Definiti gli schieramenti favorevoli e contrari al ruolo unico della dirigenza. Nessuno potrà più ingannare i “presidi”
Data: Giovedì, 16 ottobre 2014 ore 15:40:17 CEST
Argomento: Opinioni


Terminato il giro di boa delle audizioni davanti alla 1 commissione del senato sul DDL 1557 della riforma della dirigenza emerge ora finalmente con chiarezza la geografia delle posizioni questa volta non più nascosta nei meandri dei siti del Parlamento ma svelata anche grazie al nostro attento lavoro di sentinella dei " presidi". Ebbene dal lungo elenco delle memorie scritte depositate e consultabili da tutti sul sito del Senato si configurano chiaramente tre schieramenti che potremmo classificare come favorevoli contrari e agnostici nei confronti del riconoscimento della dirigenza ai " presidi ". Almeno sappiamo questa volta con chiarezza chi appoggia chi sostiene e chi fa il doppio gioco. Cominciamo con i favorevoli al riconoscimento del ruolo unico della dirigenza inglobandovi i dirigenti scolastici: Le memorie cristalline sono quelle della CONFEDIR, della DIRIGENTISCUOLA-CONFEDIR, della CIDA.FP, dell'ASASI l'Associazione delle Scuole Autonome, e del CONSORZIO AETNANET il consorzio delle scuole siciliane.

In tutti questi documenti si dice con chiarezza e si rivendica l'emendamento a favore della inclusione della dirigenza scolastica all'interno del ruolo unico della dirigenza scolastica.
Passiamo ora ai contrari che purtroppo rappresentano una congrega potentissima e agguerrita capeggiata dalla CORTE DEI CONTI e dalla DIRSTAT che rappresenta i burosauri della 1 fascia. In queste sigle si concentrano quelli che siedono nelle poltrone altolocate e che hanno fatto il bello e cattivo tempo e resistono con tutte le loro forze al cambiamento, rifiutando qualsiasi innovazione per mantenere i privilegi invocati come diritti acquisiti. Analizziamo quindi bene quello che pontificano in questi veri e propri libelli.
La DIRSTAT di D'Ambrosio (dirstat@dirstat.it) non è favorevole alla reintroduzione del ruolo unico tout cort con la motivazione che " I ruoli dei dirigenti istituiti presso ciascuna amministrazione costituiscono una garanzia di efficienza ed efficacia per l'azione amministrativa, a salvaguardia della "specificità" che ogni Ministero rappresenta (es. Giustizia, Interno, Scuola, Sanità, ecc.) in relazione alla mission istituzionale affidata". Non se ne parla nenache di superare gli steccati di ogni amministrazione che per loro rappresenta un privilegio feudale intoccabile.
"Siamo di fronte, leggiamo nel documento, a un provvedimento in larga parte inutile e, per alcuni versi, pericoloso in quanto minerebbe il buon andamento e sarebbe foriero di gravosi contenziosi. La DIRSTAT, pur auspicando che venga finalmente raggiunto l'obiettivo di una carriera dirigenziale fondata sul merito, non condivide la proposta abolizione delle due fasce dirigenziali in quanto l'abolizione delle due fasce dirigenziale andrebbe ad incidere su diritti acquisiti e sarebbe foriera di un pericoloso contenzioso soprattutto ove gli appartenenti alla (sopprimenda) prima fascia dirigenziale (c.d. dirigenti generali), in sede di procedure per il conferimento degli incarichi (dirigenziali) di prima fascia fossero "scavalcati" da dirigenti di seconda fascia che non hanno mai svolto attività di direzione di strutture complesse (rectius: Uffici dirigenziali di livello generale). Infatti, qualora la riforma consentisse questi avvicendamenti, per l'amministrazione che conferisse l'incarico di prima fascia ad un dirigente di seconda fascia, preferendogli uno appartenente alla (ex) prima fascia dirigenziale che è sempre stato valutato positivamente, sarebbe molto complicato non solo motivare la scelta ma anche resistere in un (eventuale) giudizio in cui sarebbe messo in evidenza un comportamento quantomeno contradditorio derivante dal fatto che la stessa amministrazione si troverebbe a dover rinnegare una propria precedente scelta "scaricando", senza motivo, un dirigente che non solo ha già svolto funzioni dirigenziali (generali) ma, addirittura, ha sempre avuto una valutazione positiva nello svolgimento delle suddette funzioni.
La DIRSTAT non è, pertanto, favorevole all'introduzione dell'unica fascia dirigenziale con l'eliminazione dell'attuale articolazione della dirigenza in prima e seconda fascia".
Il messaggio rivolto al governo e alla classe politica è chiaro e cioè non vi azzardate a toccare gli equilibri consolidati perché altrimenti i dirigenti di 1 classe faranno saltare il tavolo.
A dare man forte a questa posizione di ostilità è purtroppo anche la Magistratura della Corte dei Conti costituita anch'essa da dirigenti intoccabili di 1 fascia. In 30 pagine fitte di argomentazione i magistrati stroncano senza pietà tutto l'impianto del DDL 1557 opponendosi al ruolo unico e alla eliminazione delle fasce e vanno anche dritti all'impianto della retribuzione dirigenziale criticando le quote di riparto della retribuzione di risultato. Una lettura di queste 30 pagine è istruttiva alla luce di quanto abbiamo sostenuto. Ci ritorneremo nelle prossime puntate.
Ora passiamo alla terza categoria quella più pericolosa perché non esce allo scoperto e lavora sottotraccia, preferendo la palude e la vischiosità. L'abbiamo definita degli agnostici; ma si tratta di un'apparenza in quanto l'agnosticismo copre l'avversione.
In questo girone collochiamo tutti i sindacati confederali CGIL, CISL, UIL e lo SNALS e tutte le associazioni professionali dei dirigenti scolastici. Una menzione a parte merita l'UNADIS il potente sindacato dei ministeriali guidato da Casagrande che si è dissociato prima dalla CIDA e poi dalla CONFEDIR, costituendo una Confederazione a proprio uso e consumo denominata CODIRP. Hanno un centinaio di deleghe ma sono innestati nei gangli vitali dell'Amministrazione e anch'essi vedono come il fumo negli occhi i "presidi", anche se per pudore li ignorano nei documenti. Nella loro memoria sostengono il ruolo unico ma propongono la " coesistenza di due figure di dirigente: il dirigente-manager, da formarsi con apposito corso-concorso presso la SSPA, e il dirigente specialista, che si forma anche nell'amministrazione e matura e sviluppa competenze sul campo" ; in questa loro ipotesi i " presidi " dove stanno? Sono dirigenti-manager o dirigenti specialisti? E questi dirigenti specialisti rientrano nel ruolo unico nazionale dei dirigenti dello Stato?
I Confederali sono stati auditi e hanno depositato memorie ma in nessuna di esse si parla di scuola e di dirigenti scolastici e quindi non sappiamo o meglio non ci fanno sapere quello che pensano dell'esclusione della dirigenza scolastica dal ruolo unico. Leggere per credere sempre sul sito del Senato.
Lo SNALS e la CONFSAL non hanno ritenuto neppure di occuparsi della cosa e non hanno presentato nulla. Così come non si riscontra alcun materiale intestato alle associazioni professionali della dirigenza scolastica. Semplicemente non gli interessa o non si occupano di queste cose spregevoli legati agli stipendi dei " presidi " e al loro status sociale e professionale.
Questo è lo sconfortante quadro che emerge dall'analisi di questo primo mese di attività della 1 commissione del Senato che si prepara ora a discutere l'articolato e per questo ha fissato come termine ultimo ai suoi componenti per presentare emendamenti al 17 ottobre.
Chi dei Senatori della Commissione ora avrà il coraggio o l'interesse a presentare l'emendamento che sta a cuore ai " presidi"?
Seguiremo la lunga maratona ancora appena agli inizi e vedremo.

Salvatore Indelicato
s.indelicato@libero.it





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