'Buona scuola' solo se si premia il merito: conclusa la consultazione del Governo sulla riforma
Data: Martedì, 18 novembre 2014 ore 07:30:00 CET Argomento: Rassegna stampa
Conclusa la
consultazione del Governo sulla riforma della scuola che poggia su tre
pilastri: la premialità economica degli insegnanti in base alla loro
valutazione, l'assunzione di 150mila precari e lo sviluppo
dell'alternanza scuola-lavoro - Ma le resistenze conservatrici del
sindacato che privilegia l'anzianità sul merito rischiano di essere un
ostacolo.
Con la fatidica data del 15 novembre, la consultazione on line e nei
territori sulla "Buona scuola", l'ampio e corposo documento in cui si
delinea un nuovo assetto della scuola - "né referendum, né sondaggio",
secondo il ministro dell'Istruzione Stefania Giannini, a Matera per
l'ultima tappa del tour di presentazione della proposta, "ma grande
nastro di registrazione", si è conclusa. Più di un 1 milione di accessi
al sito, oltre 170mila partecipanti on line e 100mila questionari,
circa 1.650 dibattiti organizzati in tutto il Paese con un primato in
Emilia Romagna, circa 3.500 proposte pubbliche, 16.000 commenti e oltre
90.000 voti nelle stanze della sezione "Costruiamo insieme la Buona
Scuola", questi i dati resi noti dal ministro che ha espresso una certa
cautela sulla diffusione dei risultati.
Sono forse eccessivamente ottimistiche le previsioni del ministro delle
Riforme, Maria Elena Boschi che poche ore dopo, da Catanzaro indicava
l'inizio della prossima settimana per la presentazione dei risultati
della consultazione, scatenando le polemiche sull'incongruenza dei
tempi necessari all'elaborazione di una così vasta mole di rilevazioni,
ma è percepibile molto malumore, soprattutto tra gli insegnanti, per
qualche tema particolarmente caldo.
Infatti, lo spettro che continua ad aggirarsi per la scuola italiana è
il merito. Poco meno di venti anni fa, cadde Luigi Berlinguer nel
nobile tentativo di introdurre meccanismi di valutazione degli
insegnanti. Era stato il migliore dei ministri della Pubblica
Istruzione e la scuola italiana perse, insieme alla valutazione degli
insegnanti un'occasione preziosissima per crescere. I suoi successori a
Viale Trastevere, di destra e di sinistra, si sono guardati bene
dall'evocare quel pericoloso fantasma e Maria Stella Gelmini, che pure
aveva fatto suonare la grancassa del merito all'inizio del suo mandato,
si è affrettata subito a soffocarne ogni eco.
Dal settembre scorso, con la "Buona scuola", Matteo Renzi ha
riattizzato il fuoco introducendo, tra i meccanismi nodali del
documento, la premialità economica in base alla valutazione degli
insegnanti e questo tema tiene banco in tutte le manifestazioni e i
dibattiti dei giorni scorsi. Veramente, il piano di Renzi ruota intorno
a tre elementi chiave, l'assunzione di centocinquantamila supplenti, la
valutazione dei docenti con la conseguente valorizzazione del merito,
aumentare drasticamente l'alternanza scuola lavoro.
Dopo anni dai diversi provvedimenti e il riordino dei cicli di
Berlinguer, questo è il primo piano sistemico che investe la scuola
nella sua complessità e agisce su perni strategici quali sono i tre
meccanismi che potranno cambiare, purtroppo non subito ma almeno in
prospettiva, la scuola italiana. Ma ciò a determinate condizioni. A
patto che l'assunzione dei centocinquantamila supplenti porti
all'eliminazione del precariato e alla piena applicazione del dettato
costituzionale per cui si accede all'insegnamento solo per concorso.
Questo è il primo requisito per una affermazione del merito che la
valutazione del lavoro del docente dovrebbe sancire con meccanismi da
affidare a soggetti terzi, sulla scorta del modello inglese.
L'allargamento dell'alternanza scuola lavoro, è poi fondamentale per il
rinnovamento se chiama in causa la didattica per competenze,
soprattutto quelle chiave per la vita e la loro valutazione in termini
di certificazioni spendibili sul mercato del lavoro.
Ma il malumore e la protesta che stanno animando la platea degli
operatori della scuola e degli studenti non lascia presagire nulla di
buono. A fronte della necessità di innovare la scuola per affrontare le
sfide della complessità, la FLC-CGIL sa solo evocare la conservazione
dell'esistente e sbandiera nel suo "Cantiere scuola", le solite trite
proposte e la pervicace difesa dell'avanzamento economico dei docenti
per anzianità, dichiarando che non bisogna "introdurre, neanche
indirettamente, elementi di gerarchia, di competizione, di
individualismo o di concorrenza tra i docenti".
Parlare di merito equivale insomma a una evocazione di Satana. Il
cavallo di battaglia del sindacato diventa così una legge di iniziativa
popolare del 2006, ripresentata con grande strepito come disegno di
legge nel luglio scorso, contenente le più generiche e conservatrici
linee di principio, praticamente fotocopia dell'esistente.
In questa tempesta, si attendono i risultati della consultazione sulla
"Buona scuola" e se le spinte innovatrici contenute nel piano
riusciranno a oltrepassare le diverse resistenze conservatrici, si
potrà forse attendere l'avvio di un processo di modernizzazione.
Donatella Purger - Firstonline.info
donatellaaura@gmail.com
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