Le proposte della Gilda di Cuneo su La Buona Scuola
Data: Lunedì, 10 novembre 2014 ore 07:45:00 CET
Argomento: Sindacati


Il piano straordinario di assunzioni predisposto dal Governo Renzi risulta senz’altro essere molto ambizioso e di sicuro impatto nell’annosa questione della risoluzione della problematica legata al precariato docente. D’altra parte, tale piano, può certamente essere considerato una sorta di risposta preventiva alla sentenza che la Corte di giustizia Europea si appresta a pronunciare entro la fine del mese di novembre ( vedi anche pagg 36 e 37 del documento “la buona scuola” ) e quindi bene sarebbe cercare di mettere in atto tutte le procedure atte a facilitare la stabilizzazione del precariato in linea con le direttive europee.

Giustamente, il Governo, intende, al fine di raggiungere l’obiettivo proposto, eliminare la distinzione tra organico di diritto e organico di fatto ( pag 22 ) che in questi ultimi 20 anni ha, di fatto, costituito il principale ostacolo alla stabilizzazione del precariato. Ovviamente occorrerà avviare un procedimento normativo per cambiare la legislazione attuale.

Altra modifica normativa da attuare, sarà quella legata alla modalità di assegnazione delle nomine in ruolo che attualmente viene equamente suddivisa tra concorso ordinario e GAE.

Il Governo ha così suddiviso la distribuzione delle tipologie dei posti utili all’assunzione dei precari (pagg. 22,23,24 )

–  50.000 per la copertura di cattedre

– 18.800 per ampliamento dell’offerta formativa ( educazione fisica, musicale ed artistica )

–  60.000 per la scuola primaria ( organico funzionale )

–  20.000 per la scuola secondaria ( organico dell’autonomia )

Se per la scuola primaria è di facile comprensione come potrebbe essere utilizzato l’organico funzionale ( aumento tempo pieno, compresenze, sostituzioni ecc ), meno evidente appare l’attuazione del piano di assunzioni per la scuola secondaria.

Ovviamente, con l’organico funzionale, ogni istituzione scolastica sarà maggiormente responsabilizzata e ogni collegio docenti sarà chiamato a progettare una scuola molto più dinamica e “autonoma” di quella attuale.

Occorre quindi mettere in atto delle procedure semplici e pratiche al fine di agevolare la gestione di tutte le novità derivanti da questa maggiore responsabilità.

In particolare, occorre dare flessibilità gestionale delle risorse che devono essere certe ed assegnate per tempo in modo da poter avviare una programmazione pluriennale indispensabile per il miglioramento qualitativo della didattica.

Per questo motivo, la scrivente organizzazione sindacale, propone di evitare qualsivoglia distinzione formale tra docenti titolari su “organico di cattedra” e docenti titolari su “organico dell’autonomia”. Se così non fosse si rischierebbe, ad esempio, di non poter gestire in maniera adeguata le eventuali supplenze temporanee che si presenteranno. Infatti, se in una scuola non ci fosse nessun docente di matematica sull’organico dell’autonomia ( è impossibile immaginare che ogni scuola avrà un docente per ogni tipologia), una classe rischierebbe di perdere diverse ore di tale materia per mancanza totale di disponibilità o la scuola sarebbe costretta a nominare un supplente di matematica con evidente necessità di dover richiedere fondi aggiuntivi.

Di più facile gestione risulterebbe invece una situazione in cui ogni docente ( o una buona parte ) avesse all’interno del suo monte ore settimanale, una parte di ore “cattedra” ( 14-16 ore ) e una parte destinata al funzionamento della scuola.

Per quanto concerne invece l’assunzione vera e propria, tale processo rischia di presentare diverse complicazioni, specialmente in regioni come il Piemonte, dove già adesso le GAE di alcune classi di concorso risultano essere vuote o con pochi candidati al pari di quelle del concorso ordinario ( 59/A, 33/A sostegno per tutti gli ordini di scuola ).

Sarà necessario quindi che il processo di assunzioni debba prevedere una fase nazionale o perlomeno trans-regionale.

Sarebbe opportuno quindi ragionare su quali possano essere le soluzioni più idonee e introdurre dei criteri di priorità tra mobilità professionale su classi di concorso affini e tra mobilità territoriale.

A titolo di esempio, la classe di concorso 59/A non presenta nessun candidato in GAE a livello regionale e gli elenchi dell’ordinario sono andati esauriti ad inizio anno. Parimenti però, le classi di concorso affini ( 47 e 49 e soprattutto la 60) hanno ancora diversi candidati presenti nelle varie graduatorie del Piemonte.

A parere della Gilda, prima di procedere all’assegnazione dei posti sulla 59/A a candidati di altra regione, sarebbe opportuno procedere a livello provinciale attingendo da classi di concorso affini e, solo in seguito, andare ad attingere da un’eventuale graduatoria nazionale o trans-regionale.

Lo stesso dicasi per il sostegno. La nostra regione presenta molti posti che sono assegnati a docenti privi di titolo. Anche in questo caso, a parere della Gilda, si dovrebbe procedere prioritariamente alla nomina di docenti iscritti nelle attuali GAE provinciali.

Chiaramente ciò significa che occorre partire quanto prima con un piano di formazione professionale per consentire ai docenti di acquisire il titolo di specializzazione necessario per accedere ai ruoli su posti di sostegno.

Altro aspetto da considerare, riguarda i docenti delle GAE su classi di concorso di tipologia C ( gli ITP ). Non mi sembra che ci sia nulla di specifico nelle linee guida che li riguardi direttamente. Tali classi di concorso, inoltre, presentano già allo stato attuale diversi docenti in esubero e quindi sarebbe opportuno predisporre una soluzione che li riguardi direttamente.

In questi anni e, ancor più in quelli futuri, l’utilizzo delle nuove tecnologie hanno avuto un’importanza sempre maggiore. Gli ITP, è notorio, operano soltanto nelle scuole secondarie di II grado ( e nemmeno in tutti gli indirizzi ) al pari della figura degli assistenti tecnici.

Per la scuola primaria e per la scuola secondaria di I grado invece, queste due figure professionali sono totalmente assenti con il risultato che spesso tali istituzioni scolastiche si vedono costrette a rivolgersi presso ditte esterne se vogliono dotarsi di nuove tecnologie informatiche.

La Gilda propone quindi di utilizzare i docenti delle tabelle C anche in questi ordini di scuola.

E’ da sottolineare un altro tipo di criticità che interessa particolarmente la nostra regione: il cospicuo numero di cattedre coperte da docenti di II e di III fascia.

Il piano di assunzioni proposto dal Governo sembra escludere totalmente questa tipologia di docenti riservando ai docenti abilitati la sola possibilità di superare un futuro concorso ordinario e l’accesso all’unica fascia delle graduatorie di istituto che rimarrà in piedi sin dal prossimo anno. Per quelli di III fascia viene preclusa anche questa possibile ancora di salvezza.

Se ragioniamo però in un’ottica di normativa europea e di una sentenza che potrebbe consentire future ulteriori azioni giudiziarie, la Gilda ritiene che sia opportuno predisporre delle soluzioni alternative che vadano incontro a tutti coloro che hanno i requisiti previsti dalle direttive europee sui contratti a termini.

In particolare per i docenti di II fascia ( con i requisiti delle norme europee e quindi con almeno 3-4 anni di servizio ) potrebbe essere un’idea estendere anche a loro la possibilità di accesso alle nomine in ruolo istituendo una sorta di fascia aggiuntiva alle GAE attuali almeno per quelle classi di concorso esaurite.

In alternativa, si potrebbe istituire una sorta di graduatoria regionale di abilitati con almeno 3-4 anni di servizio da utilizzare nel prossimo triennio utilizzando una parte dei 40.000 posti a ruolo previsti dal turn-over.

Parimenti, diversi docenti di III fascia d’istituto della nostra regione, possiedono, pur non essendo abilitati, il requisito dei 3-4 anni di servizio.

Per loro il piano non prevede nulla e non potranno nemmeno accedere alle residue e minime possibilità di supplenza che verranno assegnate sulla base delle prossime graduatorie di istituto.

La Gilda ritiene che, in virtù del numero rilevante ma non abnorme di questi docenti e del fatto che anche essi hanno contribuito, in questi anni, ad un regolare svolgimento delle attività scolastiche, non ci sarebbe nulla di scandaloso se si procedesse a definire per questi docenti di III fascia ( sempre che abbiano i requisiti dei 3-4 anni di servizio ) un percorso agevolato per il raggiungimento dell’abilitazione. Ad esempio si potrebbe consentir loro di accedere direttamente al periodo di tirocinio previsto dalle linee guida della buona scuola ( pag 41 ).

Prof.Antonio Antonazzo - Segretario Provinciale della Gilda di Cuneo





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