzio di verità e di giustizia, anche sociale. Piaccia o non piaccia alla Cei dei Bagnasco, dei Ruini, et similia.

I segni dell'uomo Bergoglio sono evidenti: eletto, ha preferito farsi chiamare Padre, anziché "Santità"; nel giorno della sua "intronizzazione", sceso dal "soglio", contravvenendo ai riti formali, è andato tra la folla ad abbracciare i bambini, i disabili, gli umili e i sofferenti, prima dei potenti e dei ricchi; e si è appellato agli uomini di buona volontà, perché si facessero operatori di pace e di fratellanza, nonché vigili custodi del creato e degli equilibri vitali della Natura. Da codesti segni è facile presagire che per la Chiesa e la Curia di Roma, e per il mondo intero dei laici credenti e no, nulla potrà essere più come prima!

Intanto, è iniziata la cacciata dei venditori dal Tempio. Ha tuonato Francesco: Dio non ha niente a che vedere con i soldi, e la Chiesa non può essere "affarista"! "Solo la povertà ci salva dal diventare dei meri organizzatori di opere; quando vogliamo fare una Chiesa ricca, la Chiesa invecchia, non ha vita". Moderno miles Christi di questo terzo millennio, papa Francesco vuole testimoniare al mondo la forza emblematica dell'antico modello della povertà di vita francescana, connotato dall'esproprio totale, dal senso di precarietà e dall'apertura indiscriminata a tutti. Vivere secundum formam sancti Evangelii. "San Pietro non aveva un conto in banca, e quando ha dovuto pagare le tasse il Signore lo ha mandato al mare a pescare un pesce e trovare la moneta dentro al pesce, per pagare". E ancora, un'altra ammonizione scomoda e forte per i nostri tempi disincantati, connotati dal pensiero debole e fluido: "Tutto è grazia. Quando noi vogliamo fare in una modalità dove la grazia" viene "un po' lasciata da parte, il Vangelo non ha efficacia".

Questa è la Chiesa "apostolica", che auspica il nuovo vescovo di Roma: la Chiesa della fraternità, di servizio in spirito evangelico, della predicazione e dell'impegno fattivo, dei pastori i cui talari odorino di greggi e di stazzi!

Questo il messaggio. Il cammino è impegnativo, certo; impone a tutti noi una revisione dei nostri comportamenti e dei nostri costumi di vita; una rivoluzione delle coscienze e un capovolgimento dei valori correnti; comporta un moto riformatore della gerarchia che sappia operare una vera conversione dei cuori, e connettere alla cultura laica e materialistica della nostra epoca post-moderna e iper- tecnologica, gli ideali severi e rigorosi dell'etica francescana, aperta, sì, al mondo, ma non del mondo, umile e solidale con chi è più debole e bisognoso, amica dei popoli, operatrice di pace, di giustizia, e di misericordia.

Questo il messaggio. Farne tesoro nel "caveau" dei nostri cuori, è impegno di tutti coloro che si dicono cristiani!

Nuccio Palumbo
antonino11palumbo@gmail.com





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