Intervista a Sonia Montegiove, Presidente di LibreItalia
Data: Giovedì, 20 novembre 2014 ore 08:30:00 CET Argomento: Redazione
A una settimana
dall'ubuntu-it meeting di Bologna di sabato 22
novembre, abbiamo deciso
di intervistare Sonia Montegiove, Presidente di LibreItalia,
l'associazione italiana che promuove la diffusione di LibreOffice. Al
meeting sarà presente Enio Gemmo, sempre di LibreItalia.
Ciao Sonia, raccontaci chi sei e cosa fai, per i 4-5 lettori distratti
che ancora non lo sapessero...
Sono una informatica per professione e passione: lavoro come analista
programmatrice presso il Sistema Informativo della Provincia di
Perugia, faccio parte del gruppo di coordinamento del progetto di
migrazione a LibreOffice delle PA dell'Umbria LibreUmbria, scrivo per
diverse testate che parlano di tecnologia come Tech Economy e Girl Geek
Life. Sono tra i soci fondatori dell'associazione di volontariato
LibreItalia che intende promuovere il software libero e LibreOffice
oltre che l'openness in generale.
Tra le cose che ho fatto nel tempo libero negli ultimi mesi e di cui
vado fiera c'è l'ebook “La Rete e il fattore C
– competenze, consapevolezze, conoscenze”, che ho curato insieme
a Emma Pietrafesa e Flavia Marzano su rischi e opportunità della Rete,
e un altro ebook che uscirà nelle prossime settimane per Tech Economy “10 personaggi in cerca di LibreOffice”,
una guida gratuita all'uso del programma adatta anche a principianti.
L'
iniziativa "!LibreUmbria@scuola" a cui hai contribuito ha vinto "eGov
2014", che premia linnovazione nella Pubblica Amministrazione. Quale è
stata la motivazione?
LibreUmbria@Scuola è stato premiato per il modo innovativo in cui la PA
è entrata nella scuola portando cultura digitale e, in questo caso,
software libero. Il progetto, infatti, è stato realizzato dal Centro di
Competenza sull'Open Source regionale, in collaborazione con gli altri
Enti facenti parte del progetto LibreUmbria ed ha visto
l'organizzazione di seminari su ragazzi e tecnologia oltre a corsi in
aula multimediale su LibreOffice rivolti a docenti e insegnanti del
terzo circolo didattico di Perugia (scuola dell'infanzia e primaria).
Abbiamo proposto una sorta di gemellaggio
a costo quasi zero tra PA e scuola, con le prime che hanno messo
a disposizione personale (quindi competenze) e buone pratiche a favore
della scuola, troppo spesso in difficoltà proprio per mancanza di
competenze informatiche.
Sonia, sei
Presidente di LibreItalia, lassociazione italiana per sostenere la
diffusione di LibreOffice, la suite libera per ufficio più diffusa al
mondo. Come è nata lidea dellassociazione?
L'idea di costituirci in associazione è nata, anche grazie al sostegno
del nostro presidente onorario nonché tra i padri fondatori di "The
Document Foundation" Italo Vignoli, subito dopo il successo di
LibreUmbria che si è esteso a macchia d'olio ad altre PA ed aziende. La
community italiana di LibreOffice è molto attiva e ha su Google Plus un
“posto” dove 2mila500 persone ogni giorno condividono problemi e
soluzioni, si aiutano, si incoraggiano, si confrontano.
E' una realtà così bella e viva che ci auguriamo possa trovare
nell'associazione un appoggio in più per poter mettere in pratica
azioni utili a sostenere la diffusione di LibreOffice e del software
libero in generale oltre che dei formati aperti.
Possiamo dire che l'idea di una associazione era sentita da molti,
visto che nel giro di soli due mesi abbiamo avuto oltre 150 adesioni.
Quali sono
gli interlocutori principali a cui si rivolge LibreItalia?
!LibreItalia è stata definita “la casa degli utenti di LibreOffice”
perché vuole riunire tutte le persone che usano il programma (o lo
vogliono utilizzare) ma vorremmo che potesse diventare la casa di chi
nell'importanza della conoscenza condivisa, della collaborazione e
della condivisione ci crede tanto da impegnare un po' di tempo libero
nel sostenerne la diffusione.
Quali sono i
progetti in corso e quelli futuri di LibreItalia?
Siamo partiti con un carico di idee e progetti che ci auguriamo possano
coinvolgere attivamente tutti i soci.
Vogliamo promuovere
LibreOffice nelle scuole dove stiamo attivando alcune esperienze
pilota utili a creare esperienze replicabili in diversi territori;
desideriamo dare buone motivazioni alle PA per scegliere software
libero e formati aperti (per questo abbiamo di recente contattato Agid
e abbiamo fatto proposte concrete); vogliamo sostenere la diffusione della ECDL open source; ci piacerebbe
attivare momenti di informazione e formazione sul software libero, sui
formati aperti e sugli open data; desideriamo organizzare corsi di
formazione gratuiti, anche in e-learning, per sviluppatori e utenti
finali di LibreOffice.
Abbiamo costituito dei gruppi di lavoro e il prossimo 29 novembre
organizzeremo a Bologna la prima conferenza italiana di LibreOffice,
finalizzata a conoscerci oltre anche di persona oltre che in Rete e ad
iniziare questo bel viaggio insieme.
In cosa
consiste la proposta inviata da LibreItalia a "La buona scuola"
(https://labuonascuola.gov.it/) dal titolo "Crescere a pane e software
libero"?
Con la partecipazione con un nostro position paper a La buona scuola abbiamo voluto
“ricordare” che si può crescere, appunto, a pane e software libero fin
da bambini, imparando proprio sui banchi di scuola l'importanza dei
valori che sono alla base dell'open source. Valori che favoriscono un
uso consapevole delle tecnologie e degli strumenti che i ragazzi hanno
a disposizione.
LibreOffice
ha le stesse funzioni delle più note suite per ufficio proprietarie,
cosa manca ancora per fare il "salto di notorietà"?
Manca “cultura digitale”, una cosa di cui oggi fortunatamente si è
cominciato a parlare e che rappresenta un ostacolo alla diffusione non
solo del software libero ma di qualunque innovazione.
La maggior parte delle persone non conosce il significato di open
source, confuso troppo spesso con “gratis” e, pertanto, non di valore.
Il nostro compito è quello di portare, anche attraverso l'uso dei
social network che ad esempio con LibreUmbria hanno fatto la
differenza, queste tematiche alla gente comune, quella che non è dentro
le community e non sa di cosa stiamo parlando.
Bisogna far capire che non si può rinunciare ad avere un approccio
critico alla tecnologia e agli strumenti digitali che usiamo, perché,
come abbiamo detto durante l'ultimo Linux Day, liberi digitali non si
nasce ma lo si può diventare.
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